Ebook, quanto mi costi!

Creato il 13 dicembre 2012 da Nasreen @SognandoLeggend

Ta-daaaaaaaan, eccoci qui a parlare dei famigerati ebook.
Anche in un paese obsoleto (non facciamo i moralisti, su) come l’Italia, l’ebook sta prendendo piede, checché ne dicano libraie isteriche o strenui promotori del cartaceo a tutti i costi (vedi l’esempio dei Random blogger).

Io ho sempre amato il cartaceo, ho sempre preferito comprare piuttosto che servirmi delle biblioteche perché amo circondarmi di parole scritte, e penso davvero che ci sia della magia tra le pagine dei libri che ci scorrono sotto le dita. Ma poi ho comprato il mio adorabile Kindle e non ho potuto fare a meno di innamorarmene, così come di perdere la testa per gli ebook che per me hanno comportato un notevolissimo risparmio. E con “notevolissimo” si parla di 300/400€ nell’arco di un anno e mezzo, senza contare che la sottoscritta – appunto – ha l’abitudine di comprare in cartaceo un libro letto in ebook che le è particolarmente piaciuto.

Ma esaminiamo un po’ il discorso del risparmio.
Il prezzo dei libri in digitale non è scelto dagli store dove li trovate in vendita, ma dalle case editrici stesse, così come quello dei cartacei.
Ci sono alcune case editrici che, per il cartaceo che costa 15,00€, pubblicano l’ebook a 1,49€, il che dovrebbe essere quello che fanno tutti.
Peccato però che così non sia.
Editori come Salani, Corbaccio, Piemme e diversi altri fanno pagare i loro ebook quasi quanto i cartacei, con una differenza irrisoria di 2/3€. Qui, ovviamente, non vale la candela.

Perché costano così tanto? Quali sono i meccanismi che spingono gli editori a non differenziare due pubblicazioni in formati così diversi?
Speculazione. Classica e semplice speculazione.
O quella o non hanno capito una finferla.

Non solo la produzione stessa dell’ebook ha costi drasticamente più bassi del cartaceo perché:

  • niente costi di stampa;
  • niente costi per la produzione della copertina, rilegata o brossurata;
  • niente costi di trasporto fisico.

Ma anche i costi di gestione sono nettamente inferiori perché:

  • nessuna distribuzione. Le case editrici non sono costrette a servirsi di agenzie distributive, di cui si parla pochissimo ma che in realtà possono rappresentare veri e propri ostacoli insormontabili a causa di prezzi elevati e selezioni di marketing. Gli ebook vengono immessi negli store on-line che sono a pagamento ma richiedono una percentuale molto più bassa rispetto alle spese che bisogna sostenere per un cartaceo;
  • niente costi di magazzino. Se un cartaceo rimane invenduto, questi rimane in magazzino fino a che non viene ordinato – e quindi acquistato – oppure dopo un certo tempo viene spedito al macero, comportando una spesa per l’editore. L’ebook, non essendo oggetto materiale, non ha costi di giacenza né di distruzione;
  • niente spese di spedizione o trasporto. I formati ebook sono scaricabili direttamente sul Kindle (nel caso di Amazon) o si possono scaricare sul proprio pc o tablet senza la minima fatica, con un clic e nel giro di pochi minuti. Niente corrieri, niente spedizioni, niente imballi, niente carburante.

Francamente non mi sono ancora spiegata il motivo per cui le case editrici adottino prezzi esorbitanti per qualcosa nato appositamente per diffondersi anche grazie alla convenienza.
La mia ipotesi è che questa gente non abbia proprio capito una cippa dell’editoria digitale.
Come si può pretendere di entrare a far parte di un nuovo circuito di mercato se non si ha niente di nuovo da offrire al lettore? I prezzi degli ebook sono troppo alti, e già in Italia si legge normalmente poco, se poi si aggiungono gli effetti della crisi economica allora è palese che la pirateria dei libri digitali sia così in voga (complice anche il DRM che alcuni editori si ostinano ad adottare contro ogni regola del buonsenso).

Non so se queste case editrici vogliano in un qualche modo manifestare la loro avversione per la digitalizzazione, o se più semplicemente non sanno ancora come muoversi in questo mondo; sta di fatto che il loro non è il modo giusto, e converrebbe cambiare politica al più presto prima di rischiare la bancarotta per scarsità di vendite.

Negli ultimi tempi si sta anche parlando di ridurre l’IVA sugli ebook, portandola dal 21% odierno al 4% (come già è per i cartacei, che comunque poco non costano), sperando così di ampliare il ventaglio di usufruttuari della cultura digitale.

Un altro possibile motivo dei prezzi troppo elevati?
Si parla di eccessiva concorrenza, e pertanto gli editori si sentono in dovere di combattere la recessione pesando sulle tasche dei consumatori. Da qui il mio ribadire che questo ragionamento ha qualcosa che non va.

I costi della produzione dell’ebook sono bassi, bassissimi, quindi perché invece di campare a spese di pochi lettori rassegnati aumentando a dismisura i prezzi, non li si diminuisce fino a renderli fruibili da molte più persone? L’e-commerce si basa sulla pubblicità on-line e sul passaparola: se il prodotto in vendita è valido e c’è un pubblico affezionato – o capace di affezionarsi e quindi di fidarsi – questo venderà. Se poi il prodotto non costa un’esagerazione venderà ad un maggior numero di lettori, aumentando gli introiti.
E dire che io economia l’ho fatta solo tre anni alle superiori… ma non mi è mai sembrato un concetto difficile.

In conclusione, staremo a vedere.
Stiamo attraversando un periodo difficile, i cambiamenti fanno paura, e le generazioni pian piano stanno ingranando per entrare in un’era digitale che deve ancora essere limata, perfezionata e completata; è difficile prevedere con certezza cosa accadrà, tante cose sono state fatte e tante altre cose s’hanno da fare.
Io posso solo consigliarvi di lasciarvi guidare dal vostro buonsenso: favorite la cultura sempre e comunque perché fa bene a noi e a chi ci sta intorno, ma non dimenticate che non siete voi a dover sottostare alle leggi di mercato, poiché dovrebbe essere il contrario.


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