Partiamo da un presupposto: quando le cose vanno male, quasi mai la colpa è sempre solamente di una persona sola. In casa Juventus, da qualche settimana a questa parte (e dopo Genoa-Juve ancor di più), è partito il processo a mister Allegri, sia per i risultati che per il gioco espresso, non sempre brillante come ci si aspettava.
Che i bianconeri stiano attraversando un momento non facile è lampante: due sconfitte in Champions, un pareggio a Sassuolo ed una sconfitta a Genova devono far riflettere e richiamare tutti ad un maggiore impegno. Scaricare tutte le colpe su Allegri però, potrebbe essere troppo facile oltre che del tutto sbagliato. Il mister livornese sta sicuramente incontrando diversi problemi, questo è fuori discussione: arrivare a ritiro già iniziato, con un mercato non preparato mesi prima e ritrovarsi una squadra costruita da qualcun altro non è mai facile, nemmeno se la squadra che ti ritrovi a condurre è la Juventus. Anzi, a maggior ragione, arrivare di colpo in una squadra che fino a pochi giorni prima era stata magistralmente guidata da un condottiero come Conte, amato e seguito da tutti nello spogliatoio, può essere un boomerang clamoroso.
Allegri ha preso in mano una squadra vincente, ma allo stesso tempo spremuta al massimo dall’attuale Ct della Nazionale. E’ vero, in queste ultime apparizioni i bianconeri non hanno giocato bene, sono sembrati lenti e, cosa ben più grave, mister Allegri è apparso talune volte un po’ in confusione, con scelte tattiche e cambi a partita in corso raffazzonati e poco lucidi. Ad esempio, non è un mistero che l’ex allenatore del Milan volesse adottare la difesa a quattro e che per il momento abbia dovuto abbandonare la sua idea a causa dell’abitudine dei calciatori bianconeri a giocare a tre dietro, modulo che li fa rendere al meglio.
La partita di Genova e quella di Sassuolo sono state usate come una sorta di specchio, per paragonare la Juve di Allegri alla vecchia Juve di Conte: se gli altri anni, anche giocando male, la squadra di Conte riusciva a vincere questo tipo di partite magari con uno striminzito 0-1, oggi questo appare più complicato, segno evidente che l’attuale stagione non sarà tutta rosa e fiori come invece lo erano state le stagioni precedenti (almeno in campionato). Un elemento che però bisogna considerare, e che molti purtroppo sembrano non vedere, è la scarsa forma fin qui dimostrata da alcuni giocatori chiave che sono stati nel corso di questi ultimi tre anni i perni per i successi della Juventus. Stiamo parlando di Vidal, Llorente e Pirlo: tre calciatori che, se in forma, fanno la differenza sempre o quasi. Ma in questa stagione finora non hanno mai dato segnali positivi, anzi. Llorente può essere sostituito da Morata forse, ma un vice Pirlo non c’è e un Vidal è impossibile da sostituire, se di rendimento parliamo. Conte ha avuto i suoi giocatori chiave che andavano sempre al massimo, mai è stato ”tradito” da uno di loro, mentre Allegri finora non ha potuto quasi mai usufruire appieno dell’intero potenziale a disposizione.
In conclusione, dare addosso ad un tecnico salito all’ultimo istante in sella ad una squadra già ampiamente spremuta e poco rinnovata è oggettivamente sbagliato, considerando anche il fatto che per avere un giudizio più completo bisognerà attendere che gli uomini chiave tornino a comportarsi da tali. Naturalmente, sarebbe inopportuno far finta che le cose stiano andando bene come andavano gli anni passati, quando anche gli episodi giravano per il verso giusto, al contrario di quest’anno in cui ogni vittoria sembra cento volte più sudata rispetto alle scorse stagioni.