Può accadere che una sera di estate tu veda un film in anteprima, che qualche giorno dopo tu lo riveda a tarda notte insieme ad un gruppo di impavidi in una piazza colpita da una pioggia incessante e che a distanza di mesi faccia una incursione di 24 ore ad un festival di genere e ti ci ri-scontri. Ma non è finita, i mesi passano e, trascorso quasi un anno, infine i cinema decidono di aprire le proprie porte all’esordio alla regia di Joe Cornish, ed è così che in pochi giorni carta stampata e canali TV si riempiono di mostri nerissimi dalle zanne fluo e tu non puoi che sorridere
Una mattina di agosto ho incontrato il neo-regista durante una conferenza stampa piuttosto animata da domande/risposte e da scambi anche piccati tra inglesi e francesi nella annosa battaglia tra i due popoli divisi dalla Manica. La pellicola era decisamente piaciuta, seppur di genere e con numerosi omaggi ad una filmografia più o meno nota ai presenti. Il regista ci porta in un sobborgo di Londra che ben conosce, non proprio una delle zone dell’high society, e in poche ore la riempie di agguerriti mostri a caccia di vendetta.
A suo tempo la storia, i colori, le situazioni avevano dato vita a questo scritto, che a distanza di mesi ho deciso di rispolverare ed arricchire, perché le invasioni aliene mi provocano piacevoli fremiti. D’altro canto come reagireste ad una storia serrata, che si svolge all’interno di pochi e stretti ambienti, in un cui un manipolo di giovani cercano di mettere una pezza alla disastrosa situazione causata da un loro eccesso di zelo?
Joe Cornish, impavido, si addentra in un mondo che non è esattamente il suo, e dimostra di avere stoffa. Non eccede e da vita ad un fanta-film ricco di azione con un budget visibilmente inferiore a quello a cui è abituato, anche se quest’ultimo effetto è parzialmente voluto. E’ infatti egli stesso a confermarci la volontà di creare un’opera che omaggiasse la cinematografia di genere (John Carpenter, primo fra tutti) popolata da mostri a basso costo, che non perdessero però le orripilanti caratteristiche che conferiscono loro credibilità. Fare cinema alla vecchia maniera si, creare un’opera raffazzonata mai!
Questi alieni sono una vera novità: mezzi lupi e un po’ scimmioni, decisamente dominati da animaleschi istinti, mentre con determinazione pongono in essere un sanguinoso salvataggio del caduto in mani nemiche. La loro cattiveria ci ricorda altre bavose creature di lontani mondi, ma qui sono i denti fluo ad attirare la nostra attenzione e farci realizzare che questi nerissimi esseri (mossi da stunt-men!) sono diversi ed unici nel loro genere, cosa che ci fa dire a gran voce “bravo!” a Cornish e compagni.
La sensazione, anche a distanza di tempo, è che sia un intelligente dveritissement che non perde mai di vista la realtà. La riproduzione delle baby gang è davvero fedele e ci ricorda il disagio delle periferie, ma il tutto avviene con insolita leggerezza e chiude con messaggio positivo: i teppistelli, inizialmente affetti da bullismo, ritrovano la propria smarrita coscienza che li trasforma in eroi.