E alla fine tutto si ridusse a qualcosa di men che patetico. Anche se visto il livello dei giocatori in partita la cosa non può sorprendere. Il problema che agita tanto Zerocalcare e che gli fa credere che i movimenti anti-degrado a Roma siano "pericolosi"? Sono i commentatori della nostra pagina Facebook. Davvero eh! A questo si riduce il grande progetto di denuncia. Si riduce al fatto che su internet ci sono gli indignati di professione che inseriscono commenti assurdi, violenti, aggressivi. Zerocalcare ha fatto questa fantastica scoperta: su internet escono commenti aggressivi e violenti, il social network scatena i peggiori istinti della gente. Peccato che questo succeda in tutti i settori (non certo solo sulle pagine che si occupano di denunciare episodi di degrado, corruzione, illegalità) e che sia una stortura del mezzo - le reti sociali - più che del contenuto.
Una pochezza disarmante, dunque, emerge dalla strombazzatissima storia che Zerocalcare ha confezionato per Repubblica. Speravamo di avere degli spunti, di poterci arrabbiare davvero, di gridare allo scandalo, di venire attaccati con qualche argomentazione senz'altro non condivisibile, ma complessa. Niente. Piattume più totale. Zerocalcare cerca nel goffo tentativo di accomunare il lavoro delle associazioni e dei comitati antidegrado con le sciocchezze che scrivono i commentatori su Facebook, ma non ci riesce. Sotto sotto forse manco ci prova davvero: non ci crede manco lui. Introduce la storia dicendo che c'è una bolla speculativa di senso civico in Italia (ma si riferisce a Roma, lo dice chiaramente: non ha altri riferimenti peraltro) e già questo dovrebbe interrogare chi ha accettato la pubblicazione di una storia simile. Una storia che si basa su due assunti: il primo è che in Italia ci sia troppo senso civico (è vero il contrario!), il secondo è che la gente su internet tende a celarsi dietro tastiere e nickname utilizzando il mezzo come sfogatoio (che è verissimo, ma di una banalità da tema in classe di seconda media; è una cosa che accade ad esempio a tutti i quotidiani online, i quali però hanno le risorse a differenza dei blog per effettuare una moderazione). Questo è quanto, ma potete leggerlo voi stessi qui sopra. Tre concetti in croce, tutti e tre confutabili facilmente da un bambino di tre anni.
Ce la stanno mettendo tutta per metterci in cattiva luce: prima si inventano che facciamo l'ufficio stampa per la Metro C, ora si fanno dare qualcosa come sei pagine sul principale quotidiano del paese - probabilmente mai successo per un fumettista - con tanto di richiamo a tutta pagina nella prima della rubrica "La Domenica" e addirittura nella prima pagina nazionale. Ma non stanno tirando fuori l'ombra di un ragno dal buco. A questo punto abbiamo qualche timore per le prossime mosse: non riuscendo a zittirci con invenzioni e falsità, quale sarà il prossimo step?
Ma torniamo a Zerocalcare. Per sottolineare quanto non gli piacciono i commenti degli utenti più aggressivi (e grazie al caxxo, sapesse quanti ne banniamo ogni giorno: bella scoperta!), il fumettista non manca di fare qualche passaggio in difesa dei peggiori racket criminali e mafiosi che infestano la nostra città. A parte il problema dei graffitari (su cui torneremo sotto), menziona se ci fate caso sia la mafia degli adesivari, sia quella delle bancarelle. Si tratta di due ambiti di gravissima e grandissima infiltrazione della malavita. Gli adesivi dei traslocatori e degli svuotacantine significano eco-mafie, sversamenti abusivi e discariche illegali; quanto alla camorra che c'è dietro alle bancarelle non dovrebbe neppure essere necessario raccontarla. Ma quelli come Zerocalcare fanno finta di niente. O semplicemente hanno sempre vissuto in questo schifo e si rifiutano di considerarlo come schifo, come malavita, come illegalità.
Ma la colpa non è di Zerocalcare, di personaggi come lui Roma è piena ed è per questo che è ridotta nello stato in cui la vediamo. La colpa qui è tutta di un editore che con una leggerezza sconcertante dà visibilità a questioni delicate in questo modo becero all'insegna dell'apologia di reato. Cosa ci riserverà il quotidiano diretto da Ezio Mauro per domani? Una bella striscia in difesa di Buzzi e di Carminati? O qualcosa a favore dei Fasciani e degli Spada a Ostia, con un bel fumettaro che percula chi lotta contro la camorra degli stabilimenti balneari?
In un paese civile cascano teste per molto meno. Chi ha deciso di pubblicare questa porcheria che riduce a burletta o a fissazione di qualche cittadino visionario, fenomeni di grave criminalità organizzata?
Peraltro l'esclusiva - strombazzata, come dicevamo - era partita con una serie di interviste sia video che testuali al limite della dignità e della decenza. E lo diciamo per il bene dello Zerocalcare artista: questo signore ogni volta che va in video demolisce il proprio lavoro e la propria allure. Come tanti, tantissimi artisti, Zerocalcare deve parlare con i suoi disegni ma evitarlo di farlo direttamente, perché ogni volta è una figura di cacca. Qui, ad esempio, risponde in maniera mostruosa ad un inginocchiato Luca Valtorta (che fa volutamente confuzione tra graffiti vandalici e murales autorizzati). Leggete perché è da manuale.
Cioè Zerocalcare non prende neppure nella più lontana considerazione il fatto che scrivere sui muri sia un reato penale perfettamente dettagliato nei nostri codici. Per lui è una questione di senso civico e, anzi, di quella parte di senso civico che eccede e che straborda e che, dunque, lui non intende rispettare. Ma ci rendiamo conto del livello a cui sono arrivati questi personaggi? Scambiare una legge (peraltro osservata in tutto l'occidente con ovvie repressioni per chi la trasgredisce) per una opinione. Questo, lo ripetiamo senza alcun tema di smentita, è il vero fascismo: farsi le leggi da soli, decidere che chi rispetta il patrimonio comune di norme che ci siamo dati dopo secoli di sacrifici è uno sfigato. Disegnare come un mostro chi semplicemente chiede di stare sullo stesso livello di altri anche se sono più furbi, più forti, più grossi e più ricchi: una parità di opportunità che si può ottenere solo se tutti rispettano le leggi e se tutti vengono puniti allo stesso modo quando le trasgrediscono. E' l'assunto su cui si basano tutte le democrazie avanzate del nostro pianeta nessuna esclusa. Anzi esclusa una.
Nella sua storia ad un certo punto il Zerocalcare disegnato dice che non si può prendersela più di tanto se uno scrive "REBIBBIA REGNA" su qualche muro. Siamo a questo. Siamo a REBIBBIA REGNA scritto sul muro. Siamo sotto al livello di lobotomia, siamo sotto al livello di pisciata territoriale di un cane, ma senz'altro siamo ben sopra l'istigazione a delinquere. Non è una notizia che la nostra città sia disseminata di lobotomizzati, è una notizia che i grandi quotidiani nazionali si facciano loro megafono.
In altri tempi, con una società civile degna di questo nome, un direttore di un giornale che fa scelte simili sarebbe stato sommerso di lettere e di proteste. Oggi passerà probabilmente tutto sotto silenzio.