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Ed io non voglio più essere io…

Creato il 28 giugno 2011 da Peppiniello @peppiniello
Ed io non voglio più essere io…

Eh, sì,
dopo aver pianto sulla storia,

io voglio vivere un tantino felice…
Domando troppo, è vero?, a quanto
pare…

Febo,
davanti a te hai parecchi giorni,

ma cresce questa tua vecchia
clientela

dall’a che
pro?!…

Elena,
vago per la mia stanza

e mentre tu stai prendendo il tè
in fondo all’oro d’un bel
settembre,

rabbrividisco per la tua salute!…

Ah, la
luna! La luna m’ossessiona.

Ahimè, non me la sento di sposarmi:
sono troppo spregevole per questo,

voi non siete abbastanza
intrattabili.

Sempre
così a estasiarvi…

E
vivacchio! Vivacchio! Sono troppo

numeroso per dire sì e no…

Mi sento troppo pazzo. Da
sposato

Maciullerei la
bocca alla mia bella

e, caduto in ginocchio, le direi
queste parole losche: e troppo! E’
troppo!,

il mio cuore
è troppo centrale,

e
tu non sei che carne umana,

non puoi non puoi trovarmi tanto ingiusto
se ti faccio del male… 

In verità, più ci si estasia
insieme

e meno s’è
d’accordo.

In verità,
la vita è troppo breve

—————–

Oh,
perdóno, perdóno, non l’ho fatto apposta!

Ordinami qualsiasi espiazione! Ma sono così
buono,

ho un cuore
d’oro, io

e non ce n’è
più come il mio.

Tu mi
capisci, non è vero?

Non
chiedo nulla a nessuno, io. Sono senza un amico.

Non ho un amico che sappia raccontare la mia
storia,

un amico che
mi preceda dappertutto

per evitarmi quelle spiegazioni che m’ammazzano.

Non ho una che sappia
gustarmi.

Ah, sì
un’infermiera!

Un’infermiera per amor dell’arte,
che conceda i suoi baci solamente ai
moribondi,

a gente in
estremis,

e che perciò
non possa vantarsene. Macché!

Una volta a casa, uomini e donne a coppie
ammireranno i miei scrupoli
sull’esistenza,

ma non
li imiteranno nemmeno per sogno,

e non se ne vergogneranno affatto a
quattr’occhi,

da uomo
amato a donna amata, in famiglia!

Più tardi mi s’accuserà d’aver fatto
scuola.

Come sono
solo!

E quest’epoca
non c’entra nemmeno un po’.

Ed io non voglio più essere io!
Non più l’esteta gelido, il sofista,
ma vivere nel tuo borgo natio,
ma vivere alla piccola conquista mercanteggiando placido,
in oblio come tuo padre, come il farmacista…
Ed io non voglio più essere io!

Non posso
vedere le lacrime delle ragazze! Sì,

perché far piangere una ragazzaè più irreparabile che
sposarla!

Perché le
lacrime son tutta infanzia.

Perché le lacrime versate manifestano
semplicemente una pena così
profonda,

che tutti
gli anni d’incallimento sociale

e ragionevolezza scoppiano e
affogano

in quella
fonte riaperta dell’infanzia

della creatura primitiva, incapace di male.

Si fa tardi. A domani i baci e le
teorie…



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