Educazione siberiana, Amiche da morire ed Anchorman in blu-ray

Creato il 13 ottobre 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Interpretato da JohnL’ombra del vampiroMalkovich, Kuzja non è solo capo di un clan malavitoso siberiano, ma anche nonno di Kolima e Gagarin, i quali, rispettivamente con le fattezze di Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius, sono due amici per la pelle cresciuti insieme nel sud della Russia, in una città divenuta una specie di ghetto per delinquenti di varie etnie.

Partendo dall’omonima opera letteraria di Nicolai Lilin, tramite la quale l’autore narra la propria infanzia e la propria adolescenza all’interno di una comunità di “criminali onesti”, come loro stessi amano definirsi, il napoletano classe 1950 Gabriele Salvatores racconta tramite Educazione siberiana (2013) la formazione – basata su furto, rapina e uso delle armi – dei due giovani protagonisti che, giunti a vent’anni, decidono in maniera presuntuosa di prendersi il mondo che hanno visto cambiare nel decennio spaziante dal 1985 al 1995.

Quindi, con il Peter Stormare di Fargo (1996) tra gli attori, un racconto di malavita russa che da un lato può richiamare alla memoria C’era una volta in America (1983) di Sergio Leone, dall’altro Romanzo criminale (2005); tanto più che, insieme allo stesso Salvatores, a firmare lo script sono proprio lo Stefano Rulli e il Sandro Petraglia sceneggiatori del già classico diretto da Michele Placido.

Un racconto di malavita atto a ribadire che la vita è una guerra che bisogna combattere e che, impreziosito dall’ottima fotografia di Italo Petriccione e tecnicamente impeccabile, 01 Distribution lancia finalmente in formato blu-ray con trailer, galleria fotografica, tre minuti di scene tagliate e ventuno di making of quali contenuti speciali.

La stessa 01 che rende disponibile per il mercato dell’home video in alta definizione – con un making of di quindici minuti nella sezione riservata agli extra – anche Amiche da morire (2013), lungometraggio d’esordio della romana Giorgia Farina.

Ambientata in una piccola isola del sud Italia, un’altra storia di criminalità in questo caso, però, volta a concretizzare una black comedy che, sfruttando un umorismo di derivazione inglese, diverte più che sufficientemente lo spettatore, senza annoiarlo mai.

Infatti, ne sono protagoniste Gilda alias Claudia Gerini, che sbarca il lunario svolgendo il mestiere più antico del mondo, Olivia, con il volto di Cristiana Capotondi, bella ed elegante moglie che suscita le invidie delle donne per la sua vita idilliaca accanto al bel marito, e Crocetta, ovvero Sabrina Impacciatore, sorta di brutto anatroccolo che si mormora porti sfortuna a qualsiasi individuo le si avvicini nel tentativo di conquistarla.

Tre figure femminili tanto diverse tra loro quanto costrette a far fronte comune per salvarsi la pelle quando, in estate, prima si ritrovano protagoniste di un accidentale avvenimento, poi arriva il commissario di polizia Nico Malachia, interpretato da Vinicio Marchioni, il quale non fatica ad intuire che il gruppetto stia nascondendo un segreto.

Nel corso di oltre un’ora e quaranta di visione attraverso cui la regista sfodera tutto il proprio background fatto di passione per il cinema di genere, senza dimenticare di lasciar seminare qualche cadavere e di prendere intelligentemente in giro sia i difetti del maschio che quelli di un gentil sesso qui incarnato da un cast in stato di grazia.

E, rimanendo nell’ambito di spettacoli su celluloide da ridere, ci spostiamo nel catalogo Paramount per segnalare l’uscita su supporto blu-ray del già cult Anchorman-La leggenda di Ron Burgundy (2004) di Adam McKay, ambientato nella San Diego degli anni Settanta.

Una San Diego in cui, con tanto di baffi tipici dell’epoca, WillVero come la finzioneFerrell veste i panni del famoso anchorman di una tv locale, fermamente convinto che le donne dovrebbero limitarsi ai reportage di moda e cucina e, di conseguenza, noto per il suo spiccato maschilismo.

Fino al momento in cui arriva in redazione la giovane ed ambiziosa giornalista Veronica Corningstone, cui concede anima e corpo la Christina Applegate de La cosa più dolce (2002), segnando l’inizio di una nuova situazione destinata a riempirsi di effervescenti battute al vetriolo e grottesche sequenze come quella in cui il Paul Rudd di Questi sono i 40 (2012) si trova alle prese con un micidiale profumo.

Soltanto il primo dei nomi legati alla comicità a stelle e strisce d’inizio terzo millennio che, da Steve Carell a David Koechner, passando per Vince Vaughn, popolano i novantaquattro minuti non privi neppure di apparizioni per Jack Black e Seth Rogen.

Senza contare Ben Stiller, Luke Wilson e, addirittura, il vincitore del premio Oscar Tim Robbins coinvolti in una memorabile rissa tra diverse testate giornalistiche… prima ancora di giungere alla pericolosa circostanza che arriva a tirare in ballo un orso e con un’ultima scena posta dopo i titoli di coda.

Quindi, lasciate i lettori accesi!

Francesco Lomuscio


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