Ventisette settembre duemilaquindici. Trentatré anni vuole la luna insanguinata e ora che sono passate due notti altri diciotto anni aspetteremo per vedere una nuova eclissi.
Intanto io accarezzo i capelli là dove tu li hai strappati.
Avevi un paio di stivali e hai detto: vieni qui.
Io fiutavo l'aria, ero prudente.
Tu hai detto: più vicina.
Poi mi hai dato un calcio e un altro e ridevate tutti finché vi siete annoiati e avete deciso di andare a pranzo.
Hai bevuto un bicchiere di vino, hai pensato di tornare a casa.
Ora non senti il soffio leggero, le sfere che ruotano lente.
I centri tornano a cercarsi.
Qualcosa scende sul tuo capo.
Adesso guardati da me.