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Educazione sessuale, è possibile

Da Renzo Zambello

Educazione sessuale

Educazione sessuale

Domanda: L’ educazione sessuale è un compito dei genitori.

  • Caro Dottore, ho letto il suo articolo sugli adolescenti,  lei ha ragione quando dice che nessun genitore può sentirsi certo che suo figlio non deragli verso comportamenti estremi. E’ questa  la grande preoccupazione di ogni genitore;  gli adolescenti sono come mine vaganti.  Io ho due figli maschi, uno di 16 e l’altro di 14. Li adoro e sono bravissimi. Mi sentirei di escludere che un giorno possano fare atti violenti contro chi che sia. Sono due bravi ragazzi,   sia io che il  padre ne siamo orgogliosi.  Eppure sento un crucio dentro: forse non abbiamo dato quanto potevamo. Mi riferisco all’ educazione sessuale. Io,  e forse anche mio marito, abbiamo fatto i conti con una educazione un po’ rigida che avevamo  ricevuto  al nostro tempo,  di sesso non si parlava, tanto meno in casa. Risultato,  abbiamo fatto più o meno altrettanto con loro, i nostri figli. Ora mi rendo conto  di quanto abbiamo mancato. E’ come non li avessimo mai nutriti con  del cibo di cui avevano bisogno per la vita. Capisco che oggi non abbiamo più niente da insegnare loro nel campo dell’  educazione sessuale, forse potrebbero farlo loro a noi, ma rimane in me una grande amarezza e mi chiedo spesso: cosa avrei potuto fare? Maria

Risposta: L’ educazione sessuale è un compito di tutti

Gent.ma Maria, ognuno è figlio del suo tempo ed è giusto cosi.  C’è su YouTube una intervista ad una figlia di Jung e questa racconta che quando andava a scuola, le mamme delle sue compagne si erano poste il problema se la loro figlia dovesse frequentare la figlia di un medico “degenerato”, psichiatra che parlava di sesso. Non andò meglio a Freud, i colleghi medici, lo volevano internare. E lui a sua volta, catalogava ogni atto sessuale che non fosse potenzialmente procreativo come una perversione. Come vede, bisogna che il tempo passi per capire.

Però il problema dell’ educazione sessuale è un problema serio che investe non solo la famiglia ma ogni  istituzione che ha  un ruolo nella formazione dei giovani.

Lei ha affermato  che oggi i suoi figlia a 14, 16 anni ne sanno più di voi genitori. Si, in un certo senso è vero. Gli adolescenti di oggi hanno sicuramente la possibilità di fare esperienze sessuali, preferirei chiamarle genitali che al nostro tempo erano impensabili ma, non è detto che conoscano.  Questo è un pregiudizio all’incontrario, una volta pensavamo che i giovani non sapessero, oggi crediamo che sappiano tutto. Non è così. Spesso,  non solo sono confusi sul loro ruolo di maschi o femmine ma non sanno l’ ABC del sesso, neanche da un punto di vista anatomico per non parlare di quello funzionale.

Hanno imparato a dar sfogo e a pretendere tutto e subito rispondendo ad una pulsione fortissima. La loro sessualità  è spesso un esercizio fisico con un’unica funzione: il piacere soggettivo immediato.

Sono ragazzi che vivono una carenza di ideali, di pensiero generoso e faticano a cogliere l’altro. Vede Maria, io non credo che i genitori debbano rispondere, tanto meno da soli  a queste difficoltà dei giovani. Non solo perché spesso i genitori  non ne sarebbero capaci ma, non lo devono neanche fare. Mantengo sempre un sospetto per i genitori che sono amici e parlano col figlio adolescente del loro privato. E’ una mescolanza pericolosissima. Ci sono invece altre istituzioni deputate a questo,  in primis la scuola e poi la Chiesa. Volenti o meno, quest’ultima ha ancora una responsabilità enorme sulla nostra educazione sessuale. Direttamente o  in maniera osmotica abbiamo bevuto, mangiato di ciò che questa ci ha insegnato e continua ad insegnare sul sesso. Siamo anche noi,  come Freud e Jung, uomini, donne del nostro tempo.

Purtroppo oggi la scuola continua nei suoi programmi a riproporre un grave deficit formativo. Non si capisce perché debbano essere organizzati e a volte strutturati corsi di ogni tipo ma, difficilmente di educazione sessuale. Però, ci nasconderemo dietro un dito, proprio per l’importanza che questa ha avuto e ha nella nostra storia e  nella formazione, la responsabile di questo colpevole silenzio è la Chiesa. Capisco che possa sembrare un assurdo, la Chiesa ha sempre parlato e tanto di sesso. Credo che buona parete del contenuto delle confessioni abbiano sempre avuto come tema il peccato sessuale.  Ci hanno trasmesso un Dio che contava quante volte “ci siamo toccati”, un Dio che guarda sotto le lenzuola cosa facciamo e con chi. Un Dio che sembra più interessato a vederci angosciati perché abbiamo messo il preservativo con nostra moglie,  più di quanto ci piaccia vivere ed aiutammo gli altri a trovare la gioia. Un Dio che ci vuole prostrati sotto la colpa del nostro  peccato più che contenti di avere la gioia di pregarlo.

La Chiesa per secoli ha impedito sotto la minaccia dell’inferno,  di vivere con gioia e serenità ciò che è naturale come è naturale la pulsione sessuale nei giovani. Certo è una pulsione, una energia enorme che va indirizzata, conosciuta ma, non la possiamo negare,  pena la malattia o le aberrazioni comportamentali.

Aveva ragione U. Galimberti quando scriveva: “Quando la Chiesa si libererà dall’ossessione sessuale avrà più tempo per parlare di Dio e più capacità di persuadere che Dio è amore…. (allora) la sessualità perderà la sua potenza”.

Galimberti fa riferimento al bisogno trascendentale che è presente in noi tutti, il bisogno di andare oltre il corpo ma attraverso il corpo. Il bisogno di incontrare l’altro ma senza perdermi, confondermi nell’altro. Questa è la grande potenza della sessualità.

Fare educazione sessuale significa educare all’amore fisico e alla trascendenza. L’amore è trascendenza.  E’ un cammino difficile per tutti ma meraviglioso.

di Renzo Zambello

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Tags: Educazione sessuale.


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