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Ecco perché Iran Deal rappresenta la grande vittoria di Putin!

Creato il 10 settembre 2015 da Nopasdaran @No_Pasdaran

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Apprendiamo dai media internazionali e da quelli italiani, che la Russia ha deciso di entrare militarmente al fianco di Bashar al Assad. Non solo: proprio in queste ore, dopo il diniego della Bulgaria e della Grecia, l’Iran ha concesso a Mosca lo spazio aereo per portare rifornimenti di armi e uomini a Damasco. La notizia sta creando allarme – motivatamente – per il rischio di un allargamento del conflitto o di uno scontro diretto tra grandi potenze.

Ancora una volta, pero’, molti politici ed analisti guardano al dito, dimenticando la luna. In altre parole, come siamo arrivati a questo punto? Come siamo arrivati al punto in cui, allo stesso Presidente Putin, non interessa neanche piu’ negare il coinvolgimento militare in Siria? In fondo, se ci pensiamo bene, la vicinanza di Mosca ad Assad non e’ una cosa nuova ed e’ dall’aprile scorso che si hanno notizie dei militari russi al fianco del dittatore siriano. E’ necessario, quindi, rimettere insieme i pezzi, per capire qualcosa di molto importante: l’accordo nucleare tra Iran e Occidente, rappresenta la grande vittoria diplomatica della Russia. 

Partiamo ad un presupposto: affermando che Mosca ha vinto con Iran Deal, non intendiamo affrontare il nodo tecnico dell’accordo nucleare, ma il suo messaggio politico e i suoi effetti pratici. Prima dell’Iran Deal e dopo lo scoppio della crisi in Crimea, la Russia era fortemente isolata, alla ricerca di un tentativo disperato di mantenere i suoi interessi geo-politici, cercando di nascondere (cosa impossibile), un suo coinvolgimento diretto nei conflitti. Erano quelli i mesi in cui si vociferava che il personale russo, stava scappando via dalla Siria. Un noto giornale, addirittura, titolava: “Putin sta abbandonando Assad e scappando dalla Siria?” (Observer). Erano quelli i mesi in cui, tra le altre cose, i diplomatici Occidentali esprimevano ancora una certa insicurezza sulla firma di un accordo nucleare con l’Iran (a giugno, infatti, si decise di prolungare ancora le negoziazioni). Poi qualcosa cambio’ e, il 14 luglio scorso, la Mogherini annuncio’ al mondo la firma dell’accordo con Teheran. Una firma benedetta da Vladimir Putin.

Perché? Perché Putin benedisse un accordo che – almeno teoricamente – rimetteva in gioco un potenziale competitor energetico e creava i presupposti politici per un riavvicinamento fra Washington e Teheran? In fondo, all’epoca dello Shah, proprio l’Iran rappresentava per la Russia uno dei principali antagonisti, in considerazione della sua alleanza con il blocco Occidentale…Beh, le ragioni sono almeno tre:

  • per il prestigio diplomatico: sostenendo l’accordo nucleare con l’Iran, Putin e’ passato da leader ostracizzato a politico lodato (primo fra tutti dal Presidente USA). Per un Presidente giudicato, sino a pochi giorni prima, una minaccia per la sicurezza dell’Europa, diciamo che si e’ trattato di un successo non di poco conto;
  • per il messaggio politico che Iran Deal mandava: Legittimando il programma nucleare iraniano – un programma clandestino e illegale – l’Occidente lanciava al mondo questo messaggio: “agite pure contro le norme internazionali tanto prima o poi noi, sappiatelo, verremo a patti con voi. Putin ha capito benissimo che, sostenendo l’accordo nucleare, avrebbe rafforzato questo deleterio messaggio. Non solo: l’Occidente e’ venuto anche a patti con un regime che abusa dei diritti umani, ha represso le sue proteste interne nel 2009 e finanza dal 1979 il peggior terrorismo internazionale. Al confronto, avrà pensato il Presidente russo, quello che fa Mosca e’ una nocciolina;
  • la libertà di vendere armamenti e tecnologia nucleare: dalla prima motivazione, deriva la seconda. Iran Deal ha messo in atto un meccanismo di competizione in tutto il Medioriente e amplificato la distanza tra Sciiti e Sunniti. In questo contesto – considerando anche la perdita di credibilità americana – la Russia si e’ perfettamente inserita in questo spazio, cominciando a vendere armi e firmando accordo nucleare con chiunque fosse disponibile. In primis con l’Egitto – il cuore del mondo arabo (al Monitor) – e successivamente con l’Arabia Saudita, teoricamente il grande antagonista di Iran e Siria (Defense Aerospace).

Geopoliticamente parlando, la Russia e’ un grande e potenze Orso Bianco che, senza uno sbocco ai mari caldi, rischia di essere rinchiuso in gabbia. Ecco la ragione per la quale Mosca sta tentando di approfittare della crisi tra Bruxelles e Atene ed ecco la ragione per la quale, soprattutto, la base navale di Latakia rappresenta per Mosca un perno fondamentaleDopo l’accordo nucleare del 14 luglio scorso, Putin ha iniziato una campagna diplomatica – in parte ancora in corso – per trovare un accordo con l’Arabia Saudita sulla Siria. Il tentativo e’ fallito, proprio per il disaccordo sul destino politico di Bashar al Assad. Messa da parte la diplomazia, il Presidente russo ha deciso di mostrare i muscoli. 

Se Obama ha scritto a Khamenei” – ha pensato Putin – “io adesso posso legittimamente difendere Bashar al Assad. Cosi e’ stato. Si badi bene: questo non significa che il destino di Bashar al Assad sia quello di restare alla guida della Siria a tempo indeterminato. Nel breve termine la sua posizione teoricamente si rafforza (basta leggere le parole di Velayati), ma lo scenario e’ ancora potenzialmente aperto. Questo significa, come sottolineato in altre occasioni (No Pasdaran), che Iran Deal ha condannato la Siria a non essere più uno Stato unitario. Se non si salverà Assad in persona, si salveranno i membri la sua cricca, perché saranno loro a dover garantire gli interessi di Mosca e Teheran in Siria. Questo, soprattutto dopo la benedizione americana all’ingresso della Turchia nel conflitto siriano e iracheno e dopo l’inizio dei bombardamenti francesi e inglesi.

Diversi mass-media stanno facendo passare il messaggio che, dietro l’intrusione delle grandi potenze in Siria, ci sia soprattutto la campagna contro il califfato di Isis. Quello che non si capisce, purtroppo, che la guerra a Daesh e’ solo la grande giustificazione – per quanto forte e motivata – con cui, ormai tutte le grandi potenze, stanno rafforzando il loro controllo su parte della Siria. Un controllo che, proprio grazie all’accordo nucleare con l’Iran, nessuno sara’ disposto a lasciare sia nel breve che nel lungo termine. 



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