La manifestazione "delle periferie" per mettere in cattiva luce il sindaco Marino. Si scoprì poi che dietro c'erano i neofascisti, l'eversione nera e naturalmente il sindaco Alemanno e gran parte della sua ex giunta in prima linea
Dopo aver letto carte e documentazioni dell'inchiesta Mondo di Mezzo che ha finalmente fatto emergere in maniera chiara l'esistenza di una Mafia Capitale diversa e aggiuntiva rispetto alla Cosa Nostra siciliana, alla 'Ndrangheta calabrese, alla Sacra Corona Unita pugliese ed alla Camorra campana, forse è opportuno riguardare con occhi nuovi le recenti e meno recenti polemiche che hanno visto protagonista il nostro blog.
A partire dall'articolo più letto di sempre di Roma fa Schifo. Quell'articolo che, secondo alcuni, "difendeva" il sindaco dagli attacchi che stava subendo a causa di una Panda rossa di cui qualcuno si era dimenticato di rinnovare tempestivamente un permesso scaduto. Gli attacchi sono stati assai più velenosi (da parte sia di figure politiche che di cittadinanza comune) di quelli che da ieri sta subendo l'ex sindaco Alemanno, in fondo solo indagato per associazione mafiosa...Il fatto è che in quell'articolo c'era già tutto, 20 giorni prima. Ma proprio tutto tutto, c'era per fino il nome dell'operazione, chiamata dalla procura "Mondo di Mezzo" e da noi preconizzata con "Demi Monde", che è la stessa cosa ma in francese. Rileggiamo un istante la premessa di quel lungo articolo che comunque trovate qui.
Davvero voi siete tra quelli che pensano che il sindaco stia rischiando di saltare in aria per una questione di Fiat Panda rosse o di multe prese in automatico per una dimenticanza sul rinnovo del permesso? Mapperfavore! Marino è sulla graticola per un motivo molto diverso, ovvero perché con il suo modo di fare (manco si capisce se lo fa di proposito o se procede a casaccio) si è posto completamente al di fuori dei meccanismi criminali, mafiosi, consociativi e di corruttela che reggono Roma da decenni e ai quali ogni sindaco, nolente ma soprattutto volente, ha dovuto adeguarsi. Meccanismi che muovono un sacco di consenso e un sacco di denaro sottraendolo all'erario pubblico ed ai servizi per direzionarlo nelle tasche giuste. Il sindaco è al di fuori di queste logiche, non le conosce, magari non le combatte neppure, ma le ignora e questo è ancor più pericoloso per il sistema di potere che lo sostiene e che, assieme alla destra in una finta alternanza ed in una finta dialettica maggioranza-opposizione, ha spolpato la capitale del paese in un modo riprovevole e senza raffronti in altre città europee e occidentali. Ecco una decina di elementi che segnano una grande discontinuità tra Marino e i suoi predecessori. Si tratta dei veri motivi per cui il PD, con un'operazione di comunicazione anche piuttosto rozza (avete fatto caso come si parla dei problemi di Roma, gli stessi da decenni ma oggi presenti in tutte le trasmissioni tv? Avete fatto caso ai raffazzonati editoriali di Repubblica e Corriere?), sta mettendo all'angolo il sindaco per ricattarlo, per imporgli di smetterla, per intimargli di interrompere lo sbullonamento del sistema economico che garantisce in vita il demi monde che ha ucciso la città, per metterlo sotto tutela e per far sì che non continui a intralciare chi vuole continuare a fare affari illecitamente su quel che resta di una città.Avete letto? Siamo al 18 novembre e già si parlava di tutti i temi che sono stati di questo blog per 6 anni. La mafia romana, la criminalità trasversale della destra e della sinistra, la macchina del fango per umiliare chi non si piega. C'era in filigrana il riferimento ad "ogni sindaco" (e infatti l'inchiesta ha interessato anche la Giunta Veltroni), c'era il concetto di "finta alternanza" tra le due parti politiche che si sono divisa e scarnificata la città da quarant'anni a questa parte. Insomma c'era tutto. Fino ad arrivare al "sistema economico che garantisce il demi monde (il Mondo di Mezzo che poi è apparso in tutta la sua allucinante chiarezza dopo 20 giorni da questo scritto) che ha ucciso la città". Insomma Giuseppe Pignatone ci deve pagare la Siae, ma gliela abbuoniamo perché lo amiamo e stiamo preparando un monumento, una piazza, una strada e un parco da intitolare - il più tardi possibile - a l'uomo che ha deciso di stappare il Porto delle Nebbie, il Tribunale più mafioso d'Italia. È proprio per questo che questo articolo (centinaia di migliaia di visualizzazioni, una cosa impressionante) ha dato fastidio moltissimo. Chissà quanti tra gli arrestati e gli indagati lo hanno letto: loro sono alcune decine, certo, ma tutto quello che gli gira intorno e che non entra nelle carte della Procura è assai più grosso: per ogni persona c'è il suo entourage, il suo cerchio magico, i suoi familiari.
Il punto era ed è molto semplice: i mafiosi che garantivano la pax cittadina fatta sulla sottrazione sistematica di decine di milioni di euro di risorse dei cittadini da mettere nelle tasche di pochi avevano cercato in tutti i modi di far rieleggere Alemanno (come emerge dalle intercettazioni la giunta era già pronta), non riusciti a farlo - evidentemente visto i risultati dell'ex sindaco la force de frappe elettorale di questi criminali è molto meno potete di quanto voglia apparire, perché alla fine sempre quattro sfigati trogloditi sono - hanno puntato su Marino e sui suoi uomini.
Certo l'interlocutore non era dei migliori perché, come scrivemmo 20 giorni fa, queste dinamiche Marino neppure le conosce. È un po' ignorante in materia. Hanno puntato sugli uomini che Marino aveva attorno riuscendoci, ma solo in parte. Restava l'obbiettivo di disarcionare il Sindaco, restavano le assurde pressioni per elezioni nel 2015 (ma perché, se il sindaco è stato eletto nel 2013 e deve durare fino al 2018?), restavano le tempeste fatte scoppiare in un bicchier d'acqua ad arte, come quella della Panda. La narrazione doveva essere quella e averla scompaginata con il nostro articolo ci ha portato gli strali di un certo Marione. Vi ricordate? Non lo conoscevamo, ma poi scoprimmo questa figura inquietante: ex Nar, commentatore radiofonico, ma anche impegnato su questioni e problemi della città. Attaccò il nostro articolo in maniera davvero ignobile tanto che ci spinse a rispondere e a chiedere una replica in trasmissione, che ci venne accordata e poi, a poche ore dalla diretta, misteriosamente annullata.
Carminati che paga le affissioni abusive di Giovanni Quarzo
Carminati che parla con Marione, riferendosi sempre alle attività sulle affissioni
Poi leggi le intercettazioni e scopri le chiacchierate tra marione e Carminati, il boss dei boss della mala romana. E vedi che si parla anche di manifesti e affissioni. E capisci a quel punto perché Marione ti prende per i fondelli quando fai notare che Marino sta cercando di sistemare il settore della cartellonistica.
La cartellonistica poi è solo uno dei temi apparentemente minori di cui questo blog si occupa da sempre segnalando come dietro ad ogni forma di degrado si nasconda una Economia del Degrado (espressione coniata da noi almeno 4 anni fa) che su questo poggia e prospera. È il grande motivo per cui tutti ci attaccano e ci prendono in giro: "aho voi pensate agli adesivi sui pali e fotografate i ragazzini zingari sotto la metro". La stessa identica espressione, sia che siano luridi fascisti e ex appartenenti all'eversione nera degli anni Settanta e Ottanta sia che siano lerci topi di fogna dei movimenti e dei centri sociali. La critica è sempre quella. Poi emerge che le affissioni sono merce di scambio tra la mafia e gli eletti, poi emerge (testuale nelle intercettazioni di Buzzi, il braccio operativo di Carminati) che la gestione dei campi rom, tramite le associazioni che Buzzi gestiva fatturando tra un po' più della Apple ma con fatture pagate da tutti noi, frutta di più del traffico di droga. E speriamo che, ora che il tappo è saltato, escano tante altre cose perché c'è tutto il mondo della Cartellopoli (ci abbiamo dedicato addirittura un blog che abbiamo sempre definitivo blog anti-mafia) e c'è il mondo dell'ambulantato.
Pensate come devono essere contenti questi signori nel sentire, a Announo qualche giorno fa, Marino che dichiara di volerla far finita con i campi rom. Non certo per razzismo o per intenzione di far venire meno l'assistenza a chi ne dovesse aver ebisogno, ma per togliere enormi risorse economiche alla filiera criminale che si era appropriata di quegli appalti. Ora, dopo questi scandali, il Comune continuerà ad investire 25 milioni di euro l'anno sui campi rom o porterà questo investimento a zero?
E dai rom si passa facilmente agli zingari romani e si torna indietro al 2013, giugno. All'epoca Roma fa Schifo fece scalpore pubblicando questa foto qui sopra (qui il link). Ne scaturì una incredibile campagna di stampa, anche perché eravamo in pienissima campagna elettorale per il ballottaggio che si sarebbe svolto dopo qualche giorno. Alemanno rispose con una seconda foto in cui dimostrava che non era solo con un Casamonica, ma che era ad una cena con esponenti di tutti i partiti. Una cena organizzata dalle cooperative (da Buzzi!) per ringraziare i politici che alle cooperative erano vicini.
La foto pubblicata da Alemanno fu questa qui sopra e qui sopra vedete il lancio Facebook con il quale gli rispondemmo. Gli rispondemmo menzionando tanti tra i protagonisti che oggi, un anno e mezzo dopo, sono i protagonisti di Mafia Capitale, chiedendo spiegazioni. Ma non bastava perché quella foto (ieri l'hanno recuperata molti giornali) oggi diventa più significativa per i protagonisti che vi erano ritratti. Cioè Alemanno utilizzò per difendersi una foto che, guardata oggi, certifica l'intreccio affari, malavita, politica (e forse qualcosa dovrebbe dire l'attuale ministro Poletti...) che la Magistratura ha individuato: è la foto-simbolo del Mondo di Mezzo, quell'area grigia dove è possibile, in nome degli affari e dei soldi più che del potere, che mafiosi, tagliagole, criminali e faccendieri di bassisima vaglia si siedano allo stesso tavolo con sindaci, ministri, deputati, amministratori delegati di aziende pubbliche, ex ministri. Il giorno successivo alla pubblicazione della foto scrivemmo un breve articolo in cui decretavamo lo scatto Alemanno-Casamonica come il simbolo dei cinque anni di amministrazione che si stava concludendo.
Tutto questo per spiegare il motivo per cui i più attenti lettori di Roma fa Schifo non hanno avuto nessunissima sorpresa dai fatti emersi ieri. Nessuna sorpresa ma tanta felicità. Felicità che ora deve essere corroborata da una parte dal lavoro scrupoloso e rapido dei magistrati e dall'altra da un'azione politica radicale volta a sovvertire completamente le dinamiche di illegalità, crimine e connivenza su cui la città si è basata fino a ieri. A questo compito è chiamato il Sindaco Ignazio Marino a cui la Magistratura ha alzato una palla incredibile che ci auguriamo sia in grado di schiacciare. Anche facendosi aiutare da altre realtà in un consiglio comunale che rimane infame e corrotto (si prendono i voti grazie alle campagne di affissione abusive pagate da Carminati, giusto per dirne una). Non a caso qualche giorno fa abbiamo fatto appello al Movimento 5 Stelle per un ingresso in maggioranza e in giunta segnalando, testuale, "le condizioni di assoluta emergenza" in cui versa la città e che dunque chiamano alla mobilitazione tutte le persone oneste. Le quali, oltre che oneste, ci auguriamo siano anche capaci (e lì ti voglio!) a condurre la capitale del paese nella normalità. Anche perché al di là dell'onestà e dell'estraneità a certe dinamiche e al di là di alcuni punti di discontinuità che abbiamo tratteggiato nel famoso articolo, per il resto non c'è nulla e la città è governata in maniera - come da tradizione - inaccettabile. È finalmente giunto il momento di cambiare tutto e per la prima volta ce n'è la possibilità. Sciuparla sarebbe tanto criminale quanto i crimini perpetrati da Mafia Capitale.