Leggera risalita del comparto alimentare della carta e della cartotecnica.
Negativi invece, il comparto della lavorazione dei minerali non metalliferi (ceramiche e materiali da costruzione), l’insieme delle piccole imprese e la provincia di Terni
Gli analisti convergono nel ritenere che l’economia italiana stia toccando, perla seconda volta in cinque anni, il fondo di una dura recessione. Le aspettative lascerebbero intravvedere un possibile rimbalzo congiunturale in grado di restituire un po’ di ossigeno alla imprese duramente provate e persino di innescare un percorso di ripresa. Si è convinti che la sfiducia abbia compresso la domanda interna ben oltre quanto giustificato dalla situazione oggettiva dei bilanci familiari e aziendali; che gli acquisti di beni durevoli siano scesi molto più del reddito reale disponibile; che gli investimenti siano ai minimi storici in rapporto al PIL e, nel contempo, siano al minimo anche le scorte di materie prime e semilavorati. Contemporaneamente sono sembrati allentarsi tre grossi impedimenti alla ripresa: le restrizioni creditizie imposte dalle banche alle imprese (e alle famiglie), la restrizione oltre misura dei bilanci pubblici e il ripiegamento della domanda globale. Se quelli descritti sono i “fondamentali” dello scenario di riferimento, allora appare più che mai necessario ripristinare e mantenere, nel nostro Paese, una cornice di stabilità politica: solamente dentro una cornice di stabilità, infatti, potrà raccogliersi il necessario consenso sulle misure più efficaci per il rilancio dello sviluppo e il miglioramento della congiuntura nei trimestri a venire. Si tratta dunque di fare in modo che non si creino nuove situazioni di sofferenza tali da indurre, in tutti gli operatori, comportamenti prudenti e difensivi fino al punto di spostare su altri soggetti il contagio della crisi, in un giro vizioso senza fine. Al contrario, l’avvio della ripresa può contribuire a migliorare gli umori e i conti economici, ad invertire il segno dei saldi finali dei bilanci di banche e imprese e a dar vita ad una robusta spirale virtuosa.
ANCHE IN UMBRIA SI VIVE IN UN DIFFICILE EQUILIBRIO TRA ORIZZONTI DI FIDUCIA E ISTINTI DI DIFESA
La situazione incerta del Paese caratterizza anche l’Umbria, colpita pesantemente, in questi ultimi mesi, dal prolungarsi imprevisto della crisi economica. Come prevedibile, le imprese più fragili – per dimensione, per poca accortezza nel passato, per impreparazione o per eccesso di fiducia – hanno arrancato, si sono sfibrate e, alla fine, hanno gettato la spugna. Il comparto terziario ha drasticamente ridotto il numero dei dipendenti contribuendo, anche se involontariamente, all’avvitamento della recessione. Resistono sul campo, ostinate, le imprese che meglio si sono sapute organizzare perseguendo innovazioni di ogni genere per almeno sopravvivere in attesa di tempi migliori.
fonte: Confindustria Umbria