Come noto da gennaio 2015 il governo spagnolo ha introdotto una legge, nota come Google Tax, che obbliga al pagamento a vantaggio degli editori anche per l’indicizzazione e la pubblicazione di estratti delle loro storie, degli articoli. Legge che ha provocato la reazione molto dura di Google che in tutta risposta ha deciso di chiudere il proprio aggregatore Google News in Spagna.
Se già i dati pubblicati da Gigaom pochi giorni dopo indicavano gli effetti della scelta arriva ora uno studio ad hoc che stronca ogni velleità e le relative dichiarazioni pour cause rese a più riprese.
Infatti, secondo lo studio commissionato dall’associazione di editori spagnoli Asociación Española de Editoriales de Publicaciones Periódicas [AEEPP] l’eliminazione di Google News è stata dannosa da più punti di vista.
Se gli studi precedentemente effettuati, sopra riportati nell’immagine, dimostravano la non concorrenzialità tra Google News ed i contenuti delle testate, che anzi, come nel caso dello studio del 2012 in Francia, beneficiano gli editori, lo studio dell’AEEPP mostra l’impatto negativo da diverse prospettive.
Implicazioni per segmento aggregatori di notizie:
- Barriere all’ingresso e all’espansione e una maggiore concentrazione del mercato.
- Freno all’innovazione
- Incertezza normativa
Implicazioni per i lettori, per le persone:
- Minor varietà di contenuti e possibilità di godere di innovazioni
- Perdita di valore aggiunto
- Aumento del tempo di ricerca di notizie [che per gli utenti di Internet in Spagna può essere stimato, nel breve termine, in circa 1.750 milioni di euro all’anno]
Implicazioni per il mercato delle notizie on-line:
- Minor audience e minori ricavi pubblicitari.
- 16% di calo del traffico in media. La caduta colpisce in particolare le piccole testate ed i media emergenti e si prevede che l’effetto aumenti nel tempo.
- Minori ricavi per 7 milioni di euro all’anno, che interesserà il settore in modo non uniforme, presumibilmente per pubblicazioni minori mettendo a repentaglio la sostenibilità finanziaria di queste aziende.
- Barriere all’ingresso e all’espansione ed una maggiore concentrazione del mercato.
- Violazione della libertà di impresa. Ad esempio, per la cessione di contenuti a terzi senza esborso economico come nei casi creative commons [che utilizziamo anche per i contenuti di DataMediaHub]
Impatto per gli inserzionisti:
- Minor impatto della pubblicità e una maggiore concentrazione del mercato.
- Perdita di reach per canali specializzati e innovativi.
La tabella sottostante riassume i dati emergenti dallo studio in specifico riferimento alla perdita di traffico.
Non è un caso che la questione — che è ben distinta da quella fiscale — si riproponga ciclicamente da tempo e che alla fine tutto rimanga così com’è. Speriamo davvero che i dati della Asociación Española de Editoriales de Publicaciones Periódicas mettano una volta per tutte fine alle rivendicazioni tanto opportunistiche quanto miopi della FIEG.