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Editoria & Pinterest

Creato il 02 aprile 2012 da Pedroelrey

Se non avete ancora, almeno, sentito parlare di Pinterest, non abitate la Rete e siete approdati a questo spazio con delle chiavi di ricerca che non voglio neppure immaginare.

Pinterest, è una rete sociale dedicata fondamentalmente alla condivisione di fotografie ed immagini, il cui nome deriva dalla congiunzione dei due termini inglesi pinboard [bacheca] e interest [interesse]. Si propone infatti come una bacheca virtuale in cui affiggere, apporre, immagini che possono, con facilità, essere ulteriormente condivise su Facebook, Twitter, “embeddate” nei Blog o su Tumblr o, eventualmente, inviate per mail.

Così come avviene in altri social network si possono seguire altri utenti, la bacheca è suddivisa in 31 macrocategorie ma è possibile crearne di personalizzate ad hoc secondo i propri interessi.

Dopo una partenza fulminante nell’ultimo trimestre del 2011, dall’inizio di quest’anno sta avendo un boom di adesioni davvero straordinario in tutto il mondo ed ovviamente le aziende più attente ai fenomeni emergenti e più reattive hanno già una loro presenza istituzionale al suo interno.

Presenza che a livello internazionale vede numerose imprese del comparto editoriale presenti, come riporta un blog aperto di recente che si dedica proprio al censimento dei quotidiani che hanno un loro spazio su Pinterest e che ne conta già 100. Si tratta prevalentemente di testate statunitensi con solo 5 europee, esclusivamente inglesi, tra cui spiccano «The Indipendent» e «The Guardian» con le loro sezioni tematiche, inclusa ovviamente quella dedicata alla prima pagina del quotidiano, riorganizzate in immagini, così come avviene, ad esempio, anche per uno dei più prestigiosi quotidiani economico – finanziari: «The Wall Street Journal», la cui presenza è davvero ricchissima di esempi e spunti su come un giornale possa utilizzare il social network in questione a comiciare dalla copertura della settimana della moda di New York fatta proprio in questo modo.

Come mostra l’infografica sottostante, si tratta di un fenomeno che coinvolge appieno l’Italia che presenta tassi di crescita a 3 cifre nell’adesione da parte delle persone a questa rete sociale con una numerosità anche in valori assoluti certamente d’interesse con 2,8 milioni di utenti unici del nostro Paese. Interesse ed adesione che trovano il vuoto assoluto da parte dell’industria dell’informazione nostrana se si esclude la timida presenza del giornale all digital «Blitz Quotidiano» che, ironia della sorte, mette proprio alcune prime pagine dei quotidiani nazionali nel suo spazio.

Come avevo avuto già modo di segnalare, dunque anche per i quotidiani, e per il comparto editoriale più in generale, i social media non sono solamente Facebook e Twitter.

E’ noto, e non richiede dunque ulteriore approfondimento, il vantaggio competitivo dei “first comers”, come è, altrettanto, noto il principio di occupazione degli spazi. Credo davvero che, anche, per l’industria dell’informazione del nostro Paese sia arrivato il momento di capire la fondamentale differenza tra essere online ed essere parte della Rete dimostrandolo concretamente. Non ci si stupisca altrimenti di certi risultati.

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