ECO…nomia CAPITOLO 18

Dalla conferenza “L’ECONOMIA NEL MAGISTERO DELLA CHIESA” è stato trascritto l’intero discorso del dott. Davide Maggi, professore associato di economia aziendale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale – Novara

Il secondo elemento di questo trittico è il principio della ridistribuzione o principio di equità. Questo principio è stato dato da attuare alla pubblica amministrazione. La pubblica amministrazione deve realizzare l’equità distributiva. Attraverso il principio della capacità contributiva e le politiche economiche che devono determinare i criteri e i mezzi per ridistribuire la ricchezza.

Il terzo principio che chiude questo trittico è il principio della reciprocità. Ovvero il principio della fraternità, toccato da Benedetto XVI, che chiude il trittico così come nel trittico della democrazia. Dove la libertà è la logica del mercato, l’eguaglianza è indicata dalla logica distributiva, la reciprocità sta nella solidarietà. Nel trittico di Benedetto XVI la reciprocità sta nella fratellanza. Infatti poiché la reciprocità è la capacità di sviluppare fiducia, essa si realizza se è capace di sviluppare la cultura del dono.   Secondo l’impostazione dell’economia civile, se manca uno di questi tre elementi il sistema non è un sistema che può funzionare bene. Dunque un sistema che genera gravi problemi. Se noi consideriamo gli Stati occidentali, a partire dal secondo dopoguerra, vediamo che essi hanno sviluppato molto il tema del mercato e dello Stato. Quindi i primi due elementi del trittico che stiamo esaminando. Mercato come ambito eminentemente produttivo e lo Stato come ambito tipicamente distributivo. Questo in sostanza è stato il modello keynesiano. Keynes diceva che se ci sono situazioni dove il risparmio è inefficiente, deve essere lo Stato a riassorbire il divario attraverso il debito pubblico. Ora non tutti possono adottare il modello keynesiano e non sempre può essere applicato. In Italia ad esempio non è possibile.

to be continued – sabato prossimo

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