“Questa legislazione essenziale non è solo fondamentale per il conseguimento della nostra sicurezza energetica e per gli obiettivi climatici, ma darà anche una spinta reale all’economia e alla creazione di posti di lavoro. Fondamentalmente, contribuirà alla riduzione notevole del costo crescente della nostra dipendenza dalle importazioni di energia – 488 miliardi di euro nel 2011, ovvero il 3,9% del PIL – che è particolarmente impattante nei paesi colpiti dalla crisi”, ha affermato il relatore Claude Turmes, rappresentante dei Verdi in Lussemburgo.
Per quanto riguarda la ristrutturazione degli edifici pubblici la Direttiva richiede agli Stati membri di rinnovare il 3% della superficie totale dei propri “edifici riscaldati e/o raffrescati di proprietà e occupati dal governo centrale”. La regola va applicata però agli edifici con una metratura totale superiore ai 500 metri quadrati e, a partire da luglio 2015, anche agli edifici da 250 mq.
Le utility energetiche dovranno invece raggiungere un risparmio cumulativo totale entro il 2020 equivalente almeno ad un risparmio energetico annuo dell’1,5% a partire dal 2014 e fino al 2020.
Tutte le grandi imprese, al contempo, dovranno sottoporsi entro tre anni dall’entrata in vigore della direttiva, che avverrà 20 giorni dopo la pubblicazione in gazzetta, ad una indagine energetica, un audit che permetterà di valutare le condizioni dei singoli stabilimenti per poi provvedere alle migliorie necessarie ad esclusione però delle piccole e medie imprese.
La direttiva include inoltre la possibilità di organizzare finanziamenti appositamente studiati per supportare le società che intendo provvedere al rispetto della normativa.
fonte: http://www.rinnovabili.it