I bisogni del mercato
“Secondo una recente indagine del Centro studi di Unioncamere, le aziende stanno rispondendo alla crisi e alle difficoltà facendo ricorso alle loro migliori energie imprenditoriali per modificare aspetti importanti della loro attività e organizzazione produttiva: offerta di prodotti di elevata qualità, attenzione ai contenuti di immagine del prodotto e dell’azienda, ricerca di costi competitivi in funzione della clientela, contenimento dei margini e ottimizzazione dei costi.
In particolare il 40% delle Pmi appare sempre più rivolto a prodotti o tecnologie in grado di garantire risparmio energetico e minimizzare l’impatto ambientale”.
La Green Economy, sembra dunque una della strade percorribili per far fronte alla crisi e dar vita a nuovi posti di lavoro all’interno di una filosofia che unisce perfettamente innovazione, rispetto degli equilibri ambientali e crescita economica.
E’ proprio in questa direzione che si inserisce la figura dell’Ecomanager (Fonte: Proposta Lavoro).
LA PROFESSIONE
Ecomanager
Ruolo e mansioni
A partire dal rispetto dell’insieme delle norme che tutelano la sicurezza e l’ambiente, l’Ecomanager è colui che si occupa di dar vita e di coordinare le politiche ambientali di un’azienda; si rende dunque necessario per questa figura, un costante rapporto con i vari aspetti che caratterizzano un’impresa, al fine di generare dei processi produttivi a ridotto impatto ambientale.
Una volta effettuato un controllo approfondito dell’azienda il ruolo primario dell’Ecomanager si esprime su vari livelli:
- ricerca di prodotti e linee d’azione che siano orientate alla riduzione dell’impatto ambientale,
- selezione della normativa più in linea per l’azienda committente allo scopo di tutelare l’impresa da eventuali sanzioni sia sul versante penale che amministrativo,
- proposta all’impresa di piani di finanziamento agevolati.
L’Ecomanager, quindi, razionalizzando l’uso dell’energia tramite l’individuazione di particolari procedure e strumenti, genera resoconti sui dati energetici eventualmente richiesti dal Ministero dell’industria nel momento in cui l’azienda abbia fatto richiesta di contributi e struttura per conto dell’impresa committente un particolareggiato piano di politica ambientale.
Percorso formativo e competenze
Predisposizione al lavoro di squadra, alle pubbliche relazioni, alla coordinazione di risorse umane, capacità di problem solving e di individuare rapidamente le problematiche di una situazione facendone emergere aspetti positivi e negativi, rappresentano solo alcuni dei requisiti di base richiesti all’ecomanager, il quale deve necessariamente possedere competenze che afferiscono a diversi ambiti:
- Legislazioni e normative della sicurezza e dell’ambiente.
- Nozioni di economia (in particolare nel settore fiscale e finanziario), di ingegneria (per effettuare scelte razionali rispetto alle tecnologie da adottare).
A questi settori base risultano essenziali anche la conoscenza ed il padroneggiamento dell‘inglese, una completa conoscenza della cultura dell’ambiente e delle imprese e spiccate capacità di analisi.
I percorsi accademici che consento di acquisire tali competenze sono rintracciabili fondamentalmente nei corsi di laurea in Economia, Economia dell’ambiente, dello sviluppo e del territorio, Scienze forestali e dell’ambiente, Ingegneria dell’ambiente e del territorio, Ingegneria del controllo ambientale, Giurisprudenza, Geologia, Scienze politiche.
Tipo di assunzione e stipendio
Contratti Co.Co.Pro con uno stipendio che oscilla dai 1.200€ ai 1300€ è in genere il punto di partenza per un ecomanager il quale, dunque, dopo un percorso nelle vesti di ecomanager junior può ambire al contratto a tempo indeterminato ed un’assunzione da dirigente, con una retribuzione che può arrivare ad oltrepassare i 2.200€ per corso che porta un ecomanager ad a essere assunto con contratto a tempo indeterminato nel ruolo di dirigente.
Simona Lauri