by Astasia
Le lettrici fameliche conosceranno quel circolo vizioso che recita: se ti è piaciuto questo titolo allora ti piacerà anche, oppure la variante chi ha acquistato questo titolo ha comprato anche... .Se riesci a rimanere abbastanza lucida, sei anche in grado di apportare una selezione quanto meno razionale nei titoli cloni che ti vengono proposti, ma se ti ritrovi nelle mie condizioni all'indomani della fine del terzo libro di Cinquanta Sfumature, sei pressochè una lettrice spacciata.
Che io abbia adorato Fifty non è un mistero per nessuno, ma non è di Mr Grey e soci che voglio parlare oggi, quanto dei miei penosi e irrazionali tentativi di rivivere con altri romanzi le stesse emozioni che ho provato fra le pagine scritte da E.L. James. A gettare benzina sul fuoco hanno concorso non solo una virata stretta del mercato editoriale verso quel tipo di letteratura erotica che richiamasse Fifty anche solo in lontananza, ma anche la mia possibilità di leggere in inglese.
Qualcuno è già in grado di capire come la mia fine fosse pressochè annunciata.
Ovviamente il primo pensiero va a Sylvia Day con il suo A nudo per per te. Recensioni d'oltreoceano entusiaste, tantissime analogie con Fifty e una Day che usciva vincente su molti fronti e quasi all'unanimità.dal confronto con Cinquanta Sfumature. Non potevo lasciarmelo scappare, ma se l'avessi fatto forse sarebbe stato meglio. Indubbiamente la Day maneggia una tecnica espressiva superiore della James, ma quanto a carisma dei personaggi io ho trovato solo il deserto.La protagonista femminile mi è risultata odiosa da subito, mentre lui ai miei occhi manca totalmente di quell'aurea di potere e possessività che mi ha fatto innamorare di Mr. grey.
Non si è creata alcuna aspettativa, ma solo squallidi teatrini di una coppia che non è in grado di dialogare.Una trama e dei personaggi ai miei occhi piuttosto insulsi, che mi hanno comunicato solo fastidio.Sento già alcune lettrici caricare i fucili, ma aspettate di arrivare in fondo. L'angioletto consigliere sulla spalla mi ha sussurrato che nutrivo troppe aspettative e che leggevo con il ricordo troppo vivo di Mr. Grey, insomma, dovevo abbassare il profilo.
Per farlo contento e anche scandalizzarlo, scelsi un libro per adesso pubblicato solo in inglese dal titolo Gabriel's inferno. Ero convinta di essere sulla buona strada: Gabriel è un professore universitario esperto di Dante Alighieri, mentre la protagonista è una studentessa all'ultimo anno. E in pieno stile Fifty, anche Julia Mitchell veste all'inizio i panni della fanciulla un po' imbranata al primo incontro, immagine secondo me mutuata da Bella di Twilight.
Il risultato però è stato davvero terrificante, Gabriel's inferno si è rivelato infatti un inferno da leggere e nel senso più negativo. Una trama scollacciata, un protagonista maschile che nei sogni proibiti dell'autrice doveva offrire un'austerità intrigante ed ermetica, ma che in fondo rasenta quasi la cattiveria gratuita. Mi rendo conto che non è facile rendere personaggi travagliati e inquietanti e spesso si tende a calcare troppo la mano, con il risultato che il protagonista si rende davvero odioso,come appunto a mio avviso accade in questo romanzo.
Mentre l'angioletto coll'indice mi bacchetta per la mia scelta (mi rendo conto che il suo parere alla luce del titolo è un po' di parte), mi giro verso il diavoletto sull'altra spalla che si sfrega le mani compiaciuto.
Cosa vuoi che sappiano gli angeli di erotismo, lascia fare a me! 90 giorni di tentazione è il titolo giusto, mi sussurra serafico.Dopo le precedenti scottature ero davvero reticente e non mi sbagliavo nemmeno questa volta. Una scrittura piatta e insipida, una narrazione in terza persona che è un'illusione, perchè il punto di vista è sempre e solo quello della protagonista. Genevieve accetta di sottostare ai desideri del miliardario James Sinclair per novanta giorni, non per un'attrazione fisica che non riesce a dominare, non per la curiosità di esplorare nuovi confini o per scoprire se stessa, no.....Genevieve accetta inizialmente solo per spuntare una commessa prestigiosa, che darebbe smalto e brillantezza alla sua carriera lavorativa. Personalmente non l'ho proprio digerito e non si può negare che fra le pagine di un libro io sia piuttosto democratica. Poi a rincarare uno squallore imperante ci si mette pure Sinclair con commenti davvero poco lunsinghieri nei confronti dellla donna. Il libro si è risparmiato un incontro ravvicinato con la parete solo per via di un finale che cerca di recuperare un po' di sentimento, quando comunque ai miei occhi il danno era ormai fatto.Errare è umano ma perseverare è diabolico, e il demonietto sulla mia spalla lo sa bene, per cui mi scodella un altro titolo, sussurandomi diabolico che era una proposta che non potevo rifiutare.Dopo l'inferno di Gabriel, mi brucio leggendo Giocando col fuoco di Sadie Matthews. Sono così stordita che nemmeno reagisco alla narrazione in prima persona, anche se un guizzo di interesse comincia a muoversi nella trovata di far sbirciare la protagonista attraverso la finestra ( è tanto Hitchcock e la Finestra sul cortile). Ma il divertimento ahimè nasce e muore, perchè Dominic si rivela un protagonista preda di una sindrome incurabile, pericolosa per tutti i Master o finti tali che escono dalle penne delle scrittrici: la cucciolite. Dicasi cucciolite quando il personaggio viene caricato di aspettative dalle tinte un po' tenebrose e molto forti per poi riverlarsi un cucciolo innocuo, capace di scondinzolare felice agli occhi delle protagoniste.Qualcuno si starà chiedendo se a questo punto finalmente io non abbia deciso di cambiare decisamente lidi e atterrare su nuovi pianeti di lettura, magari su quelli del giallo o della fantascienza. Nulla da fare, sono in crisi di astinenza e continuo imperterrita la via della distruzione. Bazzicando facebook incappo nel romanzo dal titolo Incontri Proibiti. Stessa spiaggia stesso mare, solo con una riduzione dei tempi ( e io dico per fortuna!).
La protagonista accetta la proposta indecente di trascorrere un week end dove avrebbe sottostato ai voleri del suo ex amante ora rinomato professore, bendata e senza contatti con il mondo esterno. Un fine settimana nel quale si concederà a lui senza indugio, dimenticando tutto, anche di essere una moglie e una madre.
C'era parecchia carne al fuoco, e io morivo dalla curiosità di leggere come Alexandra sarebbe venuta a patti con la sua coscienza, i turbamenti, le dicotomie. Con Incontri Proibiti sono perlomeno arrivata alla conclusione di aver toccato il fondo, cioè che peggio di questo ( forse) non sarei riuscita a leggere. Qui non c'e' finale che risollevi apparentemente una storia inclassificabile, non c'e' un'abilità espressiva che addolcisca l'amaro gusto di un rapporto che non esprime nulla, ma che al contrario proprio sul finale svelerà retroscena davvero terrificanti, e non c'e' sospensione dell'incredulità che vi possa salvare. Pensare che questa storia sia stata concepita come una trilogia mi provoca raccapriccio. Stremata da questa lettura potevo solo elaborare un pensiero coerente: ridatemi il mio Fifty! Il post originariamente finiva qui, perchè l'ultimo titolo aveva rappresentato davvero una lettura devastante per me. Forse è stato così bruciante che tutto quello che è venuto dopo poteva solo che essere quasi bello, per questo non mi è dispiaciuto il libro di R K. Lilley In Flight ( inedito in Italia), primo libro di una trilogia (non ho più nemmeno la forza di scrivere a questo proposito) che vede protagonisti Bianca, una hostess di volo e James Cavendish, multimiilionario bello e irraggiungibile. Io ho tanti punti deboli e dopo i professori universitari, i piloti e i Fifty farlocchi, arrivano anche le hostess e il loro rutilante stile di vita sempre in giro per il mondo. A questo libro il merito di aver un po' spogliato le hostess di quella patina dorata. Bianca viene quasi dipinta come una cameriera che serve champagne. Vero, a tremila metri di quota e in business class, però la realtà non cambia: Bianca serve cibi e bevande lungo i corridoi degli aerei sempre con il sorriso sulle labbra, anche quando il suo cuore sanguina a causa di un multimilionario bello come un top model, possessivo da rasentare lo stalker e dai gusti sessuali alquanto fuori dagli schemi. All'inizio niente di particolarmente eccitante, poi l'autrice riesce a colpire basso. Bianca per scaricare lo stress dipinge e James riesce a buttare gli occhi sui suoi dipinti. E io che nell'arte trovo un'emozione indescrivibile, ho quasi ceduto, tanto che mi sono comprata anche il secondo libro della trilogia. Inoltre voglio spezzare una lancia non tanto nei confronti dei protagonisti principali, quanto del collega di Bianca, Stephan. Amico e collega che la protegge da anni e con la quale ha condiviso un'adolescenza inenarrabile. Ragazzo dolcissimo e gay che molte di noi credo vorrebbero avere vicino.