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“Un confronto costruttivo
in un clima collaborativo”.
[Il dottor Tullio Bonelli di ANDDOS]
“Educare alle differenze”: il primo meeting nazionale a Roma ha riscosso un successo oltre le previsioni, in un clima di grande partecipazione e di scambio di esperienze.
Erano presenti circa 200 gruppi, tra associazioni, scuole, case delle donne, spazi sociali, centri anti-violenza, provenienti da tutto il territorio nazionale, coordinati in 7 tavoli di lavoro.
Tra le associazioni prime promotrici dell’evento, Il Progetto Alice di Bologna in collaborazione con Stonewall di Siracusa e Associazione Scosse di Roma. Sono state proprio loro ad aprire i lavori: al tavolo dei relatori si sono alternati negli interventi Giulia Selmi (Associazione Progetto Alice), Monica Pasquino (Scosse Roma), Tiziana Biondi (Stonewall Siracusa), Luisa Bordiga (Rete Locale Milano), Lea Fiorentini (Rete Locale Firenze), Valeria Baglio (Commissione Scuola di Roma Capitale), tutte associazioni impegnate nei rispettivi territori a prevenire bullismo, omofobia, transfobia, violenza contro le donne.
Sono state illustrate e discusse idee e progetti elaborati dalle varie realtà intervenute, con il chiaro obiettivo di trovare sinergia e punti d’incontro per arginare insieme ogni tipo di discriminazione. L’evento, che ha avuto il patrocinio di Roma Capitale – Assessorato alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità, si è svolto nella scuola Di Donato, nello storico quartiere multietnico dell’Esquilino, sostenuto dalla fattiva collaborazione organizzativa dell’Associazione Genitori Di Donato: una due giorni di intensi dibattiti per costruire e condividere una didattica ed una strategia di lavoro mirate alla valorizzazione delle differenze nel sociale.
L’Associazione Nazionale Anddos ha presentato il proprio lavoro, con il dottor Tullio Bonelli, psicologo sociale – psicoterapeuta, sottolineando alcuni punti che ritiene importanti per il supporto ed il rispetto delle identità LGBTI: gli stereotipi ed i pregiudizi come conoscenza semplificata della realtà, il contrasto del linguaggio discriminatorio e la violenza verbale, la conoscenza reciproca come contrasto alla paura del nuovo, la coerenza nei pensieri e nelle azioni della comunità LGBTI come fattore di cambiamento delle opinioni dei gruppi discriminanti, l’importanza di trovare degli scopi comuni tra comunità LGBTI e altri gruppi della società civile, comprese le componenti discriminanti.
“Perché il convegno in una scuola? – ha sottolineato il Presidente Nazionale Marco Canale di ANDDOS – perché proprio ogni istituto scolastico, di ogni ordine e grado, rappresenta un luogo principale e fondamentale in cui coltivare e trasmettere valori quali rispetto, libertà, integrazione sociale, senso critico, pluralismo di idee ed identità”.
“Le esperienze portate dalle comunità non LGBTI sono state molto simili a quelle che giornalmente vivono le persone della nostra associazione – sottolinea il dottor Tullio Bonelli dell’Associazione Nazionale ANDDOS – cosi come simili sono state le proposte per favorire l’inclusione sociale. Per citarne solo alcune tra le più importanti e condivise: formazione e sensibilizzazione dei docenti nelle scuole sul tema delle discriminazioni e del linguaggio discriminatorio, costituzione di osservatori che registrino il fenomeno dell’inclusione o esclusione delle minoranze, necessità di fare rete e condividere le esperienze in un clima collaborativo. Per Anddos è stato molto importante partecipare non solo per la condivisione dei nostri lavori ma, soprattutto, per ascoltare e confrontarci con chi sta vivendo esperienze simili. Questo ha già fatto scaturire nuove consapevolezze, nuove idee ed azioni da sviluppare insieme e con un obiettivo comune: contrastare ogni tipo di discriminazione sociale e favorire l’inclusione positiva di ogni persona”.
“Proposte valide, idee e progetti da sviluppare – ha commentato l’avvocato Antonio Bubici presidente del comitato dei garanti di ANDDOS – tutti i gruppi di lavoro hanno fornito dei contributi validi e importanti per raggiungere gli obiettivi prefissati nella lotta contro le discriminazioni”.
di Marco Tosarello