C'è la copia di un modulo fatto firmare a un deputato del Pd che «si impegna a versare la somma di euro 50.000 quale contributo alle spese che il partito sostiene per la campagna elettorale».[fonte Corriere cit.]
Sfoghi lamentosi come quello di un deputato, par di capire, eletto dal Carroccio: «Però non è giusto che tutti i partiti prendono i soldi dai parlamentari. Non va bene così. Non è una cosa corretta. La Lega è diventato un partito d'affari. Fanno quello che fanno tutti. E ti fanno firmare un contratto eh? Ti fanno firmare l'impegnativa. Hanno voluto un assegno post datato di 25.000 euro...».[fonte Corriere cit.]Adesso si comprendono l'ossessione per il vitalizio e la ritrosia a tagliarsi lo stipendio dei politici: molti di loro, stando a quanto riferito nella trasmissione di Nuzzi, hanno investito delle notevoli somme per intraprendere la carriera di parlamentare e quindi sono molto restii a rinunciare all'auspicato guadagno.
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Ancora una volta, di chi è colpa uno stato di fatto di questo genere, se non di chi ha permesso tutto questo creandone le condizioni? Dei partiti, chiaramente. Non è dato sapere se sia una prassi generale oppure riguardi pochi casi nè, del resto, fino a prova contraria, lo si può affermare se non in via presuntiva.Il risultato è comunque un grande senso di disagio e di ripulsa. Chissà perchè, sia che vi indulgiamo noi stessi in qualche misura oppure no, quando vediamo comportamenti moralmente riprovevoli in chi riveste cariche pubbliche ne rimaniamo sempre profondamente turbati e disgustati. Se questo è l'esempio, come stupirsi che poi la gente cerchi di arrangiarsi come può?