Eccezionale svendita per chiusura esercizio

Creato il 10 agosto 2012 da Albertocapece

Di nuovo Amato, di nuovo Bassanini, di nuovo una rosa di quegli stessi eterni esperti che ci hanno messo in queste condizioni. E di nuovo vendite e svendite, il solo sistema che in vent’anni la classe dirigente di questo Paese è stata in grado di immaginare per far fronte al debito pubblico, l’unica ricetta conosciuta, sebbene  golosa per banchieri, palazzinari, capitalisti senza capitale, speculatori di ogni tipo. Senza che però nulla sia cambiato: anzi si è favorito un continuo aumento del debito pubblico e insieme della deindustrializzazione.

Questa volta, invece di immaginare, per esempio, un’emissione di titoli garantiti dai beni dello Stato, non saranno coinvolte solo le grande aziende residuali  Eni, Enel, Finmeccanica, StMicroelectronics, dalle quali si tenterà di ricavare 25-30 miliardi, ma ci si darà alla vendita di immobili, di qualche pezzo di demanio oltre alle 350 residenze storiche e castelli, già ora sul mercato, per far fronte ai deliranti impegni presi senza fiatare in Europa: un patrimonio storico si immenso valore buttato via per appena 1,5 miliardi di ricavi un terzo di quanto ci costano annualmente Parlamento, Quirinale e Palazzo Chigi. Si, di nuovo Amato, di nuovo Bassanini, di nuovo gli esperti del declino che con il loro piano in questo modo intendono raccogliere da qui al 2017 da circa 187  miliardi per ricondurre entro il 2020 il debito pubblico al 100% del Pil. Naturalmente immaginando che il Pil rimanga quello che è o meglio era l’anno scorso. Una enorme quantità di denaro che sarà sacrificato non alla rinascita, ma alla crisi del debito, profuso inutilmente tra fiscal compact, Mes e quant’altro, bruciato sull’altare dei dei liberisti.

E poi quando abbiamo venduto che si farà, come si scenderà ulteriormente dal 100% al 60 per cento di debito su Pil come pretendono gli omini di Bruxelles? Una domanda tutt’altro che retorica perché non esiste un solo esempio al mondo in cui la vendita di beni e delle attività  Stato per far cassa abbia sortito un effetto positivo nel medio termine. Chi pagherà i 50 e passa miliardi l’anno fino al 2033 come pretende il fiscal compact, chi metterà i soldi per conservare al Paese le sue possibilità? La stessa Italia degli anni ’90 è esempio vivido e sperimentato di come tutto questo sia un mezzuccio logoro pensato da gente logora. Ma non importa svendere passato, presente e futuro purché si riesca a tirare ancora avanti senza cambiare nulla. Finché dura, finché ci sarà qualcosa da portare al monte dei pegni.

Totò aveva capito tutto.


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