di Rina Brundu. Pensate sia facile tenere un sito d’opinione come Rosebud? Provateci voi! Quando si ha continuata interazione con infinite persone di background culturali, geografici, formativi, linguistici diversi può diventare davvero difficile tenere il filo del discorso. Un dato distacco (che non è freddezza) nell’approccio aiuta sempre, così come può aiutare una data capacità di immedesimazione con le necessità di ciascuno. Ma poi ci sono i momenti in cui – causa anche la stanchezza che procura il quotidiano, il privato, la vita in-se – non si riesce ad opporre che il silenzio davanti a dati comportamenti – sicuramente non voluti ma certamente incauti – perché l’alternativa sarebbe chiudere la porta e buttare via la chiave. Sarebbe insomma una alternativa non raccomandabile meno che meno desiderata.
Allora mi è venuto in mente che forse molti misunderstandings nascono dal fatto che non ho mai preso tempo a raccontarmi di più. Perché non farlo dunque, se può aiutare me ad essere una migliore padrone di casa e gli altri a conoscere le regole che governano questa particolare magione? Così – anche allo scopo di non perdermi ad intessere un mattone illeggibile – ho fatto ricorso alle possibilità che concede un mio favorito – specialmente in passato – metodo di espressione scritturale, ovvero quello aforistico e ho coniato una serie di definizioni per i molti “argomenti” (in senso lato) che si debbono affrontare quando si tratta di decidere come migliorare i fondamentali di un qualsiasi cenacolo aperto, virtuale et non. Queste definizioni raccontano quegli argomenti come li vedo io. Di fatto raccontano me e raccontano il sito, il Rosebud che vorrei vedere, che vorrei realizzare.
Per questi motivi sia il glossario che le definizioni sono aforistiche e dunque marcate da una vena pseudo-filosofica solo fino ad un certo punto… Per la restante parte infatti queste “spiegazioni” concise sono intrise di elementi operativi e rivelano tanto, tantissimo di ciò che avviene su Rosebud e nel suo dietro-le-quinte. Lo rivelano a chi sa “leggerle” e “guardarle”. Fermo restando che se pubblico un simile editoriale è perché sono abituata a dire le cose come stanno e a farmi leggere come un libro aperto. O quasi. Naturalmente ci sono infinite attività a cui qualunque visitatore potrebbe dedicarsi con maggior profitto invece di perdere tempo a considerare queste mie righe ma grazie comunque a chi vorrà farlo!
AFFINITA’ – Pertiene allo spirito. Ne deriva che è il tratto dell-Essere, meglio ancora, la profonda ragione dell’Essere che porta le persone ad incontrarsi, gli spiriti a conoscersi, finanche un gruppo di persone a radunarsi intorno ad uno stesso caminetto virtuale.
AFORISMI – Sono momenti d’illuminazione dell’anima, colti per culo o per capacità e regalati da questo a quello non per bontà ma soprattutto per sfizio e una buona dose di vanità.
AMICIZIA – È una relazione di superficie, legata a bisogni e paure primarie ed è sicuramente molto meno nobile dell’AFFINITA’. E’ fragile. Si nutre di parole o di gesti magniloquenti, le une e gli altri sono spesso assolutamente inutili quando non deleteri.
AMORE – È un sentimento minimo che sta al corpo come l’ammirazione sta all’anima. In anni e anni di interazione in Rete non mi è mai capitato di associarlo a quelle attività, da nessun punto di vista. Neppure nel senso di “io mi occupo dei siti e di interagire in Rete” per amore della scrittura. Sciocchezze!
AMMIRAZIONE – È il sentimento che si vorrebbe suscitare sempre negli altri e che ad un tempo si vorrebbe provare per gli altri. Perché il saperlo provare è sintomo di intelligenza ed è segno inequivocabile di animo disponibile ad accettare il prossimo così com’è. Senza cambiarlo!
ANIMA – Sono io. Siete voi. Siamo noi. L’anima intesa come energia che è, era, sempre sarà, impara, conosce e si affina. È tutto ciò che ci fa vivere e per cui vale la pena vivere.
ANTIPATIA – È concetto epidermico, adottato dagli spiriti incapaci di fermarsi ad indagare, esplorare, conoscere.
ARTICOLI – Sono più nobili dei commenti. Significano che sulle cose non solo ci si è fermati a pensare ma vi abbiamo dedicato TEMPO e il TEMPO è….. tutto.
AUTORI – Siamo tutti autori. Però è vero che ci sono autori e autori e questo in un CENACOLO virtuale bisognerebbe comprenderlo. Se non si è capaci di comprenderlo o non lo si vuole comprendere NON si dovrebbe visitare quel luogo anche perché – grazie al Cielo e al protocollo CERN – Internet è ormai una realtà-virtuale molto estesa.
BANNING – È un virtualismo per il vecchio “chiudere la porta in faccia”. Non l’ho mai fatto in vita mia e mi auguro di non doverlo fare mai. Diversa cosa è il “banning temporaneo” che è un virtualismo per la vecchia “pausa di riflessione”. Riflettere aiuta. Sempre.
BIOGRAFIA – A parte qualche macro-dato su attività scritturali o editoriali non ho mai pubblicato un mio curriculum completo in Rete, nonostante tutto ritengo che la separazione tra vita reale e vita virtuale abbia ancora un senso. Soprattutto rispetto agli argomenti che contano quali il privato e la nostra professione.
BLOGGING – È un termine che non mi piace, così come tutti i sub-termini che ha prodotto. Non mi sono mai definita una scrittrice o uno scrittore, paroloni che ritengo vengano usati troppo spesso con grande improprietà (scrittore era infatti Kafka, scrittori erano i grandi russi e i grandi tedeschi o sudamericani e pochi altri. A parte Svevo e qualche altra rara eccezione non mi risulta, per esempio, che l’Italia sia mai stata patria di grandi scrittori!), e a cui ho sempre preferito l’espressione spirito-che-scrive (e che dovrebbe scrivere meglio, per inciso!). Allo stesso modo non mi definirei mai una blogger ma una giornalista online! Per mere motivazioni tecniche naturalmente!
BONTA’ – È un sentimento che suscita immediata indignazione in chi è abituato a riflettere ma che suscita ammirazione in chi è abituato a riflettere meglio.
CASA – Il sito, il blog di una persona è come la sua casa virtuale. Guardando al sito, a ciò che viene pubblicato, a come i visitatori vengono trattati, a come ci si propone si può avere una idea abbastanza buona dello spirito che lo gestisce. Ancora, se il sito è casa ne deriva che sullo stesso ricadano gli obblighi comportamentali relativi: il padrone di casa nella sua casa deve comportarsi con gentilezza con l’ospite, l’ospite deve cortesia al padrone di casa, agli altri ospiti nella casa, alla casa stessa.
CATTIVERIA – È un sentimento che non mi appartiene, che disapprovo fortemente, che rifuggo quando posso e che sono capace di intercettare a distanza e di avvertire a pelle. Soprattutto è un sentimento che faccio punto non mi sfiori perché la merda ci deve girare sempre intorno ma non ci deve toccare mai: costi quel che costi! Sul lato pratico comporta un allontanamento obbligato da chi la coltiva.
CENACOLO – Come già scrivevo nel mio “Manifesto Net” del 2004 tutti i miei siti sono cenacoli. Rosebud è un cenacolo. O per meglio dire una versione virtuale di quei club ottocenteschi dove spiriti-affini si radunavano per discutere tematiche che suscitavano il loro interesse o anche semplicemente la loro curiosità.
COMMENTI – Rosebud NON è un sito di commenti. Ho sempre pensato che un autore determinato a dire qualcosa dovrebbe scrivere un pezzo non un commento. Tuttavia anche i commenti possono aiutare quando sono in tema con l’argomento trattato e quando sono in linea con la deontologia del sito. Qualora queste condizioni non vengano rispettate i commenti verranno quasi sicuramente rimossi. I commenti inoltre debbono sempre riguardare solo e soltanto il fatto o l’argomento in discussione ma non debbono mai esprimere apprezzamenti di natura personale verso chicchessia, in questo caso infatti verranno sicuramente rimossi.
CONOSCENZA – È il cibo dell’anima, non ingrassa però non esclude neppure i rischi che porta seco la possibilità di scegliere ciò che ci gusta di più.
CONOSCENZE – Quelle virtuali esattamente come quelle reali sono un ossimoro. Non si conosce mai veramente qualcuno e del resto non si capisce neppure perché si vorrebbe farlo dato che la prima preoccupazione dovrebbe essere di conoscere noi stessi.
CORTESIA – Non è un imperativo categorico per-se. In altre parole io sposo l’idea che se qualcuno si sente di mandare al diavolo un altro per partito preso abbia ogni diritto di farlo. Ma su Rosebud così come – ritengo – in ogni consorzio civile è il segmento comportamentale minimo che si richiede per interagire con gli altri.
CRITICA – Per quanto mi riguarda è il metro che dirime sulla capacità di visione di uno spirito. È una inclinazione naturale ed è un’arte che si affina con lo studio. La critica non è opinione ma è opinione informata ed è formata coscienza e comprensione delle cose.
CURIOSITA’ – È sentimento sopravvalutato: amo farmi i cazzi miei e non è detto che abbia voglia di informarmi su quelli degli altri!
DIAVOLO – È una scusa di comodo inventata in tempi non sospetti.
DIFFAMAZIONE – È una questione molto seria che sempre deve essere riportata all’autorità competente e alla polizia postale, indipendentemente dal fatto che si voglia procedere ulteriormente o no.
DIO – Non esiste e non potrei mai sposare l’idea di una deità grande e capace che ad un tempo necessiti di preghiere, sacrifici, miti e riti assolutamente ridondanti quando non ridicoli. Se inteso in senso filosofico-scientifico ovvero come causa-sorgente-delle-cose è invece concetto complesso che fa della sua complessità miglior ragione per considerarlo.
DIPLOMAZIA – È il tappeto sotto il quale nascondiamo la nostra incapacità di approccio onesto verso i nostri simili.
DOLCEZZA – È sentimento intellettualmente sottovalutato, la cui importanza si scopre nel tempo. Solo gli spiriti grandi la concepiscono alla nascita.
DONNE – Sono essenza della noiosità. Ma anche evidenza concreta di cosa sia la forza, la capacità di gestione e di operatività, la praticità, la necessità di conservazione.
EDITING – Da un lato è un vezzo di chi non ha da lavorare dall’altro una pubblica confessione di incapacità. Quando ben fatto può ripulire insieme il testo e ogni raro scampolo di genialità.
E-MAIL – Sono la benedizione-maledizione dei tempi. Sono il “tocco” alla porta della casa online. Alle email sensate e non provocatorie si risponde sempre: è questione di cortesia minima.
ESPOSIZIONE MEDIATICA – È sinonimo di notorietà in Rete, ha i suoi pro e i suoi contro.
ESSENZA – Paradossalmente non è l’anima-“concentrata” ma è una qualità-concentrata dell’anima che riusciamo a percepire nonostante il nostro non conoscerci.
ESTETICA– È disciplina filosofica. È apprezzamento di uno stile. È mera necessità dell’anima. È epidermide.
FACEBOOK – È un modo di relazionarmi online che non mi appartiene. Ricorda i vicinati delle “baruffe chiozzote” di goldoniana memoria. Sta ad uno spirito-che-scrive come un cultore del bucolico sta ad una macelleria.
FANTASIA – È evidenza concreta del nostro status di esseri immortali e delle reali ed infinite possibilità dell’anima.
FEMMINISMO – Per me è una riscoperta dopo una vita trascorsa a non sentirne il bisogno. Come l’animalismo è ideologia ed è battaglia ridondante ma sfortunatamente ancora necessaria.
FILOSOFIA – È dove ti porta lo spirito di concerto col tempo con grande dolcezza e infinita saggezza.
FORZA – È sinonimo di necessità. Sarebbe inutile altrimenti.
FRAGILITA’ – È una verità scomoda.
FURBIZIA – È qualità minima quando non risibile. Il furbo ricorda il bambino che tenta di nascondere il muso sporco di cioccolato davanti alla madre indispettita. Nasconde comunque una data cattiveria e racconta uno spirito giovane e mai formato.
GENIALITA’ – È Dio in noi.
GIORNALISMO – È un’utopia svergognata nel senso che ha sempre avuto coscienza del suo non esistere ma ha pure sempre continuato a fare finta di nulla.
GIORNALISMO ONLINE – È una versione più onesta del giornalismo cartaceo, vive liberata dai diktat editoriali e si permette di dire ciò che pensa. E anche di scriverlo senza contare le righe.
GRATITUDINE – È pregio dei veri signori.
GUSTO – Causa la variegata possibilità di interpretarlo è fondamentalmente un limite
IMPRESSIONI – Sono le “mancanze” dello spirito. Di quello che le suscita perché incapace di comunicare pienamente la sua essenza e di quello che se le forma perché incapace di leggere completamente gli altri.
INSULTO – Agli insulti non si risponde MAI. Raccontano chi li fa e mai chi li riceve. Mi è capitato di non farli cancellare quando associati ad un nome proprio perché lo rappresentassero. Quando sfociano nella diffamazione come già scritto occorre sempre informare l’autorità competente e la polizia postale.
IRLANDA – È una mia casa. Lo sarà sempre ormai.
IGNORANZA – È un concetto che abborro. Paradossalmente racconta chi lo usa per raccontare se stesso o gli altri, più di ogni altra parola che mi riesca di immaginare.
IMPEGNO – È un concetto demodè. Di fatto l’impegno vero, anche quello di natura intellettuale, vive nel silenzio.
INTEGRITA’ – È spesso un lusso che alcuni non possono permettersi. Bisognerebbe rispettarli soltanto per questo.
INTELLIGENZA – È concetto molto vasto che supera di gran lunga il concetto di IQ. Vi è l’intelligenza sharp (matematica) è quella più profonda. Ma quest’ultima non fa equazione con saggezza. Che è altra cosa.
LIBERTA’ – La nostra libertà (anche quella di Stampa, di commento, di osservazione, di interazione, etc) finisce obbligatoriamente dove inizia quella di un altro.
LIBRI – Sono un concetto superato e fonte di moltissimi mis-understandings: non è misurando l’altezza della pila di libri pubblicati che si misura la reale capacità di introspezione di un autore. Anzi! In ogni caso non necessitano di “presentazioni”: se non parlano per se-stessi è assolutamente inutile che a farli parlare siano le marchette scritte dagli amici o le stroncature scrittte da critici in malafede.
MALIZIA – Mi fa schifo. La considero diabolica nella sua natura.
MORTE – È il primo passo, indispensabile, verso il recupero pieno di tutte le possibilità dello Spirito.
MORALE – È una grande sciocchezza.
NICK – È una mancanza di coraggio che marca velleità non meritate. Rosebud raramente pubblica articoli non firmati con un nome ed un cognome e quando lo fa è perché vi è una ragione precisa.
ODIO – Non lo comprendo e non lo concepisco. Di fatto è un discorso con noi stessi. Ed è un discorso molto pericoloso perché quando si attraverserà il grande guado, quando sarà, non ci porteremo dietro case, beni di lusso, abiti belli, azioni in borsa, ma l’odio che abbiamo cullato dentro viaggerà certamente con noi e – ritengo – appesantirà di molto il cammino.
ONESTA’ – Nasce con te, vive e muore con te. Non ti permette mai di piegarla ai tuoi desideri. Anche quando vorresti venire meno ai suoi diktat, perché ne avresti un tornaconto, perché lo comprendi che comportandoti altrimenti ne trarresti grande vantaggio, alla maniera di Tizio e Caio, non puoi. A suo modo è una dannazione.
OPINIONI –Sono come le mosche in un’afosa giornata estiva: fastidiose per quasi tutto il tempo!
PAROLE FORTI – Non fanno equazione con le parolacce, cenerentole nazional-popolari già sdoganate dal tempo. Sono invece concetti più meditati e capaci di fare molto male. A mio avviso si possono usare in dati contesti. Per esempio quando riguardano battaglie civili, la difesa dei diritti delle minoranze, delle donne, degli animali, in tutti gli altri i casi gli articoli e i commenti che le contengono vanno rimossi.
PAZIENZA – Quando non è un dono è un’arte che si impara. Ma ha e deve avere sempre un limite.
PERDONO – In senso magniloquente non lo concepisco: nessuno è mai in posizione di perdonare e nessuno è mai in posizione di farsi perdonare. Come termine matter-of-fact ha invece una sua utilità e si può manifestare in molti modi: per esempio, io so che tu mi hai offeso ma faccio finta di non saperlo. Non perché sono deficiente ma perché mi apro a te. Spetta a te e a nessun altro quindi la riconsiderazione della validità etica del tuo operato e il suo eventuale… perdono.
PERSONALITA’ – È quella che ti dicono che hai quando non hanno il coraggio di dirti che sei opinionated, insopportabile, saccente, petulante, antipatico/a. È forza ed è carattere. È espressione di una verità dell’Essere.
PETTEGOLEZZO – È il realm dei semplici e il vizio inconfessabile degli spiriti più dotati.
POESIA – L’ho studiata, analizzata nella forma e nel contenuto, ma non la comprendo. Al suo peggio (vedi massicce costruzioni del passato), somiglia ad un bel vaso ornamentale intarsiato, al suo meglio (vedi la poesia eliotiana e post-moderna) è momento di riflessione ed espressione mai compiuta dello Spirito.
POLITICA – È un obbligo di cui non si può fare senza.
PREGIUDIZIO – È una forma di vera ignoranza e di mancanza di metodo formativo. In quanto tale più che condannato va compreso.
PRIVATO – È opinabile. Cioè è concetto diverso da individuo a individuo e i paletti ognuno li pianta dove e come vuole. Gli altri debbono soltanto rispettarli.
PUBBLICO – È un’illusione. Non vi è mai nulla di veramente pubblico perché raramente qualcosa è ciò che appare.
PUBBLICAZIONE – È soddisfazione della vanità, quando non boomerang editoriale pericolosissimo.
RELIGIONE – È un concetto limitativo e limitante della realtà dello Spirito. Non ho religioni, non ho fede e non mi sognerei mai di caricarmi di un simile inutile e obsoleto fardello.
SACCENZA – È una ingenuità: fondamentalmente tutti sono saccenti rispetto al loro sapere solo che alcuni sanno dissimularlo.
SAGGEZZA – È il target dell’Anima. Tanto più mirabile quanto più irraggiungibile.
SARDEGNA – È la mia casa in questo specifico viaggio dello Spirito.
SARDITA’ – È un tratto connotante, modellante come nessun altro che io conosca. È come un marchio sulla pelle solo che riguarda l’essenza incarnata.
SATIRA – È un metro importantissimo per misurare la capacità di visione di uno spirito: quanto più si è capaci di cogliere il risibile del mondo tanto più si è capaci di apprezzarne il resto. O quasi.
SCRITTURA – È lo Spirito in catene che cerca di raccontare la sua visione perfetta: per ovvie ragioni non vi riuscirà. La perfetta scrittura è scrittura kafkiana e fa equazione con morte. Solo chi è morto alla vita ha già tutte le carte in mano per raccontarla.
SCUSE – Sono – a mio avviso – il grande misunderstanding nei manuali di management e di leadership. Resto infatti convinta che il manager o il leader capace di presentarle sappia portare a casa il miglior risultato e sia da preferirsi.
SERIETA’ – È rara.
SERIOSITA’ – È la norma civile.
SILENZIO – È tutto ciò che si oppone davanti all’incommensurabile, ma anche davanti all’ottusità e alla cattiveria dell’anima. Nonché davanti alla furbizia.
SIMPATIA – Vedi ANTIPATIA.
STALKERS – Sono inevitabili quando si vive in Rete. Bisogna riportare ogni dato disponibile alla polizia postale: una cosa buona del vivere online infatti è che ogni segno elettronico è tracciabile.
STILE – È la scrittura che diviene e si modella intessuta di vita.
SCIENZA – È lo smoking-gun della vera realtà delle cose. Sta alla religione come la notte sta al giorno.
TEMPO – È tutto. È contato. Ne deriva che è pure il dono più grande che possiamo fare agli altri. Del tempo che gli altri ci dedicano anche solo per leggere un nostro scritto, un nostro aforisma, un nostro pensiero, dovremmo essere semplicemente grati.
TWITTER – È facile e in quanto tale è essenza stessa del populismo al potere. Come Facebook non mi piace. E poi – con tutto il rispetto – ho poca considerazione per chi riesce a raccontarsi in soli 140 caratteri. Temo di necessitarne molti di più e non amo i vincoli di qualsiasi natura!
UNIVERSITA’ – C’è quella degli Studi che è solo il punto di partenza del nostro percorso formativo ed educazionale. E poi c’è quella della vita che è on-going. Generalmente però non contempla i fuori-corso.
VANITA’ – Non esiste. Di solito è specchio dell’anima di chi l’avverte e della sua incapacità di fare spazio alle necessità dell’altrui essenza.
VECCHIAIA – È quando lo spirito prende coscienza che è arrivato il tempo di traslocare perché il soffitto è cadente, i muri hanno la muffa e il desiderio di visitari luoghi-altri comincia a farsi impellente.
UOMINI – Sono meno noiosi delle donne ma anche più prevedibili. I loro neuroni tendono a trascorrere le vacanze nel cervello e il resto del tempo molto più a sud.
VITA – In genere è prerogativa altrui, tu di solito ti gestisci il tempo che passa, arrangiandoti.
Featured image Anicet-Charles-Gabriel Lemonnier (1743–1824) – Il salotto di Madame Geoffrin (XVIII secolo).
Tagged as: aforismi, Cultura, digital journalism, filosofia dell'anima, Giornalismo online, giornalista digitale, opinioni online, Rina Brundu, Rosebud - Giornalismo online
Categorised in: 816, Rina Brundu, Tutti gli articoli, Varie