Si vuole agevolare la piccola e media editoria, ma, nel contempo, si chiede l’invio di 500 copie del libro in concorso a titolo gratuito.
Cambia il regolamento del Premio Strega (qui il link per scaricarlo), ci sarà un nuovo meccanismo di voto e la salvaguardia dei piccoli e medi editori. Nel comunicato del 24 febbraio scorso gli organizzatori del Premio Strega vogliono così agevolare le piccole realtà editoriali asserendo che:
“Si istituisce una clausola di salvaguardia che favorisce la presenza, nella cinquina finalista, di piccoli e medi editori, assumendo la bibliodiversità come valore in sé e riconoscendo l’opera di promozione degli autori emergenti e della letteratura di ricerca condotta da questo importante segmento di mercato (pari a circa il 40%). Se nella cinquina non sarà compreso almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo, si procederà all’inclusione di quel libro – o, in caso di ex aequo, quei libri – che avrà ottenuto il maggior numero di voti, determinando così una finale a sei o più candidati”.
Un bel passo in avanti verso il riconoscimento di chi non è un Big dell’editoria e, per questo, non dispone di grandi risorse economiche. Ma la presa in giro è all’interno della clausola che segue:
“Il Comitato direttivo è intervenuto su alcuni aspetti pratici del meccanismo di partecipazione, richiedendo un maggiore impegno a autori e editori. In particolare, l’invio gratuito di 500 copie cartacee necessarie alla giuria dovrà essere completato entro tempi tassativamente indicati, pena l’esclusione del libro dal concorso…”
500 (cinquecento) copie cartacee?
Ai signori dello Strega sembrerà persino incredibile, ma 500 copie di un libro non le vende quasi nessun piccolo editore, a maggior ragione se l’autore è un esordiente, figuriamoci se è nelle condizioni di “regalarle” a un Premio ormai ben noto per la sua predilezione agli autori Big e sottomesso alla grandi case editrici e gruppi librai.
Cari amici dello Strega, 500 copie gratuite sono un contributo a far fallire la piccola editoria o, quantomeno, a metterla in seria difficoltà e non contribuirà certo ad agevolarla. A un autore andrebbe anche peggio, il costo per acquistare dall’editore le 500 copie, anche se scontate, è pur sempre un impegno economico rilevante e un investimento che non vale la pena, conoscendo la pessima fama che il Premio si è fatto in questi ultimi anni.
Va da sé che il Premio Strega potrà vivere benissimo anche senza la partecipazione della CIESSE Edizioni e di tante altre piccole e medie case editrici, siamo certi che non ne risentirà minimamente, ma resta comunque il fatto che lo Strega si è reso ridicolo una volta di più.
All.: Comunicato Premio Strega del 24.02.2015