James Bond e James Dean non c’entrano. Maicon Douglas, quello dell’Inter e oggi della Roma, deve l’assonanza del nome con l’attore americano Michael Douglas a un errore commesso all’anagrafe.
Il padre voleva chiamarlo Michael, ma così non è stato. Il nome James Rodriguez manda ancora oggi ai matti tutti quelli che si sono leccati le dita al Mondiale guardandolo all’opera; suo il gol più bello della kermesse brasiliana. Acquistato dal Real Madrid per circa 75 milioni, è stato chiamato in diverse maniere con un dubbio costante: si pronuncia James come James Bond o James – ovvero Hames – alla sudamericana?
Ecco perché James Rodriguez si chiama James
Quest’ultima soluzione sembra quella favorita dal trequartista dai piedi nobili. Ma la questione, qui, è un’altra. Perché Rodriguez porta il nome James? Breve premessa. Il 23enne colombiano ha mantenuto il cognome del padre Wilson Rodriguez, che abbandonò lui e la madre Pilar Rubio Gómez quando il piccolo aveva ancora 3 anni. Ma James Rodriguez è cresciuto con Juan Carlos Restrepo James, il compagno della madre, che è stato il suo mentore nonché l‘uomo che ha promosso la sua carriera dall’età di cinque anni. Juan Carlos James era quello che quasi quotidianamente lo portava agli allenamenti e lo iscriveva alle scuole calcio migliori.
Come la Accademia Tolimense, dove James Rodriguez ha fatto gli straordinari per allenarsi nel tiro e nei calci piazzati; era già il più bravo, ha raccontato la madre Pilar. Uno di quei campionati disputati fu cruciale per prendere una decisione molto importante, cedere la casa di famiglia per scommettere sul figlio prodigio: “James non ha mai voluto essere un calciatore, nel momento in cui è nato lui era già un calciatore”, ha raccontato la madre.
Fu proprio il patrigno Juan Carlos Restrepo James a iscrivere James Rodriguez alla prima scuola calcio. A dodici anni firmò con l’Envigado, squadra di Medellin. Fino a quando il Banfield argentino lo portò sotto i riflettori del mondo intero. Nel 2010 approdò al Porto. Il resto, è già storia del calcio dei nostri giorni.