Lo abbiamo sempre scritto e detto chiaro: la strategia Occidentale di combattere Isis alleandosi con il regime iraniano – in particolare con le milizie sciite pagate da Teheran – e’ fallimentare e sbagliata. Lo abbiamo sempre detto, non solo per la nostra posizione di opposizione al regime iraniano, ma anche sotto il profilo strategico. Abbiamo sempre detto che questa tattica, forse “razionale” a breve termine, avrà conseguenze deleterie, non soltanto per la trasformazione del conflitto contro Isis in un conflitto settario, ma anche perché la Repubblica Islamica (e Bashar al Assad), non hanno alcuna vera intenzione di sconfiggere il jihadismo sunnita, funzionale ai loro interessi politici e geografici.
Oggi, dopo mesi di parole, possiamo provare quello che diciamo con le immagini, più precisamente con una mappa che testimonia – molto chiaramente – come l’azione militare dell’Iran non sia affatto improntata alla sconfitta di Isis e del jihadismo sunnita, ma unicamente all’espansione dell’imperialismo iraniano, nelle aree di interesse dei Pasdaran. La mappa, pubblicata da The Business Insider, e’ stata realizzata da Michel Pregent, analista di intelligence dell’esercito americano. Pregent, usando i colori, ha delineato le zone in cui i vari eserciti e milizie presenti tra Siria e Iraq, hanno concentrato la loro azione militare. Come la mappa mostra, molto chiaramente, la zona di azione delle milizie sciite (colore verde) e’ assolutamente diversa da quella sotto il controllo di Isis (colore nero). Dove Isis ha perso territorio, infatti, ciò e’ stato dovuto unicamente ai bombardamenti aerei della coalizione internazionale, ovvero dai bombardieri americani e dei Paesi arabi sunniti, impegnati nella guerra al Califfato. Sul terreno, poi, i veri scontri di terra sono avvenuti tra le forze curde e i jihadisti di Isis, ma anche in questo caso – come sottolinea Pregent – negli ultimi tempi i Peshmerga sono stati maggiormente impegnati a contenere l’espansione dei jihadisti sciiti – sostenuti dal Governo centrale di Baghdad – nella zona di petrilifera Kirkuk, piuttosto che in nuove aree di conflitto contro Daesh. La stessa offensiva contro Tikrit, in cui sono stati compiuti terribili massacri contro i sunniti, era funzionale alla conquista di un’area strategica verso Kirkuk e Irbil.
In poche parole, quindi, il solo interesse del regime iraniano e’ quello di conservare il suo potere nell’area di Damasco (con focus con il confine libanese, per preservare il potere di Hezbollah) e nell’area di Baghdad, ovviamente in una fascia che arriva sino al confine iraniano. D’altronde, come sappiamo, recentemente un agente di Assad – tale George Haswani – e’ stato inserito dall’Unione Europea nella lista delle sanzioni, proprio per il suo ruolo di intermediario tra il regime di Damasco e il Califfato Islamico. Il ruolo settario delle milizie sciite pro Iran e’ stato denunciato persino da Moqtada al Sadr, il noto clerico sciita per parecchio tempo controllato da Teheran, che ha chiesto di isolare i miliziani della Forza di Mobilitazione Popolare, proprio per il loro tentativo di trasformare la guerra ad Isis in un conflitto settario favorevole solo alla Repubblica Islamica.
Speriamo, purtroppo con la certezza di restare delusi, che questa mappa aiuterà la cieca e sorda diplomazia Occidentale a divincolarsi dai legami con il regime iraniano, prima che questi diventino un peso insostenibile.