ARTE, STORIA E NARRATIVA LA GALASSIA GUTENBERG DELLA CITTÀ IN SEDICESIMI
(La Repubblica, 4 settembre 2010)
La scomparsa di E l v i r a G i o r gianni, così pesantee traumatica non solo per Palermo, ha portato improvvisamente la città a riflettere sul ruolo che in un quarantennio la casa editrice Sellerio ha svolto in Sicilia, in Italia, nel mondo. Insieme alla tristezza degli addii e alla malinconia dei ricordi, Palermo è stata allora attraversata da un fremito d' orgoglio: sensazione vitale che ormai raramente le capita di provare. Orgoglio per quanto di bello e importante la Sellerio ha saputo costruire e sedimentare portando ovunque e con prestigio il nome di Palermo, rivendicato con amorevole tenacia in copertina. Orgoglio per una realtà che appartiene ormai indelebilmente al nostro passato e al nostro presente e senza dubbio anche al nostro futuro come un patrimonio inalienabile. Ma questa confortante certezza, questa consapevolezza di una prospettiva che non si chiude, deve anche indurci a valutare incessantemente la vita culturale della città, a partire ovviamente dal settore fondamentale dell' editoria, giacché solo un' attenzione costante può garantire sviluppo e continuità. Occorre allora capire come si muove la Galassia Gutenberg palermitana, se all' ombra della Sellerio i piccoli editori crescono, se nel complesso una fisionomia culturale si va delineando e rinsaldando. Palermo, in campo editoriale, non manca di una tradizione. Per fare un solo esempio, né troppo remoto né troppo recente, potremmo ricordare l' esperienza importante della Sandron, fondata a Palermo nel 1839 da Decio Sandron e poi rilevata dal figlio Remo nel 1873. Che nel 1943 la casa editrice abbia trasferito la propria sede a Firenze, è una prova che anche imprese centenarie possono sradicarsi se viene a mancare l' humus sociale che le alimenta e sorregge. In tempi più vicini, avventure forse più precarie, ma altrettanto entusiasmanti, purtroppo perdute per strada, si spera solo per una temporanea eclissi, sono state quelle delle Edizioni della Battaglia, fondata dalla rinomata fotografa Letizia Battaglia, e La Luna, creata da un collettivo di donne (Valeria Ajovalasit, Letizia Battaglia, Giovanna Fiume, Giuliana Saladino), entrambe fucine di talenti, di idee e di testimonianze civili. Sempre sotto il segno fecondo di un' imprenditoria e di una intellighenzia femminile, va pure ricordata la Novecento, sorta nel 1978 ad opera di Domitilla Alessi, oggi piuttosto defilata, ma in passato depositaria di grandi iniziative editoriali e culturali, tra cui un prestigioso premio che ebbe il merito, per citare un solo caso di cui conservo un ricordo mitico, di portare a Palermo Borges. Naturalmente, ogni discorso che tenti di riallacciare il presente al passato dell' editoria cittadina non può che cominciare da Flaccovio, la casa editrice fondata nel 1939 cui si devono importanti collane come "Uomo e cultura" o la riscoperta a partire dal 1971 dell' opera di Luigi Natoli, e che tuttora continua a essere, anche con la storica libreria di via Ruggero Settimo, uno dei principali punti di riferimento della Palermo che pensa, legge, scrive. Coeva, ma per lo più specializzata nel settore scolastico, è la Palumbo, molto presente anche nel campo della critica letteraria con il contributo qualificatissimo di Romano Luperini e con l' ottima rivista "Allegoria". Trent' anni dopo, nel 1969, nasceva la casa editrice Sellerio, costituita da Enzo Sellerio e dalla moglie Elvira, con l' apporto fondamentale di Leonardo Sciascia e Antonino Buttitta. Bisogna attendere il 1980 per l' esordio della casa editrice Dario Flaccovio, in un primo tempo specializzata nel settore tecnico, soprattutto ingegneristico e informatico, poi gradualmente aperta alla narrativa con una spiccata predilezione per il mystery di cui è qualificata espressione la "Gialloteca" inaugurata nel 2002. Nel 1981 è la volta della Nuova Ipsa, che si propone in un primo tempo di sviluppare il filone delle medicine naturali e omeopatiche, ma poi si espande in varie direzioni, dalla narrativa di genere ai classici, dalla storia siciliana alle opere dialettali. Nel 1986 esordisce l' Epos, contraddistinta da una forte inclinazione per testi di filosofia, musica, danza, discipline dello spettacolo e architettura, ma attenta anche alla natura e alla storia locale. Due anni dopo nasce La Zisa, ispirandosi a una massima di Valentino Bompiani: «Offrire al lettore la possibilità di leggere non per divertimento, né per istruirsi, ma molto più semplicemente per vivere». Tra i suoi ultimi titoli, "Papagena, zuccherino mio. Guida semiseria ai libretti d' opera" di Cristina Bobbio. Nel 1989 ecco Kalós, dapprima sotto la sigla Edizioni Ariete, attenta soprattutto all' ambito artistico con una serie di cataloghi, saggi, riviste molto accurate. Gestita con oculatezza da Nicolò Sieli, la casa editrice fa perno sull' omonima libreria di via XX settembre, vivace centro d' incontro e dibattito. Ormai consolidata e con caratteristiche ben definite a quindici anni dalla sua nascita, la casa editrice duepunti è un interessante "laboratorio di sperimentazioni" coordinato da tre giovani intellettuali- Andrea Carbone, Giuseppe Schifani e Andrea Speziale - con all' attivo un catalogo molto originale e mai provinciale che in più di una circostanza si è dimostrato in grado di confrontarsi con la concorrenza nazionale. Il nuovo millennio vede l' ingresso, ancora in una costellazione femminile, delle Edizioni di Passaggio, fondate nel 2005 da Joselita Ciaravino e attive soprattutto sul fronte delle arti e della fotografia; e, a partire dal 2008, dei raffinati libri concepiti da Gea Schirò per l' omonima sigla editoriale, cui si deve fra l' altro la proposta di un' autrice molto particolare come l' americana Rebecca Curtise la pubblicazione del "Diario senza date" di Roberto Andò, ovvero una linea molto attenta al qui e all' oltre, al lontano e al vicino, alle voci nuove e a quelle desuete. Ultima arrivata, Le Torri del Vento, che ha esordito proprio nel 2010 sotto il segno di un recupero della belle époque palermitana con una biografia di Ignazio Florio scritta da Daniele Anselmo, cui ha fatto seguito un interessante repechage di un negletto racconto di Federico De Roberto. Ma l' elenco, che ovviamente non intendeva né poteva essere esaustivo, dovrebbe includere tante altre realtà, come per esempio la gloriosa Perap capeggiata da Gaetano Testa, le Edizioni del Mirto di Francesca Mercadanteo la Fabio Orlando Editore, officina culturale dedita prevalentemente alla realizzazione di preziose guide naturalistiche con la consulenza del fotografo ed esperto ecologista Francesco Alaimo, già direttore della bella rivista "Kaléghé". E dovrebbe pure annettere sigle nate altrove, ma ormai saldamente insediate a Palermo, come l' editore Navarra, originario di Marsala (e d' altronde c' è tutta una dinamica editoria trapanese - si pensi a Coppola o a Di Girolamo - che fa riferimento alla piazza palermitana, non solo come mercato, ma anche come team di collaboratori occasionali o strutturali). Si è dunque dovuto omettere per ragioni pratiche qualche sigla, e certamente la rassegna è incorsa in qualche dimenticanza più o meno perdonabile. Ma questo elenco, nella sua sintetica approssimazione, è già sufficiente a fare comprendere la vastità e la varietà del fenomeno dell' editoria cittadina: una flotta composita, di diverso tonnellaggio e cabotaggio, la cui ammiraglia è la Sellerio, ma che conta molti bei vascelli e agili feluche e magari qualche peschereccio in cerca di una pesca miracolosa. È rassicurante, una volta tanto, dire che si tratta di un paesaggio magmatico ma ricco di potenzialità, estremamente composito e peraltro in continua espansione e trasformazione grazie a iniziative coraggiose che lasciano ben sperare sul futuro, almeno, di una certa Palermo che non vuole rassegnarsi al silenzio e all' inerzia.
MARCELLO BENFANTE
Magazine Cultura
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