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effetti collaterali

Creato il 03 maggio 2013 da Albertogallo

SIDE EFFECTS (Usa 2013)

locandina effetti collaterali

Il titolo sarà anche la cosa più banale del mondo, considerato il fatto che si parla di psicofarmaci e relativi, appunto, effetti collaterali (espressione che nel film si riferisce anche, in maniera altrettanto ovvia, ai rapporti umani, mai veramente prevedibili), ma quest’ultima fatica di Steven Soderbergh non è affatto male. O almeno la sua prima mezz’ora.

Nei primi 30-40 minuti di film seguiamo le vicissitudini di Emily, giovane moglie di Martin, appena uscito di prigione per aver commesso uno dei reati più tipici e odiosi della nostra epoca, l’insider trading. Emily è depressa, e dopo un tentato suicidio comincia ad andare dal dottor Jonathan Banks (che poi sarebbe il bel Jude Law), che le prescrive un antidepressivo chiamato Ablixa. Gli effetti indesiderati del farmaco, però, sono devastanti, e la condizione di Emily, invece di migliorare, precipita, fino al punto da farle involontariamente uccidere il marito.

Ma le cose saranno davvero ciò che sembrano? Oppure dietro al fattaccio si nasconde qualcosa di ancora più torbido, complice anche l’ex terapeuta di Emily, la dottoressa Victoria Siebert (che poi sarebbe la non più tanto bella Catherine Zeta-Jones)?

Il disagio mentale: difficile descriverlo in maniera efficace, al cinema come in musica o in letteratura, senza ricorrere a patetismi e luoghi comuni. Eppure Soderbergh ci riesce alla grande, restituendoci un ritratto della depressione tanto vero e sofferto da risultare quasi insopportabile. Rooney Mara, poi, nella parte della protagonista, è bravissima a non eccedere, a non sconfinare in involontarie parodie, a rimanere ancorata al concetto intimo di dolore più che alla rappresentazione teatrale e plateale di esso.

Dopo l’omicidio di Martin, però, il film perde decisamente d’interesse, rientrando nei binari di un normale, per quanto ben fatto, dramma investigativo-giudiziario travestito da thriller. Tutto diventa più banale, persino le musiche, firmate da Thomas Newman, che nella prima parte del film sono invece estremamente originali e suggestive. Ma d’altronde che Soderbergh sia un regista incompiuto non l’abbiamo certo scoperto oggi.

Alberto Gallo



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