Autore: Nicolai Lilin
Editore: Einaudi
Pagine: 343
Data di pubblicazione: 15 Marzo 2010
ISBN: 9788806202569
Prezzo: 12.50 €
Sinossi:
Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo? Pochi forse hanno sentito nominare la Transnistria, regione dell'ex Urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato. In Transnistria, ai tempi di questa storia, la criminalità era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra. Nel quartiere Fiume Basso si viveva seguendo la tradizione siberiana e i ragazzi si facevano le ossa scontrandosi con gli "sbirri" o i minorenni delle altre bande. Lanciando molotov contro il distretto di polizia, magari: "Quando le vedevo attraversare il muro e sentivo le piccole esplosioni seguite dalle grida degli sbirri e dai primi segni di fumo nero che come fantastici draghi si alzavano in aria, mi veniva da piangere tanto ero felice". La scuola della strada voleva che presto dal coltello si passasse alla pistola. "Eravamo abituati a parlare di galera come altri ragazzini parlano del servizio militare o di cosa faranno da grandi". Ma l'apprendistato del male e del bene, per la comunità siberiana, è complesso, perché si tratta d'imparare a essere un ossimoro, cioè un "criminale onesto". Con uno stile intenso ed espressivo, anche in virtù di una buona ma non perfetta padronanza dell'italiano, a tratti spiazzante, con una sua dimensione etica, oppure decisamente comico, Nicolai Lilin racconta un mondo incredibile, tragico, dove la ferocia e l'altruismo convivono con naturalezza.
Devo confessarvi subito una cosa. Anzi, due.
Questo romanzo mi attira da quando è uscito, ma da quando è uscito mi respinge anche. Mi spiego: da quando è uscito l'ho preso in mano in libreria, al supermercato, in autogrill, in tutti i posti in cui si posso trovare dei libri insomma, così tante volte che se avessi letto ogni volta una decina di pagine lo avrei finito senza acquistarlo. Ma non l'ho mai letto, non ho mai avuto il coraggio perché volevo sapere, ma avevo anche paura di ciò che avrei potuto trovare tra le sue pagine.
La seconda cosa che devo confessarvi è che l'ho letto (perché me lo hanno regalato al compleanno) solo dopo aver visto il film che mi è piaciuto un sacco. E pure più del libro.
Ecco, l'ho detto. Ora vi ho confessato davvero tutto.
L'inizio della sinossi che ho sopra scritto dice "Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo?"
Ed è spinta da questa domanda e dalla curiosità che si prova sempre qualcosa di sconosciuto e così lontano da noi, che ho deciso di farmi coraggio e immergermi in questa cultura così distante da noi, una cultura fatta di leggi proprie, leggi strane, leggi che per noi sono a volte del tutto inconcepibili.
Nicolai Lilin ci racconta la sua educazione siberiana e la sua vita a Fiume Basso, tra delinquenza, violenza e armi di ogni genere.
Quando l'ho finito, cinque giorni fa, ho dato di getto la votazione massima su aNobii. Poi, però, ci ho riflettuto ed ho cambiato opinione perché il libro è decisamente interessante, racconta in modo molto vivido e senza mezzi termini la vita in una comunità criminale (che io continuo a definire sui generis), ma lo fa in un modo talmente prolisso e, a volte, talmente dettagliato, che quasi esaspera e stufa.
Non è un brutto romanzo, ma se avete visto il film e avete deciso di leggerlo per quello, aspettatevi tutta un'altra cosa.
Se, invece, siete titubanti e non sapete se leggerlo o meno, non so proprio cosa consigliarvi...