Fonte: Università di Istanbul, in Turchia,
(Traduzione di Pierluigi Montalbano)
Trentasei relitti risalenti al quinto secolo dopo Cristo sono stati scoperti nel porto bizantino di Istanbul, nel quartiere di Yenikapı, sulla sponda europea del Bosforo (Turchia). Sotto la direzione dell'Università di Istanbul Yenikapi, il team di archeologi ha intrapreso l’indagine e il restauro dei ventisette relitti scoperti durante la costruzione della ferrovia Marmaray e della metropolitana. Tra il 2004 e il 2012, sono stati individuati non meno di trentasei relitti, risalenti al periodo bizantino. Gli scavi in corso hanno confermato che il principale porto di Costantinopoli, Portus Theodosiacus, una volta era situato in questa baia naturale oggi interrata, comprendente l'antico fiume Lykos (Bayrampaşa) a circa 300 m dalla battigia di oggi. Il porto è noto per essere stato costruito alla fine del IV secolo durante il regno di Teodosio I (AD 376-395), in risposta alle esigenze della crescente economia della popolazione della città capitale dell'Impero Bizantino. Secondo i documenti storici, la diga foranea del porto di Teodosio si estendeva dal molo Davutpasa a ovest, prima verso est e poi nord-est, proteggendo così la baia dai venti prevalenti da ovest.
Gli scavi per i Musei Archeologici di Istanbul hanno rivelato la presenza di una diga fatta di blocchi di calcare esposti sul lato ovest del cantiere. L'inventario dei manufatti del sito è ricco, con diversi tipi di anfore, monete, candele, statuine, sandali di cuoio, ornamenti, un gran numero di reperti nautici - comprese le attrezzature sartiame come carrucole, corde e ancore in pietra e ferro. I relitti, ben conservati, sono stati rinvenuti dal corso del progetto di recupero archeologico del museo. Le navi dal porto di Teodosio mostrano un momento tragico in cui il tempo sembra essersi fermato e hanno dato un contributo enorme alle informazioni sulla tecnologia cantieristica all’inizio del Medioevo. I Musei Archeologici di Istanbul e il Dipartimento di Conservazione della marina Archeologica dell'Università di Istanbul hanno investito notevoli risorse nel progetto. Presidente e direttore è il professor Ufuk Kocabas che conduce un team laborioso del Dipartimento formato da assistenti, specialisti a tempo pieno, e studenti laureati dell’Università di Istambul che hanno lavorato per oltre 5 anni nel cantiere, riparati solo da un tendone, per documentare e recuperare con attenzione i materiali. Le trentaquattro navi possono essere suddivisi in tre gruppi: lunghe navi da guerra (galee), panciute barche da carico e piccole imbarcazioni commerciali locali.
Fra i reperti più importanti c’è una tavoletta per scrivere, prendere appunti e magari disegnare. E' forse il giornale di bordo del capitano e si tratta di un vero e proprio tablet ante litteram. Di forma rettangolare, il reperto in questione, è simile nelle forme agli attuali "note-book". Realizzato in legno, spiega il professor Ufuk Kocabas, uno degli archeologi di Yenikapi, il tablet bizantino ha un coperchio scorrevole, con all'interno tavolette rimuovibili sulle quali era possibile prendere appunti scrivendo sulla cera. Uno dei piani interni contiene vani nei quali potevano essere inseriti dei pesi.