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Editoriale: Cagliari, Zemanlandia va aspettata

Creato il 26 settembre 2014 da Tuttocalcio @cmercato24h

Si era creata fin da subito tanta euforia per il nuovo Cagliari targato Zeman, ma un inizio di campionato negativo ha già fatto storcere il naso a qualcuno ed ecco che il tecnico, accolto appena due mesi fa come un ”salvatore della patria”, viene subito messo in discussione dopo appena quattro partite.
In Italia, ormai lo sappiamo, la parola pazienza non esiste: i tifosi, la stampa e i presidenti vogliono tutto e subito. Una prassi tutta italiana e che a Cagliari conoscono fin troppo bene grazie ai trascorsi con l’ex patron Cellino, il quale era e rimane uno dei personaggi meno pazienti del mondo del calcio. Il fatto che in Italia ci sia questa usanza però, non vuol dire che sia una cosa buona e giusta, anzi. Come ci insegna l’Inghilterra, gli allenatori a cui viene data fiducia per un tempo più ampio e a cui non si chiedono ”miracoli” in due settimane, rendono di più e alla fine si riesce ad avere un quadro completo e più chiaro della situazione senza farsi prendere dai classici isterismi italiani.
E’ vero, un punto in quattro partite sono pochi e, soprattutto, la squadra non sembra neanche una lontana parente delle vecchie compagini allenate dal boemo. La situazione però va analizzata con calma e senza farsi prendere dal panico: il più bel Cagliari della stagione finora lo abbiamo ammirato contro l’Atalanta, in una partita che ha visto i ragazzi di Zeman dominare per buona parte del match, sprecare diverse palle gol e perdere a causa di tre tiri in porta dei bergamaschi. Di contro, due giorni fa nella partita disputata contro il Torino abbiamo assistito ad un match a dir poco negativo da parte dei rossoblù, con una squadra assolutamente incapace di creare pericoli ai granata e che anzi avrebbero meritato di perdere con un passivo maggiore.
Se insieme a queste partite ci mettiamo anche il pareggio esterno a Sassuolo e la sconfitta a Roma, il bilancio è il seguente: la squadra per il momento non ha assolutamente recepito e fatti suoi i dettami tattici del boemo e, come ammesso proprio dal mister, i ragazzi in campo ancora non capiscono appieno cosa devono fare e l’idea di fondo che li porta a muoversi in un determinato modo durante il match.

Se riflettiamo però sul fatto che per assimilare le idee zemaniane ci voglia sempre del tempo e che il materiale a disposizione del boemo è composto per la maggior parte da ragazzi molto giovani (che quindi hanno bisogno di più tempo per calarsi nella realtà della Serie A ndr), ecco che l’evidenza e l’obiettività impone di non sfasciarsi la testa dopo appena quattro partite. Aspettare  dieci/quindici partite potrà servire per capire con più calma e più argomentazioni se il buon Zeman aveva solamente bisogno di un po’ di tempo per trasmettere ai suoi ragazzi le sue idee, oppure se stavolta riproporre Zemanlandia sarebbe stata davvero una cosa impossibile.

Bisogna solo avere pazienza. Pazienza appunto, questa parolina magica che in Italia è ancora sconosciuta.


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