Egitto / El Baradei vede giusto

Creato il 29 gennaio 2011 da Marianna06

Siamo informati ,per quel che è possibile, dai "media" e internet sui movimenti  di piazza,che in diverse città egiziane, nonostante i muscoli che il regime continua a mostrare, significano una sola e semplice cosa: "Mubarak vattene!".

E' tutto il popolo egiziano che non ne può più di questa trentennale dittatura, che altro non è che autentica tirannia nei confronti dei più deboli.

E non importa neanche troppo sapere questi "deboli" chi sono o a quale confessione religiosa appartengano.

Sono persone che non contano. Copti o musulmani che siano. Uomini e donne esclusi. Marginali. Emarginati.

 Quando non perseguitati platealmente dal regime attraverso i "suoi" sgherri.

Sono cose che sanno tutti , perciò non dico nulla di nuovo.

Mubarak era ed è lì anche perché gli USA così volevano e così vogliono.

Egli è stato ed è il parafulmine in un'area, quella mediorientale, particolarmente soggetta a turbolenze.

Ora con le sollevazioni popolari e il rientro di El Baradei , premio Nobel per la Pace, diplomatico di carriera, fino a qualche giorno fa direttore dell'AIEA ossia l'Agenzia internazionale dell'Energia Atomica, con sede a Vienna, qualcosa potrebbe cambiare e decisamente in meglio.

Qualcuno ritiene che la caduta di Mubarak potrebbe favorire la repentina presa del potere dell'Islam fondamentalista.

Quello, per intenderci, vicino ad Al Queida.

Forse.

Secondo El Baradei  invece niente è più errato di questa affermazione.

L'Egitto è un paese musulmano ma questa identificazione con il fondamentalismo islamico è totalmente sbagliata- egli sostiene.

E cita in proposito una serie di intelletuali laici, egiziani, che potrebbero contribuire a far rinascere il Paese.

Occorre costruire un paese democratico a piccoli passi- dice-  e si ha bisogno di tutte le forze capaci  intellettualmente ed attive sul piano metodologico-strategico, presenti in Egitto.

E questo significa essenzialmente per gli egiziani(ma non solo)  l'indipendenza della magistratura dal potere politico. Cosa mai verificatasi durante il trentennale potere del "raìs".

Per El Baradei si tratta di un assunto fondamentale anche in una eventuale fase di transizione verso un Egitto moderno e democratico, cui oggi tutta la gente scesa in piazza sicuramente  aspira.

Non si sfida per nulla il coprifuoco.

Non si muore invano.

La libertà è un grosso valore.

Ovunque e comunque.

El Baradei non è mai stato politicamente all'opposizione durante il regime di Mubarak ma ha fondato il "Movimento nazionale per il cambiamento".

Questo può avvalersi  ,infatti,anche del contributo dei Fratelli Musulmani, che sono scesi in piazza, in queste ore, accanto alla folla dei dimostranti, in gran parte gente comune.

Unità nella diversità, insomma.

E l'idea non è per niente malvagia.

L'importante è fare uscire, presto e bene ,l'Egitto dalla stallo economico, politico e sociale in cui è caduto.

Questo è ciò che realmente conta per l'uomo o la donna della strada.

Questo è quanto El Baradei vorrebbe veder realizzato.

Ecco la lungimiranza di El Baradei, che fa "spallucce" a certe critiche ,che vengono com'era prevedibile, dagli ambienti musulmani maggiormente conservatori.

E fa bene. Molto bene a farle.

A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


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