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Edmund de Waal

Creato il 16 dicembre 2011 da Mrs Garrick

Quando nel settembre del 2009 le nuove gallerie della ceramica riaprirono dopo cinque lunghi anni, mi trovai ad ammirare con mio grande stupore un'incredibile installazione di ceramiche translucenti amorevolente sistemate sul rosso bordo del cornicione interno del vertiginoso cupolone vittoriano del museo. L’artista era un tale Edmund De Waal di cui non avevo mai sentito parlare, nonostante pare fosse curatore, critico d’arte e storico dell’arte, nonchè professore di ceramica alla University of Westminster (e chi più ne ha più ne metta...) oltre ad essere uno dei più famosi ceramisti inglesi.

Edmund de Waal

Ma d’altronde, se mi esalto davanti alle maioliche dipinte da Nicola da Urbino per Isabella d’Este nel 1525, non posso dire di fare altrettanto per l’arte contemporanea. Ma c’era qualcosa di estremaente elegante e contenuto nelle creazioni di Edmund De Waal, qualcosa di raffinato ed etereo che mi incantava e solleticava la fantasia (e l’estetica, che le trovo bellissime). Poi nel 2010 De Waal ha scritto un libro, The Hare with Amber Eyes: A Hidden Inheritance (da noi tradotto con i titolo di 'Un' eredità di avorio e ambra' invece che 'La lepre con gli occhi d'ambra': perchè cambiare il titolo??) che nel giro di poco tempo è diventato un caso letterario (superando le 200.000 copie in soli otto mesi) incrementando non poco l’influsso al museo di visitatori venuti per vendere la sua installazione e i suoi netsuke (che non sono al museo, ma a casa sua). Stanca di fare la figura dell’ignorante davanti ad orde di visitatori adoranti (‘Ma come lei lavora qui e NON ha letto il LIBRO??’ e via di seguito), mi sono decisa. E davvero quello di De Waal è un libro magico, atmosferico, quasi tattile, in cui l'artista applica alla ricerca della parola singola la stessa attenzione messa nelle sue meravigliose ceramiche. Così quando ho scoperto che stasera Edmund de Wall sarebbe stato al museo per una conferenza (o conversazione, come si chiamano adesso quensti incontri 'informali'...) mi sono precipitata a sentirlo. Non so cosa mi aspettavo: certo non me lo aspettavo così alto, così magro, così gentile, così divertente e così modesto. E soprattutto un così affascinante narratore.


The Hare with Amber Eyes: A Hidden Inheritance

La storia è semplice: una collezione di 264 netsuke giapponesi in legno e avorio. Che in questo consiste l’eredità lasciata al nostro ceramista dal prozio Iggie, appartenente al ramo austriaco della famiglia, scappato in America per sfuggire ad un destino che lo voleva banchiere, trasferitosi a Tokio dopo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dove rimanei fino alla fine della sua vita. Da Odessa alla Parigi di di Proust, Zola e degli impressionisti alla Vienna d'inizio secolo occupata dai nazisti, dalla, da Tokio all'Inghilterra, Edmund De Wall traccia il viaggio dei netsuke attraverso tre generazioni della famiglia Ephrussi, banchieri ebrei ricchi e famosi quanto i Rothschild. La sua straordinaria famiglia.

(Inutile dire che mi sono fatta autografare la mia copia di The Hare with Amber Eyes...)


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