Prendo spunto da questo post sul forum della Zerounoundici per spiegare alcune semplici cose. Il signor Luca Ragazzini, che è intervenuto nel topic linkato, dice:
Secondo me, la collocazione della 0111Edizioni nella lista degli editori a pagamento è sbagliata e vorrei spiegare il perché. Dalle testimonianze riportate nel forum del Writer’s Dream si evince che l’elemento che ha determinato questa collocazione è la possibilità della richiesta di un (piccolo) acquisto copie posticipato da parte della suddetta casa editrice, nel caso in cui un autore, dopo un determinato periodo, non sia riuscito a vendere neanche un minimo numero di copie del suo libro. Ed è proprio su questo che vorrei dire la mia opinione. La richiesta di un eventuale acquisto copie posticipato è una cosa molto diversa (diversa nella sostanza, intendo, non solo nella forma) dall’obbligo di un acquisto anticipato. Nell’acquisto anticipato l’autore deve acquistare un certo numero di copie, perché solo così facendo il suo libro sarà pubblicato. È quindi evidente che in una casa editrice a pagamento in cui vige l’acquisto anticipato, tutti gli autori hanno sborsato dei soldi per pubblicare. L’eventualità di un acquisto copie posticipato invece è una cosa diversa proprio perché è un’eventualità. Mi spiego. In una casa editrice in cui vige la possibilità di un acquisto copie posticipato, solo alcuni autori (quelli cioè che non riusciranno a piazzare un minimo numero di copie in un determinato periodo) potranno trovarsi nella condizione di sborsare del denaro, mentre tutti gli altri (che tra l’altro sono la maggioranza) avranno la loro pubblicazione completamente gratis e per di più con una regolare percentuale sulle vendite.
Il fatto che l’acquisto delle copie sia posticipato non cambia assolutamente nulla. Può essere posticipato, anticipato, postdatato, retrodatato, immediato, a rate… quando c’è un passaggio di denaro dall’autore all’editore previsto per contratto si parla di contributo editoriale, checché ne dica chicchessia. I criteri per le nostre liste li facciamo noi, e portare come argomentazione la data dell’acquisto delle copie rispetto alla firma del contratto non ha molto senso. Veniamo invece a un intervento di Stefania Lovati, direttrice editoriale della Zerounoundici, in questo post:
inviare un testo corretto e presentabile è un INDISCUTIBILE DOVERE DELL’AUTORE e la casa editrice non ha alcun obbligo di far diventare tale un testo che non lo è, per giunta a proprie spese! Per le case editrici che richiedono un contributo la storia cambia, ovviamente.
L’editing, secondo la signora Lovati, non è né un passaggio fondamentale alla pubblicazione di un libro né un dovere dell’editore. La Lovati, tra l’altro, scambia l’editing con il ghost writing e, di nuovo, fa cattiva informazione: l’editing è un processo di revisione del testo, che si applica solo a testi già buoni e validi di per sé che presentano però delle imperfezioni. Tutti i testi, anche quelli dei più grandi autori, necessitano di editing prima della pubblicazione. Che sia una scelta, quella di non svolgerlo, è un discorso; che si cerchi di far passare il messaggio che l’editing non è indispensabile e che non spetta alla casa editrice è, per l’ennesima volta, disinformazione.