Canti da ring ( 2004-2005)
Perché il giornalista dice a lei che è troppo trendy per essere un’intellettuale
Che il tempo l’esperienza e d’esperienza il tempo
È solo una questione di arte dell’oblio
Cioè senza più io o al limite la sua corteccia
Che come pelle al sole prima si abbruna e poi diventa
Scheggia
E lui mi dice che per portarmi a letto
Farebbe volentieri l’uomo oggetto
che a nulla serve la ginocchiera o il trucco
della matita all’occhio come una guerriera
e la matrice in vena delle cicatrici appena
sfiorate dalle sue dita, e mai toccate, forse
tradite
che il lutto che mi porto addosso non è il nero
ma di colori vivi quasi rossi, e poi sfumati in oro
di corpetto, e le caviglie fini per il volo
ed è un distacco quel che mi tiene a terra
e senza un dono
E lui le dice che per portarla a letto
scoparmi vuoi? Lei aggiunge
per te potrei giocarti l’uomo oggetto
Ripongo in una processione i gesti e il manto
Della serena oasi di vuoto del vulcano
Ed esperisco cenere sul viso
Per riparare il torto e il turbamento
Poi riso, e al giovane che si vuole cosa
Mostro la rosa sul polso e la lama al fianco