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ECommerce in Italia

Creato il 08 febbraio 2013 da Mcnab75

ECommerce in Italia

Torno brevemente sulle faccende relative al commercio elettronico in Italia, visto che nel mentre ho approfondito l’argomento leggendo questo interessante libro: Il manuale dell’e-commerce, di Roberto Ghislandi. Il saggio è pieno di spunti utili per chi ha intenzione di aprire un “negozio virtuale” sul proprio blog, sia che si tratti di vendere ebook, mp3 o beni fisici più classici.
Il prezzo, ventisei euro secchi, è senz’altro di quelli impegnativi, ma se avete una mezza idea di lanciarvi in un’attività del genere fateci un pensierino. Gli argomenti trattati sono di varia natura:

  • Vantaggi e sfide del commercio elettronico
  • Prima di cominciare: benchmark e opportunità
  • Progettazione del sito
  • Amministrazione e back-office
  • Design ed esperienza di acquisto
  • Aspetti normativi e fiscali
  • Promozioni e offerte
  • Web analytics e analisi dei risultati
  • SEO e ottimizzazione delle performance
  • Pubblicità con Google AdWords
  • Web marketing ed email marketing
  • Mobile e social commerce

Molto interessante è anche il discorso introduttivo al manuale, che analizza la situazione generale dell’eCommerce nel nostro paese. Ed è proprio qui che casca l’asino. Pur essendo uno dei colossi economici occidentali (almeno sulla carta), l’Italia risulta fermo ancora a un concetto molto “fisico” del mercato. I dati sono sconfortanti.
Innanzitutto il nostro è l’unico paese europeo in cui la vendita online dei servizi supera quella dei beni fisici (65% contro 35%).
Il settore turistico è quello che fa da padrone, con oltre il 50% del mercato online coperto da transazioni di questo genere Ci sono punte del 70% per quel che riguarda i servizi di biglietteria.
Segue, a grandissima distanza, il settore relativo a elettronica e informatica, che totalizzano il 10% dell’online.
Sempre al 10% si attestano gli articoli d’abbigliamento, sportivo e classico.
Le assicurazioni online si attestano da anni al 9%.
Editoria, audio e musica arrivano a un miserevole 3%.
Cibo e in praticolare grocery toccano l’1%, causa tutta una serie di problemi legati alla logistica.
Il resto se lo spartiscono tutti gli altri settori, nessuno dei quasi arriva però a 1% netto.

ecommerce

Numeri che fanno girare la testa, vero?
Le cause di questo scarso impatto dell’eCommerce sul nostro mercato sono molteplici. Si va dalla ritrosia (quasi superstiziosa) nell’utilizzare le carte di credito online, alla mancanza di un’adeguata informatizzazione del paese. Cosa che qui a Milano si nota poco, ma immagino che altrove sia praticamente un dato di fatto.
Di mio aggiungo, anche se il manuale non ne parla, una discreta disfunzionalità del sistema postale, e anche di alcuni servizi di corrieri espresso. Non di rado mi capita di sentire storie di amici i cui prodotti ordinati via internet vanno a perdersi o subiscono ritardi incredibili nella consegna.
Tuttavia via credo che, di fondo, ci sia soprattutto una poca dimestichezza con questa nuova frontiera del commercio. E anche tante ignoranza in materia.
Eppure le prospettive di crescita non mancano. Informarsi e stare al passo con le evoluzioni dell’eCommerce è indispensabile, se si vuole arrivare puntuali all’appuntamento col boom che, per inerzia, arriverà anche qui.
Prima o poi.
Poi?

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