Ecco perché Concita De Gregorio ha lasciato " L'unitá"

Creato il 21 giugno 2011 da Superpop @SuperPop

Da "El Pais" di Lunedì 20 Giugno 2011
Concita De Gregorio, direttrice dello storico giornale italiano "l'Unità", ha abbandonato il posto che occupava dall'aprile del 2008. L'unica giornalista donna che dirigesse un mezzo di comunicazione importante in Italia ha spiegato in una nota diplomatica firmata con il suo editore, l'imprenditore sardo Renato Soru, che la decisione è stata presa in modo "condiviso".
In realtà, secondo le fonti del nostro giornale, l'uscita di scena di De Gregorio si dovrebbe a pressioni esercitate su Soru dalla cúpula del Partito Democratico, formata da Massimo D'Alema e Pier Luigi Bersani, che cercano un direttore più accondiscendente con la linea del primo gruppo politico di opposizione.
Il PD mantiene un'importante quota di controllo economico sul giornale, fondato da Antonio Gramsci, grazie alle sovvenzioni che i partiti politici ricevono dal fondo statale per l'editoria. "I leader del PD hanno messo sul tavolo questa quota, e davanti alle difficoltà economiche che affliggono il giornale, l'editore ha accettato la sostituzione del direttore", spiega una fonte della redazione.
Concita De Gregorio si trova in questi giorni a Barcellona, la città natale della madre, e si tratterrà per tre settimane, scrivendo un libro, e non ritornerà più in redazione. Migliaia di lettori stanno contestando la decisione del PD, con una valanga di messaggi critici diretti a D'Alema e Bersani, sul sito del giornale e su Facebook.
In questi tre anni, la giornalista ha reso più moderno il giornale, già organo del PCI dal 1923 al 1992. Ha completato la sua trasformazione digitale (moltiplicando cinque volte il traffico sul web), e ha cambiato il tradizionale formato lenzuolo con un tabloid. Dopo una crescita delle vendite nei primi due anni, la forte concorrenza de "Il Fatto Quotidiano", nato nel 2009, ha frenato la ripresa de "l'Unità".
La linea editoriale è stata contraddistinta dalla denuncia attiva della corruzione morale ed economica del berlusconismo, la battaglia civile per i diritti dei giovani, gli immigrati e le donne, e la indipendenza nei confronti dell'apparato del PD. Il giornale ha accolto contributi della più varia provenienza, e si è impegnato in alcune campagne di raccolta firme, per esempio in favore della protesta del 13 febbraio e per i quattro referendum, contro l'opinione della nomenclatura del partito.
Forse la paura di questa capacità di mobilitare i cittadini ha influito sulla scelta del passaggio di mano voluto dall'apparato del PD. Ora il candidato più accreditato alla sostituzione del direttore è il redattore de "Il Messaggero", Claudio Sardo, coautore di un libro-intervista al segretario del PD, Pier Luigi Bersani, intitolato "Per Una Buona Ragione".


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