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Effetti collaterali

Creato il 30 maggio 2010 da Pinomario
Riusciremo a liberarci, un giorno, umani di tutte le latitudini, dalla gabbia opprimente di ogni logica di appartenenza? Saremo capaci di sfuggire al mimetismo velenoso del conformismo di gruppo? Riusciremo a sottrarci al dispotismo aggressivo di appartenenze rigide e totalitarie di ogni genere? Riusciremo ad inventare una convivenza in cui il primatoviolento delle appartenenze di gruppo sarà sostituito dal primato delle pluriappartenenze, conviviali, tenui e ospitali, dei singoli?È un fatto, che all’origine di gran parte di presunti o effettivi conflitti che, nel mondo contemporaneo, rendono drammatica e insicura l’esistenza di molti individui, vi sia l’irreggimentazione delle scelte e delle opzioni dei singoli all’interno di quadri di riferimento determinati dal primato di logiche di gruppo, popolo, religione, culture, ideologie, organizzazioni!Ma è proprio necessaria questa condizione? È vero che nessun individuo vive fuori da ogni contesto socio-economico, da una famiglia più meno allargata, da una tradizione religiosa o culturale, da un gruppo o organizzazione politica o sociale. Nessuno, che non sappia riconoscere la storia o le storie da cui è intessuta la sua esperienza, sarebbe in grado di comunicare, orientarsi o pro-gettare la sua esistenza. Ma la questione seria è: non è proprio possibile sfuggire all’alternativa, continuamente incombente o da molti prospettata (o…suggerita?), tra appartenenza impaurita e coattiva ad un gruppo, tra identificazione nevrotica in un simbolo collettivo o annientamento e perdita di sé e della propria storia?Quali altre possibilità abbiamo allora nel nostro mondo globalizzato dove è impensabile evitare contatti, scambi e contaminazioni e dove l’appartenenza cercata ed ostentata sembra l’unica ancora di salvezza e la sola condizionedi identità e sicurezza? Veramente le persone devono rassegnarsi al conformismo e a scelte telecomandate, consegnandosi totalmente allo scudo di un gruppo di appartenenza? Sembra proprio che da questa alternativa non siamo capaci di liberarci! Siamo allora condannati, come sembrano auspicare alcuni, più o meno interessati, a una terza guerra mondiale, qualunque sia la modalità con cui potrà essere combattuta? Siamo destinati a una condizione di “guerra per bande”, a un “medioevo prossimo venturo”? Non penso si debba essere così pessimisti!Credo, invece, che ci convenga sperare in una sorta di “effetto collaterale” del processo della mondializzazione telematica, della rivoluzione informatica in atto, della interattività permanente indotta dalle tecnologie della comunicazione contemporanee. In realtà si tratta di qualcosa che sta già accadendo sotto i nostri occhi. Del resto, spesso, nella storia, ciò che non era possibile per le volontà e le intelligenze umane, si è verificato! È diventato il prodottoinattesol’effetto collaterale appunto – di alcune innovazioni scientifiche e tecnologiche. Pensiamo a cosa è successo con la ruota, con la scrittura, con la rivoluzione copernicana, con la stampa, con la relatività, con la televisione, ecc. La scienza e le nuove tecnologie hanno spesso cambiato non solo le condizioni socio economiche ed esistenziali della vita delle società, ma addirittura le modalità del pensare e del sentire umani. Dobbiamo sperare allora nella logica delle cose? Sì. Perché c’è, una logica nelle cose, a guardare bene! Il crollo del primato dell’appartenenza di gruppo a favore del primato delle pluriappartenenze dei singoli è già qualcosa che sta entrando nella nostra vita di gente interconnessa in modo permanente. In questa sorta di “second life”, che si sta espandendo, sta nascendo un “cyberspazio” (senza barriere e confini) e un ambiente culturale nuovo – una “cybercultura”Lì, si vive permanentemente la condizione di “nodo” della RETE, con connessioni multiple, con identità tenui e mutevoli (“avatar”). Lì, si sperimenta che non c’è contraddizione tra identità plurime e appartenenze parziali, le sole non totalitarie, non arroganti e non aggressive. Lì, ci si rende conto che gli unici soggetti sono le persone singole, capaci di inventare comunità, gruppi e organizzazioni di ogni genere, ma anche di decostruirle come metafore, quando esse diventano mostri, interessati solo alla loro autoconservazione, pronti a fagocitare anche i loro creatori o a mandarli a combattere assurde guerre nel loro nomeLì sta avvenendo perciò anche una riconfigurazione” dei cervelli (brainframes) e quindi del modo di pensare, che forse renderà – in futuro - sempre più difficile una identificazione rigida e una appartenenza totale nei confronti di qualunque forma di organizzazione o gruppo! Liberando, dalle gabbie della logica di appartenenza, le relazioni tra le persone, tra persone di ogni genere, senza confini!

Sta già avvenendo, lo può intuire chi sa guardarsi intorno o riesce a sentire ciò che si prepara nei sotterranei della storia!


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