edilizia; Sono 130mila le abitazioni nuove invendute

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Le esclusioni dell'Imu annunciate dal Governo per gli alloggi invenduti (con benefici per imprese e aquirenti) vanno in soccorso di un problema che si sta aggravando.
Secondo il recentissimo monitoraggio di Scenari Immobiliari fatto per il settimanale «Edilizia e Territorio» sarebbero circa 130mila gli alloggi che langono sul mercato, mettendo nel conto sia quelli terminati che quelli in vendita "sulla carta". Ne emerge un quadro molto variegato (si vedano le tabelle qui sotto) ma con un valore totale consistente, pari a un quinto delle compravendite residenziali registrate nel 2011. Ma il trend è in aumento.

Mario Breglia,NELLA FOTO presidente di Scenari Immobiliari, stima che il tasso di assorbimento (percentuale di alloggi nuovi acquistati rispetto a quelli complessivamente offerti sul mercato) segnala un forte peggioramento. «Siamo passati da un tasso di assorbimento dell'80% del 2007 a un tasso del 50% misurato negli anni tra il 2008 e il 2012, per arrivare infine al 35% di oggi». Il problema non è tanto nelle grandi città quanto «nelle periferie urbane dei centri minori disseminati nell'area Padana, dal Piemonte al Veneto, fino in Emilia-Romagna». Questo stock è il più difficile da far digerire al mercato «perché la gente non ci vuole andare. È lì che c'è lo stock di invenduto che rischia di più», aggiunge Breglia.

Qual è l'identikit di questi interventi? «È la tipologia di quelli che chiamo i "quartierini", complessi di numerosi appartamenti in località dove nessuno vuole andare ad abitare e dove sono stati venduti pochi appartamenti sul totale. Complessi dove non ci sono servizi. Magari le case sono a buon punto, ma se vendo solo il 10% c'è il rischio che si perda anche quello». Perché? «Perché si tratta di aree isolate, senza servizi e senza urbanizzazioni: appunto iniziative delocalizzate dove oggi la domanda non vuole andare. Se gli appartamenti non si vendono l'impresa non fa le urbanizzazioni, e magari il costruttore fallisce, così quelli che stanno comprando, anche se a un prezzo di 1.500 euro a mq, se ne vanno». Nelle grandi città, invece la situazione è meno grave. Lì i prezzi del nuovo non sono scesi in modo significativo, ricorda Mario Breglia.

Roma e Milano, prima di tutto. Sono «città dove lo stock di invenduto è fisiologico – sottolinea Breglia –. La provincia di Milano ha rallentato ma non ha grossi problemi». Nella Capitale «il problema non è il numero ma la concentrazione: la maggior parte è a Roma sud, e anche se c'è una domanda l'assorbimento di Roma sud o di Roma ovest è basso». Secondo Scenari l'assorbimento a Milano e Roma oscilla intorno al 50% per Milano e al 45% a Roma.TRATTO da sole 14ore.it 24 maggio 2012


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