Magazine Cultura

Effemme 5

Creato il 09 agosto 2012 da Martinaframmartino

 Effemme 5

Il quinto numero di Effemme, uscito la scorsa primavera in occasione del Salone del libro di Torino, è al momento l’ultimo in commercio, anche se stiamo lavorando sul sesto numero. Il mio lavoro, per la verità, in quest’ultimo periodo è stato abbastanza limitato, solo lavoro di editing per cercare di ridurre i miei due articoli a un formato più ragionevole. Però ho il sospetto di non essere molto brava in questo: ho tolto a ciascuno meno di 200 caratteri ed entrambi superano i 20.000. Avrei voluto scendere almeno sotto questa cifra ma evidentemente per me è impossibile. Si vede anche con gli articoli del blog: mi dico “questa volta sarò breve”, poi inizio a scrivere e non la finisco più.

Il mio problema iniziale è stato il tema: i mondi fantastici. Dovevamo parlare della costruzione del mondo e delle sue caratteristiche, e chissà perché la mia mente è andata sulle caratteristiche e basta e da qui all’idea che ha dato origine alla saga. Non proprio in tema, infatti quando me ne sono resa conto ho scritto due nuovi articoli e quelli vecchi sono rimasti parcheggiati in attesa di migliore occasione, nello specifico il sesto numero di Effemme

Questa è la quarta di copertina:

La monografia di questo numero è dedicata all’affascinante tema dei Mondi Fantastici.

Un viaggio che parte da Westeros, prosegue per Melnibonè, le città di China Miéville, vi conduce al mondo dei Mistborn, vi porta sul Binario 9 e tre quarti fino a Hogwarts, vi fa salire sul TARDIS con il “Dottore”, approdare nei luoghi dell’Universo Marvel fino al bizzarro universo dei libri di Jasper FForde. Scoprirete inoltre, last but not least, l’ecletticità di William Morris, che della costruzione di mondi ha fatto una seminale esperienza per tutto il fantastico.

La sezione narrativa vi propone C’hoim di Claudio Nebbia, La danza sulle rovine d’Iboria di Juri Villani, Ibrido di Elisa Emiliani, racconto vincitore del Premio Effemme, e Catastrofe innaturale dell’ospite internazionale Kristine Kathryn Rusch.

In sintonia con il tema del Salone Internazionale del Libro di Torino, ossia “Vivere in rete: le mutazioni indotte dalle tecnologie digitali”, non dimentichi di provenire proprio da quel mondo virtuale, parliamo del rapporto tra Internet e la Letteratura.

Questo il sommario:

A sud della Barriera: George R.R. Martin e i Sette Regni — Martina Frammartino

Michael Moorcock: creatore di mondi? — Bruno Bacelli

China Mièville e le città-universo: da King Rat a Embassytown — Cristina Donati

Il mondo dei Mistborn di Brandon Sanderson — Mirco Tondi

Il magico mondo di J.K. Rowling — Pia Ferrara

Il TARDIS di Doctor Who — Lorenzo Davia

La Terra del Marvel Universe — Emanuele Manco

I fantastici mondi di Jasper Fforde — Simona Ricci

Nessus, la città degli antichi prodigi — Bruno Bacelli

William Morris, immaginare mondi per raccontare un’epoca — Maria Cristina Calabrese

C’hoim — Claudio Nebbia

La danza sulle rovine d’Iboria — Juri Villani

Ibrido — Elisa Emiliani

Catastrofe innaturale — Kristine Kathryn Rusch

Vivere in rete: internet e la letteratura — Martina Frammartino

Fra l’indice e il primo articolo c’è una parte della mappa della Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien, peccato che su di lui non ci sia nessun articolo. No, non ce lo siamo dimenticato, semplicemente quel mondo è talmente vasto che per rendergli giustizia l’intera rivista non sarebbe stata sufficiente. Per farvene un’idea potete leggere l’interessantissimo saggio di Paul H. KocherIl maestro della Terra di Mezzo. Io certo non potevo scriverne visto che mi ero già accalappiata due dei miei autori preferiti e che tanto per gradire sono poi riuscita a scrivere un terzo articolo su un argomento che, la prima volta che l’avevo sentito, avevo deciso d’ignorare come (per me) poco interessante. Ma a quanto pare non bisogna mai dire mai.

Comunque la Terra di Mezzo è molto famosa, e forse uno sguardo ad alcuni territori meno conosciuti può essere anche più affascinante.

Effemme 5

A sud della Barriera: George R.R. Martin e i Sette Regni parla di un mondo che sta diventando sempre più noto, grazie soprattutto alla riduzione televisiva dei romanzi che ne sta facendo HBO. Ma se la serie è fatta bene (al momento ho visto solo la prima stagione), i romanzi sono molto meglio. L’altro giorno ho visto una ragazza che voleva comprare Tempesta di spade per poter andare avanti con la storia ma lei non aveva letto i romanzi, aveva semplicemente visto la serie televisiva. Io le ho sconsigliato di farlo. Cosa ne sa chi non ha letto i libri di chi sia ser Brynden? E Edmure Tully? E chi è la fanciulla sposata da Robb? No, proprio non si può passare dall’uno all’altro a metà saga. Secondo me avrebbe dovuto acquistare tutto dall’inizio, lei ha reputato uno sforzo eccessivo leggere vicende che già conosceva e non ha acqistato nulla. Non lo so, se una storia mi piace per me leggere non è mai uno sforzo eccessivo. Magari ho problemi di tempo, ma comunque è sempre tempo ben speso anche se fatico a trovarlo. Va bene, visto che sono praticamente certa che la terza stagione si chiuderà con le NR (o WR in inglese) vedremo chi riuscirà a fermarsi lì.

Dicevo qualcosa più in alto sul fatto che cerco di essere breve, vero? Mi pareva.

Va bene, per brevità – e già così ho sforato sulla lunghezza massima prevista – ho ignorato totalmente i territori in cui si muove Daenerys e anche tutto ciò che c’è al di là della Barriera. Casa di Craster, Pugno dei Primi Uomini e così via. E facendo così ho anche ottenuto un risultato importante: non ho fatto spoiler. Visto che nel Trono di spade (+Il grande inverno) non si vede praticamente nulla di quello che c’è più a nord io non ne parlo, e chiunque può leggere l’articolo.

La carrellata per forza di cose è rapida, ma aiuta ad avere una visione d’insieme del continente di Westeros. Tanto per esplorarlo per bene ci sono un bel po’ di romanzi e di punti di vista che percorrono tutte le strade di quella terra.

L’altro articolo mio che sarebbe dovuto comparire nella rivista era Un solo mondo, mondi diversi dedicato a Robert Jordan. Peccato che la rivista era troppo lunga, e che quindi Emanuele Manco, il nostro direttore, sia stato costretto a fare una scelta su cosa escludere. Se io avessi scritto due articoli normali non ci sarebbero stati problemi, io ho scritto due articoli lunghi il doppio del normale e uno dei due è rimasto fuori. Non è stato buttato via comunque, nei prossimi mesi lo pubblicheremo su FantasyMagazine

Michael Moorcock: creatore di mondi? è interessante anche per chi non ha letto i romanzi. La mia impressione è che Bruno lo abbia scritto più perché gli piace Moorcock che perché quel mondo meritasse davvero attenzione, visto che lo scrittore britannico è molto più interessato alle vicende che al mondo in cui si svolgono, ma a volte scriviamo approfondimenti su ciò che ci piace per proporne l’esplorazione al pubblico, anche se ci sarebbero tanti altri temi di cui parlare. Scriviamo per divertimento, perciò parlare delle nostre passioni è normale. Se poi l’argomento è un po’ tirato per i capelli… il fatto che io abbia dovuto riscrivere i miei due articoli (e che alla fine uno sia stato comunque escluso dal giornale) significa che io ho fatto anche “peggio” di lui.

China Miéville e le città-universo: da King Rat a Embassytown è invece l’articolo ideale per il nostro tema. Peccato solo che alcuni anni fa ho abbandonato Perdido Street Station dopo neanche una cinquantina di pagine perché mi irritava profondamente. Io ho bisogno di mondi più definiti e la fluidità di Miéville proprio non fa per me. Lo stesso tipo di irritazione che mi ha fatto leggere a fatica Abarat di Clive Barker o che mi ha fatto abbandonare per ben due volte Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll. Bell’articolo, ma io posso anche fare a meno dei libri di cui parla.

Il mondo dei Mistborn di Brandon Sanderson è un articolo impegnativo. La cose che scrive Mirco sono interessanti ma non di comprensione immediata. Non solo, dubito che lo possa apprezzare chi non ha letto i romanzi. Probabilmente quest’oscurità è voluta per evitare spoiler – in una delle prime recensioni che ha scritto gli ho fatto togliere una frase perché parlava di un avvenimento che si verificava intorno a pagina 700 – ma rende comunque la lettura poco scorrevole. Io ho dovuto impegnarmi, e conosco i tre romanzi di Sanderson. Però se si supera lo scoglio della difficoltà di lettura i concetti sono interessanti, e mostrano una volta di più quale può essere la profondità della fantasy se lo scrittore è bravo.

Il magico mondo di J.K. Rowling è una simpatica carrellata corredata da molte immagini tratte dai film. Scorrevole, ben scritto, propone un rapido ripasso dei luoghi principali in cui si svolge la storia e per molti versi ha un’impostazione simile al mio articolo.

Il TARDIS del Doctor Who è stato una bellissima scoperta. Io guardo poco la televisione. Un po’ è la cronica mancanza di tempo, un po’ è che viene sequestrata dalle bambine e My Little Pony e Dora l’eploratrice non sono esattamente quel che vorrei vedere io (ma quando mio marito mette su un gruppo di giornalisti che parlano di calcio preferirei tanto My Little Pony), ma soprattutto spesso ho il sospetto che quello che interessa a chi realizza una storia fantastica è stupire con effetti speciali. Avete presente Indipendence Day? A parte la retorica, la trama è quasi annullata da esplosioni e scene il cui unico scopo è stupire, mentre a me piacciono i personaggi e le loro vicende. Personaggi reali, non macchiette. E quindi io, salvo rarissime eccezioni, non guardo la televisione. Ma quest’articolo mi ha fatto pensare che forse devo riconsiderare la cosa. Può darsi che ci sia un’altra serie televisiva interessante, devo soltanto trovare il tempo per darle una possibilità.

La Terra del Marvel Universe è un altro bellissimo articolo. No, signor direttore, non ti sto facendo i complimenti nella speranza di non veder più tagliati articoli miei, se non li voglio tagliati devo semplicemente imparare a rimanere nei limiti che conosco in anticipo.

Da ragazzina leggevo un po’ di fumetti. Ero una fan dei Fantastici Quattro e ancora di più di Thor, ma molti altri come la Pantera Nera o Capitan America mi sono praticamente sconosciuti. Non che abbia smesso di leggere fumetti, non troppo tempo fa ho parlato sia del Bone di Jeff Smith che del prequel illustrato da Charles Vess, e ovviamente ho letto le due graphic novel tratte dai racconti di Dunk ed Egg di George Martin, mi sa che devo riprendere in mano anche queste opere. Come ha scritto Emanuele, si tratta di “un mondo di fantasia non meno complesso del mondo in cui viviamo alla fine”, e queste pagine mi hanno incuriosita molto sulle “incredibili meraviglie che lo popolano”.

Effemme 5I fantastici mondi di Jasper Fforde è l’articolo che mi è piaciuto di più. Già ero curiosa su questo scrittore dopo aver letto questa recensione a L’ultimo drago: http://www.fantasymagazine.it/libri/15198/l-ultimo-drago/, ora sono sempre più convinta che devo leggere i suoi libri.

Ho letto Nessus, la città degli antichi prodigi con una certa cautela perché temevo spoiler. Alcuni mesi fa ho vinto i cinque romanzi della saga nel concorso indetto da Fanucci e per forza, le domande riguardavano Robert Jordan! Però non ho ancora letto i volumi, devo decidere se portarmi il primo in vacanza, ma non mi ispira particolarmente. E l’articolo, chiaro e poco spoileroso, non mi invoglia certo nella lettura. Forse c’è un motivo perché negli anni ’90 non avevo comprato questi romanzi.

William Morris, immaginare mondi per raccontare un’epoca potremmo dire che è il nostro tuffo nella cultura. Io ho studiato Morris come designer e decoratore ma, come ci ricorda Maria Cristina, è stato anche architetto, poeta e pittore. È un autore di fantastico, come lo sono anche tal Oscar Wilde, tal William Blake o tal Robert Luis Stevenson. Chi non va più in là di Tolkien (e potremmo risalire a ben prima dei tre autori che ho citato ma se lo facessi non smetterei più di scrivere), o ritiene il fantastico un genere adatto solo ai ragazzini, forse è privo delle basi necessarie a comprendere il genere. Bello.

C’hoim di Claudio Nebbia è un racconto che mi ha fatto dire blah… Oltre cinque anni fa io avevo letto il primo romanzo di Claudio, Il leone di Norrland, e lo avevo bocciato nella maniera più totale. Ora si vede che l’autore è molto cresciuto perché il racconto non è male. Il verso è dovuto a un elemento della trama, il C’hoim del titolo. Se ci penso continua a disturbarmi, e questo è un segno che la costruzione narrativa regge. Se fosse stata fatta male avrei già dimenticato il tutto, o lo avrei liquidato come insensato.

La danza sulle rovine d’Iboria mi ha incuriosita solo a tratti. Forse ho letto troppo per poter apprezzare una storia come questa, in alcuni punti prevedibile e dalla scrittura alternativamente piatta o pretenziosa, e con un commento così rischio che Juri non mi rivolga più la parola.

Ibrido invece è carino anche se un po’ forzato in alcuni punti. Però c’è un tentativo di fare qualcosa di diverso, cosa che invece non ho visto nel racconto precedente, ed è comunque interessante.

Effemme 5Catastrofe innaturale è molto bello. Devo proprio leggere qualcos’altro di Kristine Katryn Rusch, perché questo racconto è allo stesso tempo intenso e sorprendente. Ciò che sta avvenendo non è quel che potrebbe sembrare all’inizio e la sorpresa, quando arriva la svolta nella trama, è notevole.

Vivere in rete: internet e la letteratura è, come già dicevo, la prova che non bisogna mai dire mai. Ho scritto quest’articolo perché Vivere in rete era il tema del Salone 2012, e mi è sembrato carino agganciarci anche noi a un tema più vasto, anche se solo con un articolo. E poi a quanto pare qualcosa da scrivere l’ho trovato, con riferimenti a George R.R. Martin, Tess Gerritsen, Patricia Cornwell, Stephen King, Stephenie Meyer, Patrick Rothfuss, Neil Gaiman, Robin Hobb (e mi spiace moltissimo che il suo commento su internet non esista più e che io non l’avessi scaricato quando l’ho letto, alcuni anni fa), Amanda Hocking, Cory Doctorow, Brandon Sanderson e Robert Jordan. Fra l’altro dell’argomento aveva parlato anche Guy Gavriel Kay in due articoli. Uno l’ho trovato e l’ho usato come fonte per alcune considerazioni, l’altro invece l’ho rintracciato nei meandri del mio computer quando ormai l’articolo era già stato scritto e pubblicato, ma forse è meglio così. Tanto per cambiare, ho sforato dalla lunghezza massima consentita.

Il link per acquistare la rivista: http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=40781.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :