Quando si parla di Made in Italy si pensa subito alla Moda, all’Enogastronomia e alla … Ferrari. Ma perché non si può iniziare a parlare di eccellenza italiana anche nel settore delle costruzioni? È questa la domanda che si sono posti in Federcostruzioni, la federazione che raccoglie gli attori della filiera dell’edilizia e conta un valore della produzione di 400 miliardi di euro.
Nasce così la proposta di avviare due progetti volti all’affermazione della qualità e della trasparenza nella concorrenza nel mercato delle costruzioni, per identificare un marchio di qualità dell’edilizia italiana.
L’iniziativa è stata annunciata durante l’assemblea Federcostruzioni che si è tenuta la scorsa settimana e a cui ha partecipato, a fianco del presidente Rudy Girardi, il numero uno di Viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi.
Il primo step per fissare gli standard di qualità minima in cantiere, in termini di prodotti e tecnologie, prevede la sottoscrizione di un accordo tra Federcostruzioni e UNI per la definizione dei criteri da rispettare per essere inseriti nel club della qualità.
Ma il progetto dei produttori e dei rappresentanti della filiera delle costruzioni non si ferma qui. Il Made in Italy per l’edilizia di qualità deve giocoforza prevedere anche dei meccanismi di controllo e verifica del rispetto delle regole del mercato. Senza trasparenza, infatti, non si va da nessuna parte.
La ricetta dell’Edilizia di Qualità Made in Italy trova un entusiasta sostenitore in Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust che sottolinea l’importanza delle regole: “il rispetto delle regole è il primo passo per rimettere in moto un mercato sano, soprattutto nel settore dell’edilizia, un comparto centrale per la ripresa economica del sistema Paese”.
Ecco il motivo per cui, proprio Squinzi, ha positivamente commentato l’iter parlamentare che sta per portare alla luce la nuova riforma degli appalti con una serie importante di norme e misure volte al contrasto dei fenomeni corruttivi e clientelari, di cui abbiamo parlato diffusamente nelle scorse settimane.
Ma non solo. Nel corso dell’assemblea di Federcostruzioni il presidente di Confindustria ha confermato che c’è un cauto ottimismo per la ripresa economica, grazie ai fattori esterni come l’iniezione di denaro dalla BCE tramite il quantitative easing, i tassi bassi e, per rimanere in casa nostra, la promessa da parte del Governo di mettere a disposizione presto 20 miliardi di euro per le opere pubbliche e la loro manutenzione.