La necropoli di Ed-Dur, risalente al 100 d.C.
(Foto: Prof. Ernie Haerinck)
Alia Al Ghafli, responsabile del Dipartimento di Antichità e del Patrimonio ha affermato che le sepolture sono state costruite con pietre provenienti dal mare e sono di forma rettangolare. Queste sepolture consentiranno agli studiosi di acquisire nuove informazioni circa la vita degli abitanti della regione nel 100 d.C.
Le sepolture sono tutte orientate in direzione nordest, ad eccezione di una orientata verso nordovest. Le tombe sono state scavate tutte accanto alle abitazioni perché chi abitava questi luoghi credeva nella vita dopo la morte e pensava che vita e morte fossero profondamente legate e inscindibili l'una dall'altra.
Archeologi al lavoro tra i resti delle abitazioni di Ed-Dur
(Foto: Prof. Ernie Haerinck)
Sepoltura di bambino dalla necropoli di Ed-Dur
(Foto: Prof. Ernie Haerinck)
Ed-Dur è l'unico sito archeologico situato sulla costa del Golfo Persico ed ospitava, anticamente, una fiorente comunità dedita al commercio. Ed-Dur, infatti, era un porto che serviva l'antica città di Omana. Nel corso degli scavi protrattisi in tutti questi anni sono emerse ceramiche smaltate e monete provenienti da Italia, Grecia, Persia, Iraq meridionale e persino dall'India. Questo fa pensare che Ed-Dur fosse un porto internazionale, un punto di collegamento nel Golfo Persico con le rotte commerciali marittime del Mediterraneo e dell'Asia.
Ed-Dur, i resti del tempio di Shamash (?) (Foto: Gulfnews.com)
Ed-Dur, unitamente all'altro sito archeologico di Mleiha, nell'Emirato di Sharjah, risalente più o meno allo stesso periodo, permette di comprendere meglio le antiche tradizioni commerciali del popolo degli Emirati, offrendo le prove dei collegamenti marittimi e delle rotte commerciali nel Golfo Persico che arrivavano persino a Roma. Ed-Dur, inoltre, permette di studiare meglio le credenze religiose della popolazione locale prima dell'arrivo dell'Islam.Il sito di Ed-Dur è uno dei più grandi siti archeologici degli Emirati Arabi Uniti. Si affaccia sul lago di Al Beidha ed è circondato da una serie di dune di sabbia piuttosto elevate che lo proteggono dal vento proveniente dal mare aperto, a nord. E' solitamente associato al sito di Meliha, nell'Emirato di Sharjah. Da Ed-Dur partivano le derrate alimentari via mare, mentre Meliha forniva prodotti agricoli che non erano disponibili a Ed-Dur. Quest'ultima aveva, poi, una propria monetazione.
Vista di parte del sito archeologico di Ed-Dur (Foto: Flickr)
Lo scavo del sito ha portato alla luce un fortilizio squadrato, i cui lati erano lunghi quasi venti metri e con alcune torri d'angolo. All'interno di questo forte è stato rintracciato un edificio composto da diverse stanze, alcune monete e oggetti di ceramica. Il sito ha restituito anche alcuni scheletri sia maschili che femminili e strumenti utilizzati nella vita quotidiana della popolazione che l'abitava.L'edificio più importante di Ed-Dur era sicuramente il tempio, situato in una conca circondata da dune di sabbia sia ad est che a sud. La sabbia ha contribuito a conservare le mura perimetrali del tempio pressoché intatte fino all'altezza di 2-2,30 metri. Il tempio aveva due ingressi, il più grande dei quali si trova nella parte orientali. Su entrambi i lati ci sono due terrazze sulle quali, ipotizzano gli archeologi, potrebbero essere state poste le aquile in pietra trovate in situ. Le pareti esterne della porta occidentale erano ricoperte di intonaco ed entrambe le entrate erano decorate con motivi geometrici.
Nei pressi del tempio è stato scavato un pozzo circolare profondo circa sei metri. All'interno dell'edificio religioso è stato trovato un bacino rettangolare presso l'angolo nordest, posto su un'ampia base e recante una scritta in aramaico su nove linee. La scritta è piuttosto danneggiata, gli archeologi sono riusciti solo a decifrale la parola "sole" che, probabilmente, indica la destinazione del tempio a culto del dio solare Shamash.