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Edicole Italiane, Parliamone!

Creato il 01 dicembre 2014 da Pedroelrey

Oggi le edi­cole scio­pe­rano e dalle 8 della mat­tina in poi [*] non ver­ranno ven­duti i quo­ti­diani. Vedremo a fine gior­nata quale sarà stato l’effettiva ade­sione alla pro­te­sta per una cate­go­ria che non brilla certo per com­pat­tezza ma comun­que vada credo sia giu­sto parlarne.

Edicole Strike

È giu­sto par­larne per­ché i media, gli edi­tori con­tro i quali la pro­te­sta è indi­riz­zata, ovvia­mente ne par­lano poco e nulla.

È giu­sto par­larne per­ché negli ultimi cin­que anni 10mila edi­cole hanno chiuso. Un feno­meno che ha un impatto sociale rile­vante sia per le fami­glie diret­ta­mente coin­volte che indi­ret­ta­mente poi­chè molto spesso le edi­cole sono lan­terne, punti di rife­ri­mento e di aggre­ga­zione nelle peri­fe­rie delle città, nelle migliaia di pic­coli pae­selli di cui è com­po­sta l’Italia.

È giu­sto par­larne per­ché per le 10mila fami­glie —  e per tutte quelle che ahimè ver­ranno — non è pre­vi­sto alcun ammor­tiz­za­tore sociale con­tra­ria­mente a quanto avviene per le altre cate­go­rie coin­volte — gior­na­li­sti e poli­gra­fici –in que­sta crisi senza fine.

È giu­sto par­larne per­ché è dove­roso dare voce ai “peo­nes dell’editoria” che lavo­rano 80 ore alla set­ti­mana e, com­plice la crisi delle edi­to­ria, che edi­tori e tutta la filiera distri­bu­tiva [per una rica­rica tele­fo­nica l’aggio è del 2%, per un biglietto auto­bus 4%, noc­cio­line] sca­ri­cano sull’anello debole della catena, i negozi “puri”, solo edi­cole, non por­tano a casa nep­pure mille euro al mese nel silen­zio asso­luto dei media.

È giu­sto par­larne per­ché è bene che si sap­pia che gli edi­co­lanti lavo­rano in base ad un accordo del mag­gio 2005 sca­duto ormai da 5 anni e mai rin­no­vato, riveduto.

È giu­sto par­larne per­ché un amplia­mento della distri­bu­zione, sia esso attra­verso la libe­ra­liz­za­zione degli eser­cizi com­mer­ciali auto­riz­zati alla ven­dita di gior­nali [altra ragione della pro­te­sta] che attra­verso altri canali quali il digi­tale, non è con­di­zione suf­fi­ciente di per se stessa a garan­tire un aumento delle ven­dite. Si tratta dell’ennesima chi­mera, dell’ennesimo abba­glio da parte degli edi­tori, come ampia­mente dimo­strato.

È giu­sto par­larne per­ché le edi­cole, forse non tutti lo sanno, garan­ti­scono da sem­pre “libertà di trat­ta­mento”, garan­ti­scono che qua­lun­que gior­nale, di qual­siasi visione poli­tica, sia distri­buito capil­lar­mente attra­verso quella che è una rete di dif­fu­sione e ven­dita senza pari. Con­di­zione essen­ziale per un vero plu­ra­li­smo dell’informazione. Can­cel­lare o favo­rire la scom­parsa delle edi­cole farebbe dell’Italia, un paese meno demo­cra­tico e più povero. Intel­let­tual­mente e culturalmente.

È giu­sto par­larne per­chè la soprav­vi­venza delle edi­cole, e dun­que di quella che ad oggi resta in tutto il mondo la mag­gior fonte di ricavi per l’industria dell’informazione, passa attra­verso la moder­niz­za­zione del sistema di distri­bu­zione e ven­dita della stampa quo­ti­diana e perio­dica il cui obiet­tivo è anche quello di assi­cu­rare una ade­guata cer­ti­fi­ca­zione delle copie distri­buite alle quali, tra l’altro, dal 2013 sono legati i finan­zia­menti sta­tali, come sta­bi­lito dal decreto legge di metà mag­gio dell’anno scorso, suc­ces­si­va­mente con­ver­tito con alcune modi­fi­che dalla legge 16 luglio 2012, n. 103, recante dispo­si­zioni urgenti in mate­ria di rior­dino dei con­tri­buti alle imprese edi­trici, non­che’ di ven­dita della stampa quo­ti­diana e perio­dica e di pub­bli­cita’ isti­tu­zio­nale. Ambito d’intervento per il quale la road­map pre­ve­deva il lan­cio a metà 2014 e del quale non si hanno invece noti­zie certe ad oggi. 

roadmap-informatizz-edicole

È giu­sto par­larne per­ché anche di “edi­cola ita­liana”, il pro­getto multi-editore di cui si parla da quasi due anni per la ven­dita di copie digi­tali, il cui lan­cio era stato annun­ciato per la pri­ma­vera di quest’anno, non si hanno noti­zie. Enne­simo segnale, evi­denza del tor­pore di un set­tore che con­ti­nua a fon­darsi su pro­clami pour cause in assenza una visione strategica.

È giu­sto par­larne, last but not least, per­chè a que­sto tema ho dedi­cato tempo scri­vendo un libro che credo resti di asso­luta attua­lità a 18 mesi dalla pub­bli­ca­zione e che, in accordo con l’editore, mi offro di rega­lare [ma volendo costa solo 2,99€] all’attuale Pre­si­dente della FIEG, al Sot­to­se­gre­ta­rio Lotti ed a tutti coloro che sono, a vario titolo, coin­volti, affin­chè que­sto immo­bi­li­smo che bru­cia ingenti risorse cessi di essere.

COPY­RIGHT INFORMANT

COPY­RIGHT INFORMANT

[*] Le edi­cole scio­pe­rano dalle 8 della mat­tina affin­chè le copie non ven­gano distri­buite ad edi­cole che non  ade­ri­scono vani­fi­cando l’iniziativa. In pra­tica si apre, si mette [quasi] tutto in resa e si va a casa. Per chiarezza.


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