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Ecco 10 nuove specie a rischio d’estinzione

Creato il 14 maggio 2010 da Bioforest

Ecco 10 nuove specie a rischio d’estinzione

Rana occhi verdi - Fotografia di Roy Toft, National Geographic

Rana occhi verdi

Vittima del chitridio, un fungo che sta attaccando gli anfibi in tutto il mondo, la piccola rana Lithobates vibicarius (6,5 cm di lunghezza) è ridotta a poche centinaia di individui in Panama e nel Costa Rica.
La specie è minacciata anche dalla perdita di habitat dovuta alla deforestazione e dalle sostanze chimiche utilizzate in agricoltura. Secondo gli esperti della Wildlife Conservation Society, l’unica speranza potrebbe essere l’allevamento in cattività.

Urocione delle Channel Islands

Con una popolazione ridotta a meno di mille individui, questa volpe nordamericana è una delle specie più minacciate del mondo secondo il rapporto (ITALIC) The rarest of the rare (/ITALIC),  appena pubblicato dalla Wildlife Conservation Society, l’organizzazione internazionale per la protezione dell’ambiente basata a New York (dove gestisce il celebre Zoo del Bronx).
Urocyon littoralis, la più piccola volpe degli Stati Uniti, è endemica delle Channel Islands, un arcipelago di otto isole al largo della California. Tra le ragioni del suo declino, sostengono gli esperti, ci sono gli attacchi dei predatori, come l’aquila reale, e le malattie portate dai cani domestici introdotti dall’uomo nell’arcipelago. “L’estinzione è un fenomeno tragico, specie quando è evitabile”, sostiene il rapporto della Wcs, che punta i riflettori su mammiferi, anfibi, rettili e uccelli classificati “a rischio critico” dalla Iucn, l’Unione internazionale per la Conservazione della Natura.

Orango di Sumatra

Classificato come specie a parte solo nel 2004, l’orango di Sumatra (sopra, un esemplare ospitato dal Sedgwick County Zoo, nel Kansas) potrebbe estinguersi prima ancora che gli scienziati abbiano il tempo di studiarlo in maniera approfondita.
Si trova allo stato selvatico solo nella provincia di Aceh, nella parte meridionale dell’isola di Sumatra. La popolazione è calata dell’80 per cento negli ultimi 75 anni, ed è oggi ridotta a circa 6.000 individui.
La causa principale del declino sono le piantagioni di palme da olio, che distruggono l’habitat agli oranghi. Gli individui più giovani, inoltre, sono spesso uccisi perché danneggiano le coltivazioni, o catturati dai trafficanti di specie esotiche.

Vaquita

La focena del Golfo della California, o vaquita (“piccola vacca” in spagnolo) è uno dei cetacei più piccoli (può essere lungo da uno a cinque metri) e anche, secondo il rapporto del Wcs, il più minacciato.
Si trova soltanto nelle acque del Messico settentrionale, al largo della Baja California, dove resta spesso impigliata nelle reti dei pescatori (come l’esemplare nella foto).
Per cercare di salvare le circa 150 vaquitas rimaste in natura, il governo messicano ha di recente vietato l’uso di un tipo particolarmente pericoloso di rete da pesca in parte dell’areale del cetaceo.

Testuggine Angonoka

Con una popolazione di meno di 400 individui, questa testuggine del Madagascar nordoccidentale potrebbe estinguersi nel giro di 30 anni.
In declino da anni a causa dei cacciatori e degli incendi, l’Angonoka è oggi una delle prede preferite dei trafficanti di specie esotiche, facilitati nel loro compito dalla grave crisi politica che dal 2009 ha colpito il Madagascar.

Coccodrillo di Cuba

Già estremamente raro, il coccodrillo di Cuba rischia di scomparire anche a causa dell’ibridazione con un cugino più comune, il coccodrillo americano.
Ne restano solo 4.000 individui in due piccole aree dell’isola: molti però, avvertono gli esperti, potrebbero essere ibridi. Lungo tre metri e mezzo, il coccodrillo di Cuba è anche preda dei cacciatori che ne rivendono la carne.

Damalisco di Hunter

Detto anche hirola, è una delle antilopi africane più a rischio. Ne restano solo 600 individui in una piccola regione del Kenya, vicino al confine somalo (la foto è scattata nello Tsavo National Park).
Per il damalisco di Hunter i pericoli maggiori sono la perdita di habitat dovuta all’espansione degli allevamenti di bovini e la siccità.

Eumops floridanus

È il più grande pipistrello della Florida, ed era ritenuto estinto fino al 2002, quando gli scienziati hanno scoperto una piccola colonia a Fort Myers. La popolazione è comunque ridotta a un centinaio di esemplari.
Lungo una cinquantina di centimetri, soffre per il degrado dei siti dove di solito fa la tana, caverne e cavità arboree.

Tortora di Grenada

Questo uccello dal petto rosa, simbolo dell’isola caraibica di Grenada, ha visto la sua popolazione ridursi a meno di 150 individui a causa della scomparsa del suo habitat e all’introduzione di predatori come manguste, gatti e ratti.
Le ultime tortore sono concentrate in una piccola area dell’isola-stato. Per salvarle, segnala la Wcs, è stato varato un piano decennale

Presbite dalla testa bianca

È una scimmia originaria dell’isola di Cat Ba, nella Baia di Ha Long, in Vietnam. Ne restano solo 59: la popolazione è calata del 98 per cento negli ultimi 40 anni.
Lo sterminio è dovuto in gran parte alla caccia: dal corpo dei presbiti si estraggono sostanze utilizzate nella medicina tradizionale cinese. Anche la perdita di habitat ha danneggiato la popolazione, oggi concentrata in pochi gruppi isolati.

fonte: nationalgeographic.it


Filed under: news Tagged: ambiente, animali, biodiversità, estinzione, protezione, specie

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