Roma fa Schifo è dalla parte di Uber. Come è dalla parte di tutte le innovazioni che permettono alla mobilità urbana di, semplicementa, cambiare. Attenti alla parola: cambiare. Nel contesto italiano, infatti, ogni cambiamento (attenti alla parola: cambiamento) è bene accetto. E se leggi vecchie di trent'anni non ne contemplano l'esistenza sono le leggi a doversi adeguare come si sono adeguate in tanti altri paesi. Perché l'impostazione mentale (si veda il video qui sopra) secondo cui "qui mica stiamo in America" è l'impostazione mentale che ci ha ucciso. E' il cancro maligno al nostro cervello che si sta portando via il corpaccione di un paese che, in passato, ha saputo rispondere con coraggio, e non arroccandosi come ora, ad ogni genere di innovazione.
Quale è il problema? Che i tassisti, e i loro rappresentanti, non capiscono nulla - nulla! - di mobilità. Mentre tutti gli altri soggetti che si stanno affacciando sul comparto della mobilità urbana (Uber, certo, ma anche Enjoy, Car2Go e mille altri servizi che compariranno a breve perché non si possono fermare le cascate con le mani anche se sei una categoria di prepotenti con quella percentuale che non guasta di avanzi di galera), tutti gli altri soggetti, dicevamo, al contrario dei tassisti, ci capiscono eccome. E puntano a dare servizi - di qualità, ben voluti dai consumatori - ed a fare di conseguenza affari.
Ai tassisti non interessa neppure questo: non interessa neppure fare affari. Si contentano del minimo, quasi degli impiegati di se stessi. Non giocano d'attacco: solo in difesa. Sono una pedina fondamentale della mobilità urbana e se ne fottono. Perché il loro lavoro è diminuito? Perché il loro ruolo non decolla? E' molto semplice: perché loro sono auto pubbliche, che saranno vieppiù utilizzate quando l'utilizzo dell'auto privata sarà disincentivato. Meno è comodo usare l'auto privata, più si fa ricorso ad altri mezzi. E così magari si esce a piedi, ma poi a ritorno si è stanchi e si piglia il taxi. Così magari si esce in metro, o in bici (con la pieghevole, che entra nel baule) e poi al ritorno e freddo e si opta per un taxi. E così via. Diminuendo l'utilizzo del mezzo privato, il ricorso al taxi si moltiplicherebbe. Invenzione di Roma fa Schifo? Falso! Funziona così dovunque su questo nostro pianeta. Oriente e occidente. Cina e America. Dovunque. Fuorché a Roma.
Si aprono le ZTL, si consente alla gente di entrare in centro fino alle 23 con la propria vettura privata e i taxi tacciono. Si trasformano tutte le isole pedonali in parcheggi abusivi incentivando chi prende l'auto propria e i taxi tacciono. Si smantellano le corsie preferenziali che permettono ai taxi di essere decisamente più sexy, quanto a velocità commerciale, rispetto alle vetture private e i taxi che fanno? Tacciono! Si sminchia il sistema delle strisce blu e i taxi tacciono. Si consente la sosta selvaggia dovunque e i taxi tacciono. Sono centinaia di milioni di euro l'anno che vengono tolti dal trasporto pubblico e vengono artificiosamente consegnati al trasporto privato. Però poi fanno lo sciopero contro Uber che semmai è qualcosa che incentiva i cittadini più sensibili a vendersi la macchina di proprietà e a passare a modalità di spostamento più urbane, contemporanee, civili. E chi si vende l'auto di proprietà - magari proprio rassicurato dalla presenza di un Uber - poi sarà, da domani, anche, di tanto in tanto, un cliente taxi laddove prima di liberarsi della propria auto non lo era mai. Dunque non è affatto vero - è una bufala clamorosa e lo dimostrano i raffronti con le grandi altre metropoli europee - che a Roma ci sono "tanti e forse troppi" taxi, come dicono i poveri soggetti intervistati. Non ci sono troppi taxi, ci sono pochi clienti. Perché i clienti vengono 'rubati' ai taxi da una mobilità non governata, lasciata in abbandono.
Il problema dei taxi è che questo non lo capiranno mai. Continuano a lottare contro di noi e contro loro stessi in una maniera che non ha giustificazione alcuna. In una maniera che è legittimata solo dalla stupidità collettiva di una categoria. Purtroppo - e le condizioni del paese lo dimostrano - non l'unica categoria di stupidi in Italia... Ché il problema della nostra nazione è proprio arrivato ormai ad una questione di comprendonio. Non ci arriviamo. Non è neppure colpa nostra. Non siamo all'altezza. Punto.