Economia al palo, il Pil a 385 miliardi, è il dato più basso dal 2000

Da Pukos

L’Istituto di statistica ha rivisto al ribasso la variazione acquisita per il 2014 dal -0,2% di fine agosto al -0,3%. Con i nuovi parametri europei viene cancellata anche la crescita dello 0,1% registrato nell’ultimo trimestre del 2013. Il nostro Paese in stagnazione da 3 anni. Il deficit peggiora al 3,8% nel primo semestre, meglio la pressione fiscale

L’Italia continua a non crescere. Il livello del Pil nel secondo trimestre del 2014 secondo i dati dell’Istat è calato fermandosi a 385,776 miliardi di euro. Si tratta del valore più basso dal primo trimestre del 2000, ovvero da 14 anni.

Per quanto riguarda il primo trimestre 2014 il dato è stato rivisto al rialzo dall’Istat in base alle nuove regole sui conti nazionali, registrando così una variazione nulla sul trimestre precedente (dal -0,1% della ‘vecchia’ stima). L’Italia è quindi in stagnazione, considerando che il secondo trimestre è confermato a -0,2%. I numeri dell’Istat confermano dunque la stagnazione del nostro Paese, che non cresce ormai dal 2011.

E cala ancora il potere di acquisto delle famiglie consumatrici, cioè il reddito in termini reali, che nel secondo trimestre del 2014 è sceso dell’1,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% su base annua.

Il dato del primo semestre vede così il potere d’acquisto fermo, con una crescita zero. I numeri, aggiornati dall’Istat in base ai nuovi principi statistici del Sec2010, dicono anche che il Pil dell’Italia non è più cresciuto in termini congiunturali sin dal secondo trimestre del 2011.

Il Prodotto interno lordo, infatti, è risultato negativo pure nel quarto trimestre del 2013: -0,1%, quando finora ci eravamo illusi di aver centrato un mini-rimbalzo, dato che la ‘vecchia’ stima indicava un +0,1%. Peggiora anche la variazione acquisita per il 2014 che è pari a -0,3%: nell’ultima stima diffusa lo scorso 29 agosto era al -0,2%.

Da un’altra pubblicazione dell’Istituto, relativa al conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche, emerge invece che un peggioramento dell’andamento del deficit/Pil. Nei primi due trimestri del 2014 il rapporto tra indebitamento netto e Prodotto è stato pari a 3,8%, con un peggioramento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno prima.

Nel secondo trimestre, in particolare, l’indebitamento è stato dell’1,1%, superiore di 0,4 punti percentuali nel confronto con lo stesso trimestre del 2013. Dati positivi sul fronte della pressione fiscale: nei primi sei mesi dell’anno è stata pari al 40,7%, in calo di 0,5 punti percentuali su base annua (era al 41,2%).

Si rovescia la medaglia, però, guardando solo al secondo trimestre: registra un aumento di 0,1 punti, con la pressione al 43,2%. Ad aprile-giugno, aggiunge l’istituto di statistica, il Pil è aumentato su base trimestrale dell’1% negli Stati Uniti e dello 0,9% nel Regno Unito, è rimasto stazionario in Francia mentre in Germania ha avuto un calo dello 0,2%.

Nel confronto annuo c’è stato un aumento del 3,2% nel Regno Unito, del 2,5% negli Stati Uniti, dell’1,3% in Germania e dello 0,1% in Francia.

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