di Matteo Zola
Diceva Lev Tolstoj che quando l’opposizione tra parti in causa si fa radicale, e lo scontro si polarizza in due fazioni antitetiche, a uscirne soffocata è la verità che, per definizione, sta nel mezzo. Nel dibattito in corso, tra modelli argentini o islandesi, indignados spagnoli o romeni, governi più o meno tecnici, manifestanti pacifici o squadristi, troviamo una economista che con la sua “esile voce” lancia un’allarme passato pressoché sotto silenzio.
L’Esm, un mostro finanziario
Lei si chiama Lidia Undiemi, economista dell’Università di Palermo, recentemente ospite della trasmissione di Rai Tre, Linea Notte, nella quale dice chiaro e tondo che dovremmo fare occhio a una cosa chiamata Esm (European Stability Mechamism). Un fondo salva-stati che è come “un secchio bucato” nel quale verranno pompati soldi dei cittadini europei ma che sarà sottratto a qualsiasi controllo politico.
L’Esm è un fondo di salvataggio europeo pensato per affrontare la crisi debitoria che, al contempo, è un’entità finanziaria sovranazionale sottratta al controllo della stessa Unione, cui gli Stati partecipano non più come governi sovrani ma (così dice la Undiemi) “in qualità di soci debitori”. Il pool di “tecnici” che compone l’Esm è sottratto a qualunque giurisdizione e non è perseguibile per le sue azioni. Tradotto: i cittadini danno soldi allo Stato, lo Stato li dà all’Esm, l’Esm fa quello che vuole senza risponderne a nessuno, e se sbaglia pagano i cittadini. Il fatto è che l’Esm è creatura dell’attuale leadership europea, Monti compreso. Solo la Gran Bretagna se ne è chiamta fuori.
Pensare l’alternativa è già un’alternativa
Lungi dallo sposare una causa, East Journal intende ascoltare la voce della Undiemi con un’intervista che verrà pubblicata la prossima settimana. La riflessione che la giovane economista invita a fare sembra però delle più grevi: la cessione di sovranità da parte dello Stato a organismi sovranazionali deve riguardare anche la sfera dell’economia? L’Unione Europea persegue finalità politiche o rischia di trasformarsi (se non lo è già) in una mega-istituzione finanziaria? In parole semplici: dove risiede il potere? E quale potere, politico o economico, è il “vero” potere? Chi ha diritto di esercitarlo? Come lo si può controllare?
All’inizio degli anni ’70, il primo ministro svedese Olof Palme, sosteneva che compito della politica fosse quello di “far crescere la pecora [il capitalismo] per poterla tosare”. E’ successo però che quella che un tempo era una pecora sia stata trasformata in una tigre senza regole né recinti, che pochi sistemi politici oggi riescono ancora a controllare e domare. In questo contesto la classe dirigente europea, ma anche americana, pensa di poter uscire dal monstrum creato da Bretton Woods con “più Bretton Woods”. L’Esm sembra essere una sorta di Fmi in salsa europea, istituzione nata appunto da Bretton Woods.