Uno dei temi del referendum dei giorni 12 - 13 Giugno sarà il nucleare. Si è tanto sentito parlare, dopo i recenti avvenimenti, di centrali nucleari, reattori, nocciolo di fusione, livelli di radioattività, "nuova Chernobyl" e numerosi altri termini che non appartengono alla sfera quotidiana del popolo Italiano. Non che di essi se ne debba parlare tanto quanto di politica (che di politica, poi, se ne parla davvero?) ma quantomeno essere coscienti di appartenere ad un mondo "scientifico" che ha per oggetto il nostro pianeta e per soggetto la ricerca scientifica non è certo un dettaglio trascurabile. Tutt'altro. Non vi parlo da esperto poichè non sono in possesso delle conoscenze necessarie per affrontare l'argomento. Ma credo che nel Paese con il maggior tasso di operazioni di tipo mafioso, siano esse legate agli appalti, al riciclaggio dei prodotti di scarto, ai malaffari o ai giri di prostituzione e droga, l' installazione di un impianto nuclare sia da escludere, se non a priori, dopo un buon esame di coscienza. Ci sono campi in cui è possibile fiutare la presenza della criminalità organizzata e conseguentemente intervenire. Ma ci sono anche delle operazioni in cui "la macchina del fango" di cui parla Roberto Saviano (e risparmiamoci il triste riferimento alla psicosi dello scrittore campano riguardo ai meccanismi mafiosi) agisce in maniera tanto subliminale quanto efficace e soprattutto, agisce parallelamente allo Stato legale. Pur volendoci risparmiare la questione delle gare d' appalto presupponendo che anche per la mafia possa essere difficile inserirsi nel piano di costruzione di un' impianto di rilevanza comunque internazionale, consideriamo il problema delle scorie: dove andrebbero a finire? Non è di certo una domanda nuova ma è una domanda lecita. Si potrebbero inviare all'estero, riconvertirle e poi spedirle nuovamente qui, in Italia. Ma questo andrebbe ad aggravare ulteriormente il nostro già ingente debito pubblico costituito, ricordiamolo, anche dalle spese dell'attuale piano nazionale per lo smaltimento dei rifuiti organici e delle materie inorganiche.
Ma con il nucleare avremmo una fonte di energia solida sulla quale far leva per risanare un tale disastro economico; peccato che in Italia non vi siano giacimenti di uranio. Ma a questo punto l'uranio andrebbe importato, i rifiuti del processo di fusione esportati ed il materiale lavorato nuovamente importato, il tutto per poi rifornire di materia prima quei Paesi che avessero bisogno di costruire armi nucleari. Non si tratta di catastrofismi. Il fatto che la legge di mercato quella del guadagno soppiantino qualunque etica morale è cosa risaputa, oltre che riscontrata. Chi era Gheddafi, alla fine, se non uno dei primi partner commerciali del governo Italiano? E anche scongiurando il riutilizzo del prodotto ultimo a scopi militari, come faremmo ad evitare che ciò che è dannoso per noi (Italiani, Europei, Americani, Cinesi ecc...) non vada a finire nella mani di chi ne faccia un possibile uso improprio?
La soluzione parziale potrebbe essere costituita dalle centrali al torio; i vantaggi e gli svantaggi di questi tipi di impianti sono esposti nei siti che vi elencherò a fine articolo. Sappiate comunque che anche in quel caso sono in ballo grandi quantità di rifiuti radioattivi, seppur per minor tempo e magari con indici di pericolosità inferiori. L' analisi del problema è duplice: vi è un aspetto scientifico ed uno politico. Ma se non saremo in grado, in un futuro prossimo, di fornire alla scienza delle basi solide sulle quali poggiarsi, il progresso e la ricerca ristagneranno per lungo tempo. I fondi investiti in questo settore sono sempre stati una delle croci del nostro Paese.
Non siamo di fronte ad un cane che tenta di mordersi la coda o ad un circolo vizioso senza fine. La situazione italiana, semplicemente, non va risolta partendo dal nucleare. Abbiamo ben altri problemi che, all'evidenza, non siamo in grado di gestire. Poniamoci piuttosto delle domande basilari: abbiamo una politica costruttiva ed un governo in grado di offrire un lavoro a chi ha studiato e di riconoscere il valore dei progetti elaborati dai nostri studiosi? Abbiamo un sistema scolastico ed universitario valido? Abbiamo ancora, noi ragazzi, la voglia di concorrere al bene del nostro Paese? A molte di queste domande, oggi, non abbiamo risposte.
Per la documentazione scientifica, vi segnalo alcuni siti interessanti e quanto più imparziali, oltre all' opinione del premio Nobel per la fisica nel 1984, Carlo Rubbia:
Zona Nucleare
Forum Nucleare
Magazine Cultura
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