Apple sotto i riflettori della CIA? La sicurezza informatica negli USA potrebbe prendere una brutta piega da questo momento in poi…
Pare che le spie della CIA siano state coinvolte in uno “sforzo sostenuto, per svariati anni” nel tentativo di penetrare le misure di sicurezza di Apple su iPhone e iPad. A dirlo è un articolo di The Intercept, che ha riportato alcuni documenti forniti da un ex membro della NSA, Edward Snowden.
Snowden, nei suoi documenti, indicherebbe una serie di iniziative legate alla sicurezza dei dispositivi Apple, compresi dei tentativi di far crollare le chiavi di Encryption impiantate nei processori Mobile di Apple e persino un metodo che comprometterebbe Xcode, il tool maggiormente usato per creare le App di iOS.
Mentiremmo se dicessimo che si tratta di un fenomeno isolato: le operazioni della CIA contro la Apple non sono che una piccola tessera di un puzzle ancora più grande. Sebbene i documenti di Snowden non riportino alcun dettaglio sul successo delle operazioni contro Apple, infatti, le pagine fornite dall’ex membro dell’NSA si concentrano su una vera e propria “battaglia” in corso tra le Agenzie responsabili della Sicurezza Nazionale e le Compagnie Tecnologiche. A Marzo di quest’anno, ad esempio, il Presidente Barack Obama aveva criticato la Cina per aver costretto le compagnie tecnologiche ad installare delle “Backdoors” nei propri dispositivi per eventuali controlli del governo… Dimenticando che, come fa notare The Intercept, la Cina stava soltanto seguendo le orme degli USA.
Matthew Green, un esperto di Crittografia alla John Hopkins University, si è espresso eloquentemente sull’argomento: “Aprire in due i prodotti delle aziende di Hardware negli Stati Uniti e installare potenzialmente delle Backdoors nel Software distribuito da sviluppatori sconosciuti sembra andare un po’ oltre il concetto di ‘scovare i cattivi’. Potrebbe essere un mezzo per un fine, ma è un mezzo piuttosto esagerato”.
Gli sforzi delle spie Statunitensi hanno visto il loro apice in una conferenza segreta annuale, sponsorizzata dalla CIA, nota come “Jamboree”. Durante quella conferenza si è discussa la possibilità di penetrare le difese dei prodotti Apple e, in generale, di tutti i produttori di Hardware e Software Mobile, Microsoft compresa.
Nel 2012, in particolare, Sandia Labs aveva condotto un seminario intitolato “Strawhorse”, nel quale avrebbero mostrato come una versione “compromessa” di Xcode potrebbe permettere alle spie di creare delle Backdoor Remote all’interno dei Mac per disattivare le principali misure di sicurezza sui dispositivi Apple come iPhone e iPad. Non è tuttavia chiaro come le agenzie di spionaggio potrebbero convincere gli sviluppatori a utilizzare una tale versione di Xcode.
E non finisce qui: un’altra presentazione ha mostrato come sarebbe possibile compromettere OS X con un Updater modificato per installare Keyloggers sui Mac, e un’altra ancora avrebbe mostrato come estrarre l’Apple Group ID (GID) – una delle due chiavi di crittografia che Apple installa sui suoi dispositivi mobili. E la presentazione si spingeva ancora più in profondità, spiegando come sarebbe possibile estrarre la GID semplicemente studiandone le emissioni magnetiche o anche solo “estraendola fisicamente”.
Come già accennato, i documenti di Edward Snowden non parlano dell’efficacia di tali metodi né portano esempi di eventuali Hack portati avanti dalla CIA o da altre agenzie di Intelligence Americane.
“Le spie spieranno”, ha detto Steven Bellovin, un professore di Informatica alla Columbia University. “Non sono mai sorpreso dai metodi che usano le Agenzie di Intelligence per ottenere informazioni. Vanno dove si trova l’informazione e, quando essa si muove, aggiustano le loro tattiche. I loro comportamenti sono di base amorali: tutto ciò che funziona va bene”.
Certo una prospettiva del genere risulta piuttosto fastidiosa all’interno di un periodo come il nostro, in cui la Sicurezza Informatica e la Privacy sono argomenti praticamente all’ordine del giorno. E, sebbene i territori Italiani siano ben fuori dalla giurisdizione della CIA, non è da escludere che il fenomeno sia già largamente diffuso in tutti i maggiori Stati del mondo. L’ipocrisia del Governo degli Stati Uniti d’America, probabilmente, non è che la punta di un Iceberg ancor meno frammentato di quanto si possa credere. E, nella nostra epoca, un’Informazione in più potrebbe veramente fare la differenza.
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