Gli ultimi tre secoli sono stati per la società umana un periodo di straordinario sviluppo, di cui le nostre condizioni di vita sono testimoni. Una grande parte del pianeta ha oggi facile accesso a cibo, medicine, elettricità, case riscaldate, acqua pulita, aeroporti, computer, informazioni e altre comodità che rendono la vita più lunga e più degna di essere vissuta. Eppure, allo stesso tempo sembra aumentata anche la varietà ed intensità dei problemi. Esplosione della popolazione, povertà, dipendenza da risorse finite, inquinamento – un complesso insieme di fenomeni globali pare ora disegnare un futuro in- certo e quanto mai articolato da gestire. Per quanto proseguirà l’aumento demografico? Riusciremo a trovare alternative al petrolio? Sarebbe possibile sostenere una Cina dallo stile di vita americano? Può darsi – come sostengono alcuni – che il modello di sviluppo occidentale debba essere profondamente riformato, ponendo dei limiti alla crescita e un freno ai consumi. Ma come farlo?
Lo scorso mese, la Scientific American ha pubblicato una linea temporale di esaurimento delle risorse naturali che comprende l’arco di tempo che va dal 1976 al 2560. I dati riguardano i minerali, i fossili, le specie animali e la biodiversità, fino alla disponibilità di cibo e acqua potabile e altre risorse come il petrolio. Tra i minerali agli sgoccioli, secondo Julian Phillips, ci sarebbe l’oro facile da estrarre che finirà in 20 anni; anche l’argento, sempre più usato per la sua proprietà antibatteriche, si sta esaurendo in fretta. Inoltre, il tasso di estinzione delle specie animali nei prossimi 100 anni oscillerà tra il 10 e il 20% a millennio; se pensiamo che quando si estinsero i dinosauri (e con loro il 75% delle specie esistenti) il tasso era del 15%, capiremo allora perché si parla di estinzione di massa.
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