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Ecco chi ha prodotto il film anti Islam

Creato il 14 settembre 2012 da Tempo

Ecco chi ha prodotto il film anti Islam

Il californiano che ha prodotto il film contro l’ Islam con cui ha provocato l’indignazione del Medio Oriente è un truffatore accanito con una serie di pseudonimi tra cui quello di P. J. Tobacco. Nakoula Basseley Nakoula aprì una serie di conti correnti sotto falso nome per trasferire denaro tra di essi con assegni falsi e quindi prelevare il contante prima di essere scoperto.

Per il suo piano fu condannato a 21 mesi di carcere dopo che nel 2009 venne catturato dall’ FBI. Ma la truffa non è stata il suo unico contatto con la legge. Secondo il Daily Beast, nel 1997 è stato condannato per il suo tentativo di produrre metamfetamina.

Dopo essere stato riconosciuto colpevole è stato condannato a un anno di carcere e a tre di libertà vigilata. Ma dopo essere fuggito da quest’ultima nel 2002, è stato condannato a un altro anno dietro le sbarre.

La polizia è stata inviata alla casa del cristiano copto che si nasconde nel timore di ritorsioni. Secondo la ABC, le autorità sono arrivate a Cerritos, California, residenza di Nakoula Basseley Nakoula, per proteggere colui che è stato identificato come il responsabile de “L’innocenza dei musulmani” insieme alla sua famiglia.

Un vicino che abita di fronte alla casa che Nakoula condivide con la moglie e tre figli, ha confermato che la scorsa notte almeno sei auto della polizia sono arrivate presso la casa, ripartendo poi dopo tre ore.

Il portavoce dello sceriffo della contea di Los Angeles, parlando fuori della casa non avrebbe confermato l’identità della famiglia, ma ha detto che alle sette di sera la polizia ha ricevuto una chiamata su un presunto litigio. “Non intendo entrare nei dettagli della chiamata, ma sì, era necessaria la nostra presenza qui per garantire la sicurezza,” ha affermato.

La protezione è giunta allorquando si è rivelato che Nakoula era il fantomatico produttore del film, e che in precedenza sosteneva di chiamarsi Sam Bacile. In un’intervista alla Associated Press, Nakoula aveva negato di essere Bacile, ma il numero di telefono usato dall’agenzia di stampa ad inizio settimana per contattare Bacile ha permesso di risalire all’indirizzo ove è stato trovato Nakoula.

Nei documenti penali si legge che Nakoula, il quale ha trascorso 21 mesi in carcere e pagato 794.700 dollari di multa per frode bancaria nel 2010, ha utilizzato in passato diversi pseudonimi, tra cui Mark Basseley, Nicola Bacily e Erwin Salameh.

Nel giugno del 2009 è stato riconosciuto colpevole del reato di frode bancaria, è stato condannato nel giugno del 2010 e da allora ha trascorso i suoi 21 mesi di condanna in tre diverse strutture carcerarie. Lo Smoking Gun sostiene che è stato liberato da una prigione federale nel settembre di quell’anno e da allora è entrato in un centro di reinserimento sociale.

Uscito a dicembre, ha violato la libertà vigilata ed è tornato nel centro precedente fino al giugno del 2011. La produzione del film è iniziata due mesi dopo, il che significa che in gran parte o completamente ha lavorato alla sceneggiatura del film mentre si trovava nel centro di reinserimento e in galera.

Come prova di ulteriori pseudonimi, il casting del film annovera Sam Bassiel come produttore e Alan Roberts come regista. Per il trailer figura come costumista Abanob Nakoula e come coproduttore un certo Sam Basseley. Quando i giornalisti sono andati a casa sua, egli ha mostrato una patente di guida come prova della sua identità, coprendo però con il pollice il nome centrale, Basseley.

Ha aggiunto di essere un cristiano copto, cioè seguace del culto egiziano, dicendo che il regista del film aveva sostenuto la causa dei copti e di come vengono trattati dai musulmani. Si ritiene che giovedì fosse ancora all’interno della sua casa di due piani, al termine del tranquillo quartiere chiuso di Cerritos, alla periferia di Los Angeles.

Un vicino di casa 47enne ha riferito al Daily Mail di avere notato mercoledì notte una massiccia presenza di polizia attorno alla casa. Ha dichiarato: “La polizia era qui, tutta all’esterno, poi sono entrati – direi sei o forse più auto della polizia, all’incirca alle sette di sera … Credo che la polizia se ne sia andata prima delle 10.”

Ha aggiunto che Nakoula vive nella casa con la moglie e tre figli – un ragazzo e una ragazza che vanno al college in California e un 14enne. “In genere parlo con la moglie, si chiama Olivia,” ha affermato. “Hanno tre ragazzi, [due] vanno al college e uno alla scuola media,” aggiungendo che due dei figli hanno nomi egiziani. “Tutto ciò che so è che sono cristiani e gran brava gente,” ha dichiarato.

Presso l’ingresso della casa si trova una statua della Vergine Maria con in braccio il bambino, alta circa mezzo metro, mentre altre statuette più piccole sono cadute disordinatamente presso la porta di casa e nell’aiuola. Ma amici di famiglia sostengono che i mezzi di informazione hanno sbagliato persona, che si tratta di un caso di scambio di identità. Parlando al Daily Mail, uno di essi ha detto di essere molto amico con Abanoub, uno dei figli di Nakoula, e di conoscere anche la madre, il fratello e la sorella.

L’ipotesi che suo padre sia un trafficante condannato per droga e un truffatore è “ridicola,” sostiene. L’amico, un 21enne studente di ingegneria ha affermato: “Il nome è corretto, ma la famiglia è sbagliata. Qualcuno che ha partecipato al film ha lo stesso nome del padre. E’ un caso di scambio di identità.

“Hanno un sacco di amici musulmani e l’unica volta che ho incontrato il padre mi è parso molto gentile. Non parla neanche tanto bene l’inglese, è come se fosse appena arrivato negli Stati Uniti. Ho parlato con uno della famiglia che mi ha detto che stanno tutti ridendo di come è successo tutto questo, ma allo stesso tempo temono per le loro vite.


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