HGST, ha annunciato l’avvio della distribuzione del primo hard disk da 6 TB costituito da sette piatti e per ottenere questo risultato, il disco Ultrastar He6 è stato riempito con elio, un gas inerte che possiede una densità pari ad un settimo di quella dell’aria. Il produttore non ha svelato il prezzo, ma ha comunicato che tra i clienti ci sono HP, Huawei, Netflix, CERN, Green Revolution Cooling e Code42. Il drive è infatti indirizzato al settore enterprise e verrà utilizzato nei data center, per le configurazioni RAID e per il cloud storage.
I primi test sull’uso dell’elio risalgono agli anni ’70, ma finora nessuna azienda aveva prodotto un hard disk funzionante dato che il gas ha la tendenza a fuoriuscire dal contenitore in cui è racchiuso. HGST, invece, ha sviluppato una tecnologia denominata HelioSeal che permette di produrre un disco riempito con elio e sigillato ermeticamente. Ultrastar He6 è garantito per almeno cinque anni. Per le aziende una capacità di storage maggiore significa sopratutto un total cost of ownership (TCO) inferiore, ma i vantaggi derivanti dall’uso di elio sono molteplici.
Per incrementare la capacità è possibile seguire due strade: aumentare la densità di registrazione o aumentare il numero di piatti. Mantenendo invariata la dimensione del disco da 3,5 pollici, HGST ha utilizzato la tecnologia 7Stac, inserendo 7 piatti per un totale di 6 TB nello stesso spazio occupato dai 5 piatti usati negli hard disk ad aria da 4 TB. La rotazione dei piatti a 7.200 giri al minuto crea una turbolenza nell’aria presente all’interno del disco e quindi il motore che sposta le testine incontra una maggiore resistenza. La minore densità dell’elio comporta una riduzione dell’attrito e conseguentemente della forza necessaria per spostare le testine di lettura/scrittura. È quindi possibile avvicinare i piatti, aumentare il loro numero, incrementare la capacità di storage e ridurre anche consumi, temperatura e rumore.
La chiusura ermetica non solo impedisce all’elio di uscire, ma anche ai liquidi di entrare. Teoricamente sarebbe possibile realizzare sistemi di storage immersi in un liquido non conduttivo. Per quanto riguarda le scorte di elio non c’è problema, essendo il secondo elemento più diffuso nell’universo, dopo l’idrogeno.